Associazioni
Consorzi di Bonifica: le opere incompiute
L'elenco in Commissione d'Indagine
Puglia - martedì 11 ottobre 2016
16.04
"A distanza di 6 mesi dall'insediamento (11 aprile 2016) della commissione consiliare d'inchiesta sui consorzi di bonifica commissariati, potremo finalmente raccontare quanto hanno vissuto gli agricoltori nelle campagne, spesso chiamati tra l'altro a pagare per benefici mai realmente ricevuti. Alberi e canneti nei canali di scolo, tombini nelle aziende agricole ostruiti, lavori avviati e mai completati sono solo alcune denunce, corroborate da prove fotografiche che porteremo in commissione, perché i contribuenti sono stati chiamati a pagare i ruoli 2014, calcolati sulla scorta di un elenco di opere che la passata gestione commissariale ha dichiarato di aver completato ed evidentemente in alcuni casi ciò non corrisponde al vero. Gli esiti dell'attività di indagine dovranno fornire supporto utile per le future richieste di pagamento che dovranno tener conto dei dati acquisiti". E' quanto dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, preannunciando l'audizione di domani in Commissione consiliare d'indagine sulla Gestione dei Consorzi di bonifica. "Chiederemo di fare piena luce sulla gestione passata – conclude Cantele – e che venga delineata una mappa dei lavori effettivamente svolti sul territorio. Circa il pregresso non possiamo accettare ne tanto meno condividere ipotesi di risanamento delle strutture consortili che facciano gravare la debitoria pregressa sull'incolpevole platea dei contribuenti, sicuramente disponibili a pagare in termini sostenibili i benefici realmente ottenuti".
"Il 13 marzo 2012 il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la Legge n. 4 di riordino dei Consorzi di Bonifica. Si è trattato di una legge – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che nei fatti non è mai stata attuata. Le strutture non sono state traghettate da una gestione commissariale disastrosa all'autogoverno. Inoltre, nel 2013 la Giunta regionale stanziò 343mila euro per i piani generali di bonifica che non sono mai stati approvati. Così come non sono mai stati licenziati i piani di ristrutturazione industriale finalizzati al recupero di efficienza, le opere di manutenzione ordinaria sono state risibili, mentre risultano inesistenti quelle di manutenzione straordinaria, non è stato dato corso all'efficientamento energetico per il sollevamento dell'acqua e alla razionalizzazione dei servizi amministrativi e legali per il contenimento dei costi, anche del contenzioso. Gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sono evidenti sul territorio. Poi, ci stupiamo di smottamenti e allagamenti – incalza Corsetti – causati in Puglia anche da semplici piogge". Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate – secondo Coldiretti Puglia - sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell'ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione. I drammatici effetti dell'incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell'attività di Bonifica integrale. La Puglia da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo i dati ISPRA.
"Il 13 marzo 2012 il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la Legge n. 4 di riordino dei Consorzi di Bonifica. Si è trattato di una legge – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che nei fatti non è mai stata attuata. Le strutture non sono state traghettate da una gestione commissariale disastrosa all'autogoverno. Inoltre, nel 2013 la Giunta regionale stanziò 343mila euro per i piani generali di bonifica che non sono mai stati approvati. Così come non sono mai stati licenziati i piani di ristrutturazione industriale finalizzati al recupero di efficienza, le opere di manutenzione ordinaria sono state risibili, mentre risultano inesistenti quelle di manutenzione straordinaria, non è stato dato corso all'efficientamento energetico per il sollevamento dell'acqua e alla razionalizzazione dei servizi amministrativi e legali per il contenimento dei costi, anche del contenzioso. Gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sono evidenti sul territorio. Poi, ci stupiamo di smottamenti e allagamenti – incalza Corsetti – causati in Puglia anche da semplici piogge". Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate – secondo Coldiretti Puglia - sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell'ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione. I drammatici effetti dell'incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell'attività di Bonifica integrale. La Puglia da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo i dati ISPRA.