Eventi e cultura
Convegno “Verso un profilo di salute della ASL BT"
Le dichiarazioni del sindaco La Salvia
BAT - martedì 14 luglio 2015
15.13
Ha preso parte anche il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, al convegno "Verso un profilo di salute della ASL BT: Focus sulle patologie croniche non neoplastiche", organizzato dalla ASL BT. All'appuntamento che si è svolto a Trani, presso l'Università LUM, lo scorso 9 luglio, sono intervenuti Ottavio Narracci, direttore generale Asl BT, Vincenzo Coviello, direttore U.O. Epidemiologia e Statistica Asl BT, Francesco Cuccaro, dirigente U.O. Epidemiologia e Statistica Asl BT, e Lucia Bisceglia, dirigente Ares Puglia. Si è trattato di un evento di informazione e formazione durante il quale è stato presentato un rapporto sulle malattie croniche in provincia, realizzato dalla struttura di Epidemiologia e Statistica della Asl BT. In particolare, il rapporto ha illustrato quattro patologie non neoplastiche maggiormente presenti nel territorio: cirrosi ed epatiti croniche, malattie ischemiche del cuore, broncopneumopatie croniche ostruttive e diabete mellito. Questo rapporto è nato anche dalla necessità espressa dal territorio di avere informazioni dettagliate sullo stato di salute dei propri cittadini: è anche per questo che la presenza delle Amministrazioni comunali, dei rappresentanti della popolazione ma anche degli stessi cittadini è diventata di fondamentale importanza.
"Si è trattato di un importantissimo tassello culturale – ha detto La Salvia – che si aggiunge al registro dei tumori prodotto nello stesso territorio nel 2013. Sono state descritte con una disamina ampia e particolarmente competente, le fonti ed i significati delle tabelle proposte: e con ostinata competenza, Lucia Bisceglia, dirigente di Ares Puglia (Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia, ndr), ha fatto un quadro chiaro di come siano correlati cultura, incidenza di malattie, bisogno di salute ed offerta di cura: si ammalano di più di patologie croniche le donne poco scolarizzate, senza lavoro o con reddito bassissimo, obese, ipertese e diabetiche che si muovono poco. Gli uomini magri e benestanti, invece, fanno meno ricorso ai servizi specialistici e ancor meno ai ricoveri. E' evidente che l'argomento è solo una parte del "mondo salute"; parte alla quale manca la fase dell'accoglienza ospedaliera, costosa, antieconomica, ma unica disponibile salvavita a fronte dei tempi necessari per cambiare i costumi di un popolo.Qualcuno ha detto che bisognerebbe spendere i fondi dei Piani sociali di Zona per migliorare la qualità della vita della gente che quindi starebbe meglio e non affollerebbe gli ospedali – ha proseguito il sindaco di Canosa -: sarebbe bello se questo si potesse realizzare in tempi celeri; purtroppo invece, per chi conosce bene l'ambiente ospedaliero ed è a continuo contatto con le persone che soffrono, così come ha detto lo stesso direttore Narracci, la situazione è molto complessa. È infatti già difficilissimo garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in questa provincia, e quindi non ci sono fondi a sufficienza per stravolgerla in un sol colpo. Magari fosse possibile. Si tratterebbe di un cambiamento generazionale importante di standard di vita, che purtroppo non sarebbe applicabile nell'immediato. È vero, come si è detto, che l'offerta di un servizio ne aumenta la richiesta (la provincia di Foggia, ad esempio, effettua il maggior numero di ricoveri anche grazie ad una presenza cospicua di posti letto) ma è vero anche che la mancanza di offerta rischia di uccidere. È necessario ricercare soluzioni più rapide, da una parte, e ragionare sulle strategie che possano suggerire soluzioni radicali, che possano migliorare gli standard di vita dell'intero tessuto sociale, nei tempi richiesti da tale operazione, ovviamente più lunghi. Lo ribadisco quindi: la ricerca di soluzioni radicali per la salute é certamente auspicabile, ma il risultato atteso richiede tempi troppo lunghi; e fino ad allora?".
Ufficio Stampa Comune di Canosa :Francesca Lombardi
"Si è trattato di un importantissimo tassello culturale – ha detto La Salvia – che si aggiunge al registro dei tumori prodotto nello stesso territorio nel 2013. Sono state descritte con una disamina ampia e particolarmente competente, le fonti ed i significati delle tabelle proposte: e con ostinata competenza, Lucia Bisceglia, dirigente di Ares Puglia (Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia, ndr), ha fatto un quadro chiaro di come siano correlati cultura, incidenza di malattie, bisogno di salute ed offerta di cura: si ammalano di più di patologie croniche le donne poco scolarizzate, senza lavoro o con reddito bassissimo, obese, ipertese e diabetiche che si muovono poco. Gli uomini magri e benestanti, invece, fanno meno ricorso ai servizi specialistici e ancor meno ai ricoveri. E' evidente che l'argomento è solo una parte del "mondo salute"; parte alla quale manca la fase dell'accoglienza ospedaliera, costosa, antieconomica, ma unica disponibile salvavita a fronte dei tempi necessari per cambiare i costumi di un popolo.Qualcuno ha detto che bisognerebbe spendere i fondi dei Piani sociali di Zona per migliorare la qualità della vita della gente che quindi starebbe meglio e non affollerebbe gli ospedali – ha proseguito il sindaco di Canosa -: sarebbe bello se questo si potesse realizzare in tempi celeri; purtroppo invece, per chi conosce bene l'ambiente ospedaliero ed è a continuo contatto con le persone che soffrono, così come ha detto lo stesso direttore Narracci, la situazione è molto complessa. È infatti già difficilissimo garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in questa provincia, e quindi non ci sono fondi a sufficienza per stravolgerla in un sol colpo. Magari fosse possibile. Si tratterebbe di un cambiamento generazionale importante di standard di vita, che purtroppo non sarebbe applicabile nell'immediato. È vero, come si è detto, che l'offerta di un servizio ne aumenta la richiesta (la provincia di Foggia, ad esempio, effettua il maggior numero di ricoveri anche grazie ad una presenza cospicua di posti letto) ma è vero anche che la mancanza di offerta rischia di uccidere. È necessario ricercare soluzioni più rapide, da una parte, e ragionare sulle strategie che possano suggerire soluzioni radicali, che possano migliorare gli standard di vita dell'intero tessuto sociale, nei tempi richiesti da tale operazione, ovviamente più lunghi. Lo ribadisco quindi: la ricerca di soluzioni radicali per la salute é certamente auspicabile, ma il risultato atteso richiede tempi troppo lunghi; e fino ad allora?".
Ufficio Stampa Comune di Canosa :Francesca Lombardi