Mattarella e Rossi
Mattarella e Rossi
Eventi e cultura

Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini

L'intervento del presidente Mattarella a Firenze

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato a Firenze alle celebrazioni del 150° anniversario dell'insediamento a Palazzo Vecchio della Camera dei Deputati della IX Legislatura del Regno d'Italia. La cerimonia, che si è svolta nel Salone dei Cinquecento, si inserisce nell'ambito degli eventi promossi per il 150° Anniversario di Firenze Capitale d'Italia. Nel corso della manifestazione hanno preso la parola il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ed il Sindaco di Firenze, Dario Nardella: """Ancora oggi Firenze si sente capitale. Capitale culturale, morale, cuore della civiltà dei diritti di libertà, con la sua medaglia d'oro al valor militare per essersi liberata dal nazifascismo". Durante la cerimonia della rievocazione del primo insediamento del Parlamento italiano a Firenze, gli attori Stefano Accorsi e Laura Morante hanno letto il "Discorso della Corona" pronunciato da Vittorio Emanuele II all'apertura della prima sessione del Parlamento del 18 novembre 1865 e l'indirizzo di risposta al Discorso. La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente Mattarella:che si è complimentato per l'organizzazione di questa iniziativa così importante: """ che ci consente di riflettere sulle nostre radici nazionali e su alcuni degli snodi che hanno segnato il percorso dell'unità d'Italia. Permettetemi, prima di richiamare il contributo di Firenze capitale, di sottolineare il valore che in quei frangenti storici - fra la terza guerra d'indipendenza, conclusa con l'adesione di Venezia e del Veneto all'Italia, e la breccia di Porta Pia - assunse il Parlamento del Regno, riunito in questa sala di straordinaria bellezza, espressione di un'arte e di una cultura ancora più antiche, che sono simbolo e tratto identitario della città, del suo umanesimo, della sua vocazione universale. In questo salone de' Cinquecento, in cui vennero chiamati a cimentarsi Leonardo e Michelangelo, e che fu poi maestosamente decorato da Giorgio Vasari, dopo l'insediamento congiunto con il Senato del Regno, si riunì per oltre cinque anni la Camera dei Deputati. Anche la storia che parlava dalle pareti alle spalle di quegli uomini - insieme alle vicende che incalzavano - ebbe un grande peso, e una sua fecondità. Non a caso i cronisti dell'epoca scrissero che queste imponenti figure incutevano un particolare rispetto nei parlamentari. In realtà, la storia non consente mai di essere analizzata per compartimenti stagni, o di essere tutta ricompresa in pochi grandi eventi. La storia getta semi, forma progressivamente i popoli. I momenti di svolta sono il prodotto di lunghe maturazioni. Non ci sarebbe stato il Risorgimento senza il nostro Rinascimento, non ci sarebbe stata l'idea d'Italia senza la Firenze del XV e del XVI secolo, non ci sarebbe oggi la qualità italiana - quella che tanto è apprezzata nel mondo - senza i valori, i gusti, i caratteri sedimentati nel succedersi delle generazioni. Conoscere la storia, studiarla, cercare le radici più robuste, puntare sui saperi e sulla formazione è esercizio di chi intende affrontare con coraggio la sfida della contemporaneità."""
E proseguendo il presidente Mattarella: """Nel DNA italiano ed europeo è iscritto, del resto, uno straordinario impasto di storia, di cultura, di umanità, di idee di libertà e di relazioni sociali. E' parte della vita che viviamo, ed è ragione del nostro desiderio di migliorarci. Dobbiamo tenerlo presente nel momento in cui il terrorismo sferra il suo attacco contro la nostra Europa e porta morte e barbarie in una delle sue città. E' un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite quello che sta deturpando l'inizio del nuovo millennio. Dobbiamo essere uniti, essere determinati e insieme affermare i principi del nostro umanesimo. Non può mancare il senso di giustizia, né la disponibilità a cooperare per uno sviluppo sostenibile e per ridurre le aree dove prevale la violenza e lo sfruttamento. Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini senza rinunciare alle libertà conquistate, dobbiamo affrontare il fanatismo e l'estremismo con assoluta fermezza, promuovendo il dialogo fra le culture e la tolleranza. Non sradicheremo l'odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà. Il terrore vorrebbe snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro. Difenderemo la qualità delle nostra civiltà e la offriremo al mondo, rimanendo fedeli ai valori che la hanno ispirata e affinata nel tempo. Firenze è una città di pace. Anch'io, come il Sindaco Nardella, ricordo il sindaco Giorgio La Pira, in questo salone, cent'anni dopo la Camera dei Deputati del Regno d'Italia, che ha dato vita agli Incontri mediterranei, frutto della sua intuizione sulla centralità del Mare Nostro e sulla necessità storica del dialogo interreligioso, a cominciare proprio dalle fedi monoteiste, dalla fede dei "figli di Abramo", come La Pira ripeteva. Oggi la pace ci chiama a nuove responsabilità. Non saranno prove facili: non bisogna mai rinunciare a grandi visioni, alla prospettiva di un umanesimo condiviso. Lo dobbiamo ai nostri figli, anche a quelli che sono stati così barbaramente uccisi e che resteranno sempre nel nostro ricordo. Firenze è maestra. Ha dato molto all'idea di Italia. Lo stesso trasferimento della capitale tra il 1865 e il 1871 - quando venne completato il passaggio governativo a Roma - occupò uno spazio temporale breve ma cruciale per il processo di unificazione del nostro Paese."""

A Firenze il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato nominato "Accademico onorario" dall'Accademia della Crusca, presieduta da Claudio Marazzini con la seguente motivazione: «già durante il periodo in cui fu Ministro dell'Istruzione, nel 1989-90, ha mostrato particolare cura per l'educazione linguistica nazionale, prevedendo per i ragazzi delle scuole elementari la possibilità di accostarsi a più di una lingua. Recentemente ha ribadito l'importanza dell'italiano, "la lingua del sì, quella che Dante diceva essere parlata in tutte le città del bel paese, ma senza appartenere a nessuna di esse".Con grande autorevolezza il Presidente ha invitato a puntare sul valore culturale nella nostra lingua come mezzo per richiamare attenzione e simpatia sull'Italia, indipendentemente dal suo peso economico o commerciale ».In Italia e nel mondo l'Accademia della Crusca è da più di quattrocento anni uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana.
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