Vita di città
Comitato B619 costituitosi per salvare l'ospedale di Canosa grida un esasperato “basta!”
Prendiamo atto dell'assenza dell'assessore Gentile. Aveva promesso di incontrare la cittadinanza canosina
Canosa - mercoledì 9 ottobre 2013
9.53
Ancora una volta, e senza mai smettere, il comitato B619 costituitosi per salvare l'ospedale di Canosa grida un esasperato "basta!"
Prendiamo atto dell'assenza dell'assessore Gentile che, il 7 ottobre ormai trascorso, aveva promesso di incontrare la cittadinanza canosina delucidandola sulle sorti del suo ospedale. Purtroppo impegni istituzionali in quel di Roma ne hanno impedito la presenza. Se non fosse che l'esponente del PD in giunta Vendola fosse a Bari, per quanto impegnata con i rappresentanti dei sindacati locali. Ma non vogliamo vedere troppo la mala fede della signora in questione, certi che si sia trattata di una momentanea débàcle della stessa. La città è in attesa di risposte, quindi questo incontro "s'ha da fare" il prima possibile, davanti ad un'attenta platea.
Ne va appunto della vera buona fede della politica cerignolana (e non solo) che, si spera, non fugga ai suoi impegni doverosi per competenza pur di guadagnare tempo a discapito di una comunità che si sente – in tutta onestà - presa in giro da quasi due anni a questa parte.
Il Sindaco continua la sua battaglia, ma si confida non diventi un novello Don Chisciotte affiancato da noi ingenui Sancho Panza delle Puglie. Deve continuare la sua battaglia e lo sproniamo ad avanzare nella lotta pur di riuscire ad avere un pubblico contatto con l'assessore regionale. Corrado Guzzanti parlava di "spingitori di cavalieri", siamo nella stessa situazione. Più in tema, potrebbe essere vista come una crociata di un recente Boemondo, sempre se questo non vada ad esaltare troppo il dott. La Salvia che, comunque, si sta prodigando più di quanto sostengano i soloni dei social network che, dai loro monitor, difficilmente si uniranno nella lotta pratica pur di fare opposizione a prescindere.
Senza deviare il discorso in ulteriori chiacchiere, la città è impaziente per davvero. È un concetto che va ribadito e sottolineato: le parole volano al vento, abbiamo bisogno di sapere la realtà, abbiamo bisogno di garanzie, abbiamo bisogno di una struttura degna di essere chiamata "ospedale". Perché non stilare un "contratto coi canosini" (sulla falsariga di un celebre precedente)? Potremmo essere i primi a sottoscriverlo, valutando le condizioni concrete che verranno proposte nei vari punti. Come i lettori noteranno, noi non dormiamo e continuiamo ad alzare la voce pur di ottenere i giusti risultati.
per il Comitato B619 pro Ospedale di Canosa di P.
Ciro Franza – Marco Tullio Milanese
Prendiamo atto dell'assenza dell'assessore Gentile che, il 7 ottobre ormai trascorso, aveva promesso di incontrare la cittadinanza canosina delucidandola sulle sorti del suo ospedale. Purtroppo impegni istituzionali in quel di Roma ne hanno impedito la presenza. Se non fosse che l'esponente del PD in giunta Vendola fosse a Bari, per quanto impegnata con i rappresentanti dei sindacati locali. Ma non vogliamo vedere troppo la mala fede della signora in questione, certi che si sia trattata di una momentanea débàcle della stessa. La città è in attesa di risposte, quindi questo incontro "s'ha da fare" il prima possibile, davanti ad un'attenta platea.
Ne va appunto della vera buona fede della politica cerignolana (e non solo) che, si spera, non fugga ai suoi impegni doverosi per competenza pur di guadagnare tempo a discapito di una comunità che si sente – in tutta onestà - presa in giro da quasi due anni a questa parte.
Il Sindaco continua la sua battaglia, ma si confida non diventi un novello Don Chisciotte affiancato da noi ingenui Sancho Panza delle Puglie. Deve continuare la sua battaglia e lo sproniamo ad avanzare nella lotta pur di riuscire ad avere un pubblico contatto con l'assessore regionale. Corrado Guzzanti parlava di "spingitori di cavalieri", siamo nella stessa situazione. Più in tema, potrebbe essere vista come una crociata di un recente Boemondo, sempre se questo non vada ad esaltare troppo il dott. La Salvia che, comunque, si sta prodigando più di quanto sostengano i soloni dei social network che, dai loro monitor, difficilmente si uniranno nella lotta pratica pur di fare opposizione a prescindere.
Senza deviare il discorso in ulteriori chiacchiere, la città è impaziente per davvero. È un concetto che va ribadito e sottolineato: le parole volano al vento, abbiamo bisogno di sapere la realtà, abbiamo bisogno di garanzie, abbiamo bisogno di una struttura degna di essere chiamata "ospedale". Perché non stilare un "contratto coi canosini" (sulla falsariga di un celebre precedente)? Potremmo essere i primi a sottoscriverlo, valutando le condizioni concrete che verranno proposte nei vari punti. Come i lettori noteranno, noi non dormiamo e continuiamo ad alzare la voce pur di ottenere i giusti risultati.
per il Comitato B619 pro Ospedale di Canosa di P.
Ciro Franza – Marco Tullio Milanese