Scuola e Lavoro
Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore
Terza mobilitazione nazionale per una scuola "più giusta e più sicura"
Italia - sabato 19 febbraio 2022
15.55
Grande mobilitazione da parte degli studenti che ieri sono scesi in piazza in oltre 40 città d'Italia. E' la terza giornata di mobilitazione nazionale dall'inizio dell'anno per protestare contro l'alternanza scuola-lavoro e gli esami di di maturità. La prima si è svolta il 28 gennaio 2022 a seguito della morte di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni, travolto e ucciso da una trave di 150 chili durante il suo ultimo giorno di stage in una azienda in provincia di Udine. "Ciò che è successo è inaccettabile, ma il lutto non basta. Proviamo molta rabbia, da anni segnaliamo al Ministero una situazione inaccettabile e di insicurezza, ma non siamo mai stati ascoltati seriamente. ... ".
Mentre, il 4 febbraio scorso, la protesta nazionale è stata organizzata contro le nuove disposizioni del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi sulla maturità 2022 che prevede una prima prova scritta di italiano elaborata dal Ministero, una seconda prova scritta di indirizzo elaborata da ogni singola sottocommissione e poi da una prova orale. Ma gli studenti nelle piazze hanno manifestato perché profondamente contrari a questo nuovo-vecchio modello di esame di maturità, dopo due anni di Dad in cui gli stessi hanno vissuto moltissimi disagi.
Nel terzo venerdì di protesta dell'anno, quello di ieri, gli studenti delle scuole superiori sono scesi in strada contro la scuola-lavoro, dopo le tragiche morti di Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli. Da Fermo a Udine, a Bari, tra le 40 città italiane, dove gli studenti con megafoni e striscioni hanno sfilato per le piazze per chiedere una scuola "più giusta e più sicura". Sono stati issati striscioni riportanti "La vostra scuola uccide", "Di scuola-lavoro non si può morire", "La scuola uccide gli studenti" ed uno significativo "Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore" che ha aperto quasi tutti i cortei di protesta in Italia.
«Vorrei far arrivare un messaggio alla ministra Lamorgese. Lei dice che fatti come quello di Giuseppe non vanno strumentalizzati. Ma lei dov'è? Venga nelle piazze!». Ha scritto in un post su Facebook Angela Lenoci, la zia del sedicenne deceduto in un incidente stradale il 14 febbraio scorso durante uno stage in un'azienda termo-idraulica di Fermo. Il suo messaggio è stato diffuso nel corso della manifestazione tenutasi ieri a Fermo nelle Marche, dove gli studenti hanno fatto sentire la propria rabbia verso una situazione ormai insostenibile, e che, nello specifico ha fatto registrare un'altra vittima. "Questo non è un incidente di percorso", "Alternanza, repressione, maturità. No alla scuola dei padroni". Gli striscioni più eloquenti della protesta studentesca a Fermo, il giorno successivo ai funerali di Giuseppe Lenoci, figlio di canosini in lacrime e nello sconforto.
Mentre, il 4 febbraio scorso, la protesta nazionale è stata organizzata contro le nuove disposizioni del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi sulla maturità 2022 che prevede una prima prova scritta di italiano elaborata dal Ministero, una seconda prova scritta di indirizzo elaborata da ogni singola sottocommissione e poi da una prova orale. Ma gli studenti nelle piazze hanno manifestato perché profondamente contrari a questo nuovo-vecchio modello di esame di maturità, dopo due anni di Dad in cui gli stessi hanno vissuto moltissimi disagi.
Nel terzo venerdì di protesta dell'anno, quello di ieri, gli studenti delle scuole superiori sono scesi in strada contro la scuola-lavoro, dopo le tragiche morti di Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli. Da Fermo a Udine, a Bari, tra le 40 città italiane, dove gli studenti con megafoni e striscioni hanno sfilato per le piazze per chiedere una scuola "più giusta e più sicura". Sono stati issati striscioni riportanti "La vostra scuola uccide", "Di scuola-lavoro non si può morire", "La scuola uccide gli studenti" ed uno significativo "Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore" che ha aperto quasi tutti i cortei di protesta in Italia.
«Vorrei far arrivare un messaggio alla ministra Lamorgese. Lei dice che fatti come quello di Giuseppe non vanno strumentalizzati. Ma lei dov'è? Venga nelle piazze!». Ha scritto in un post su Facebook Angela Lenoci, la zia del sedicenne deceduto in un incidente stradale il 14 febbraio scorso durante uno stage in un'azienda termo-idraulica di Fermo. Il suo messaggio è stato diffuso nel corso della manifestazione tenutasi ieri a Fermo nelle Marche, dove gli studenti hanno fatto sentire la propria rabbia verso una situazione ormai insostenibile, e che, nello specifico ha fatto registrare un'altra vittima. "Questo non è un incidente di percorso", "Alternanza, repressione, maturità. No alla scuola dei padroni". Gli striscioni più eloquenti della protesta studentesca a Fermo, il giorno successivo ai funerali di Giuseppe Lenoci, figlio di canosini in lacrime e nello sconforto.