Don Felice Bacco
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Don Felice è a tutti gli effetti "uno di noi"

Il messaggio augurale di Salvatore Paulicelli, presidente di CanoSIamo

«Sono 40 anni che Monsignor Felice Bacco, per tutti "don Felice", che è stato ordinato sacerdote.» Esordisce così, in un post sui social, scritto da Salvatore Paulicelli, presidente di CanoSIamo – Associazione dei Canosini di Roma, in occasione del 40° anniversario di sacerdozio di Mons. Felice Bacco, Parroco della Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia. «La maggior parte del tempo - continua il presidente Paulicelli - l' ha trascorso a Canosa e, sebbene provenisse da Andria, come l'altro migrante illustre Lino Banfi, è a tutti gli effetti "uno di noi". Canosa si è dimostrata "inclusiva" come si dice di questi tempi quando si è aperti ad "accogliere" anziché respingere, tant'è che don Felice è diventato negli anni un punto di riferimento per l'intera comunità canosina, una Istituzione, non solo religiosa, un elemento di "stabilità" che tranquillizza e dispensa abbondanti dosi di ottimismo e fiducia nel futuro. I canosini si dividono in due categorie che si tagliano col coltello. Da una parte quelli che pensano che Canosa sia la "migliore" del mondo e dall'altra quelli che Canosa sia la "peggiore". Al centro i dormienti, gli "indifferenti"

«Don Felice è un cultore di San Sabino e della storia antica - evidenzia Paulicelli - e si sforza di far entrare nelle nostre "capocce" l'idea che Canosa e i canosini "non sono male", lo dimostrano le tante "cose buone" che fanno e sanno fare ovunque si trovino, quando trovano il modo di stare insieme e costruire. L'ex andriese non crede al radicato convincimento locale, ormai entrato nella "cultura popolare"..."cè vè facènne" e "ce te la fèce fèje". Lui è uomo di alta spiritualità e di grande concretezza. Propone, coinvolge, realizza, crea opportunità, offre vicinanza e solidarietà, ascolta, consiglia. Quando sono a Canosa, la visita in Cattedrale a don Felice è di rigore, con conseguenti piacevoli chiacchierate, qualche volta pure uno "struscetto" mattutino nella Villa Aldo Moro. Spesso tra il serio e il faceto gli ho lanciato il "caro don Felice", secondo me, sei un "politico prestato alla Chiesa". Pensate per un attimo se l'immigrato Felice Bacco da Andria, perfettamente "incluso" nella comunità, scettico/distruttiva di Canosa, avesse fatto il Sindaco per due mandati... Forse in queste circostanze non sono pertinenti le mie stravaganti considerazioni, ma io sono un laico innamorato della politica e della società civile, e, a volte, coltivo idee "fantastiche", mi piace fare così un mondo di auguri a don Felice, uomo, nel quarantesimo anniversario del suo sacerdozio.Un abbraccio affettuoso- conclude il presidente Salvatore Paulicelli da tutte e tutti noi di CanoSIamo – Associazione dei Canosini di Roma insieme alla comunità capitolina.»
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