Associazioni
Drastico calo di donazioni di sangue
La nota del presidente AVIS Canosa, Marta Capozza
Canosa - domenica 26 aprile 2020
19.07
"Confusione, assenza di comunicazione ed una scarsa disponibilità verso gli utenti, sono in sintesi le doglianze ricorrenti, che molti donatori, in questo periodo di emergenza indirizzano al S.I.T. (Servizio Immuno Trasfusionale) di Andria, che ha la responsabilità del funzionamento dell'Unità di Raccolta Fissa sita nell'ospedale di Canosa di Puglia(BT)." - Esordisce così nella nota il presidente AVIS Canosa, Marta Capozza, sintetizzando quanto sta accadendo in questi periodo di piena emergenza sanitaria Covid-19 che ha fatto registrare un drastico calo di donazioni di sangue . "La ASL attraverso le proprie strutture operative, secondo quando recita la Convenzione stipulata fra la Regione Puglia e le Associazioni di Volontariato fra cui l'Avis, è tenuta ad informare e a tutelare i donatori per il tramite delle Associazioni." - Continua la Presidente Capozza – "Nella prima fase dell'emergenza, si è riscontrata ovunque una drastica riduzione delle scorte di sangue tanto da indurre anche il Governatore Michele Emiliano, a rivolgere ai pugliesi un accorato appello alla donazione, molto apprezzato anche sui social. Per garantire la massima sicurezza possibile, quasi tutti i Centri Trasfusionali, come quello di Barletta, e le relative URF, insieme alle Associazioni, si sono ri-organizzati velocemente, ridisegnando le modalità di accesso dei donatori alle strutture, fornendo precise indicazioni comportamentali, come per esempio l'uso corretto dei D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuali) e la "prenotazione della donazione in fasce orario" per evitare pericolosi assembramenti nelle strutture."
"Non per fare inutile polemica, - prosegue il presidente AVIS Canosa - soprattutto in questo momento di grande stress, a Canosa, non tutto è andato come ci si sarebbe aspettato, molto probabilmente perché già nella fase antecedente l'emergenza, il nostro URF, se pur formalmente accreditato e con donazioni di sangue e plasma sempre in incremento, non era organizzato al meglio, in quanto, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa vigente, garantiva l'accesso ai donatori solo il martedì e il sabato, anziché tutti giorni della settimana e molto spesso lo staff medico sottodimensionato. Non ci è stata inviata nessuna comunicazione formale sulla ulteriore riduzione dei giorni di apertura (da tre settimane l'URF è aperto solo il sabato), sulle modalità di accesso e sulla tipologia di donazione che si possono svolgere (sangue e/o plasma), sulla eventuale disponibilità in loco di DPI data la estrema vicinanza dell'URF al Reparto post-Covid di recente attivazione. La mancanza di informazioni ha prodotto disorientamento fra i donatori e conseguenti vibranti proteste, oltre ad un evidente calo delle donazioni. Più volte molti donatori, ignari della riduzione dei giorni di apertura, di martedì, si sono recati all'URF per donare e lo hanno trovato chiuso, altrettanto spesso, anche nei giorni di sabato gli è stata negata la possibilità di donare plasma. Il 7 aprile scorso, abbiamo inviato una nota ai vertici della ASL BT per chiedere lumi, soprattutto in previsione della Raccolta Straordinaria fissata per domenica 26 aprile, dove si sarebbero presentati quasi contemporaneamente oltre 30 donatori. Nonostante il silenzio della ASL, - conclude il presidente AVIS Canosa, Marta Capozza - "abbiamo anche sollecitato due giorni fa l'intervento del Presidente Emiliano. Per ragioni di sicurezza, abbiamo dovuto annullarla. Un vero peccato, ma soprattutto una mancanza di rispetto e di considerazione verso i donatori periodici di sangue, sempre disponibili a fare il loro nobile gesto, nonostante l'emergenza, i divieti in atto, il distanziamento sociale, i rischi negli spostamenti. Abbiamo anche informato il Sindaco di questa situazione auspicando un suo diretto intervento presso la Direzione della ASL, al fine di evitare, a questo punto, una sempre più probabile chiusura di questo ennesimo reparto del nostro PTA (ex-ospedale)."
"Non per fare inutile polemica, - prosegue il presidente AVIS Canosa - soprattutto in questo momento di grande stress, a Canosa, non tutto è andato come ci si sarebbe aspettato, molto probabilmente perché già nella fase antecedente l'emergenza, il nostro URF, se pur formalmente accreditato e con donazioni di sangue e plasma sempre in incremento, non era organizzato al meglio, in quanto, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa vigente, garantiva l'accesso ai donatori solo il martedì e il sabato, anziché tutti giorni della settimana e molto spesso lo staff medico sottodimensionato. Non ci è stata inviata nessuna comunicazione formale sulla ulteriore riduzione dei giorni di apertura (da tre settimane l'URF è aperto solo il sabato), sulle modalità di accesso e sulla tipologia di donazione che si possono svolgere (sangue e/o plasma), sulla eventuale disponibilità in loco di DPI data la estrema vicinanza dell'URF al Reparto post-Covid di recente attivazione. La mancanza di informazioni ha prodotto disorientamento fra i donatori e conseguenti vibranti proteste, oltre ad un evidente calo delle donazioni. Più volte molti donatori, ignari della riduzione dei giorni di apertura, di martedì, si sono recati all'URF per donare e lo hanno trovato chiuso, altrettanto spesso, anche nei giorni di sabato gli è stata negata la possibilità di donare plasma. Il 7 aprile scorso, abbiamo inviato una nota ai vertici della ASL BT per chiedere lumi, soprattutto in previsione della Raccolta Straordinaria fissata per domenica 26 aprile, dove si sarebbero presentati quasi contemporaneamente oltre 30 donatori. Nonostante il silenzio della ASL, - conclude il presidente AVIS Canosa, Marta Capozza - "abbiamo anche sollecitato due giorni fa l'intervento del Presidente Emiliano. Per ragioni di sicurezza, abbiamo dovuto annullarla. Un vero peccato, ma soprattutto una mancanza di rispetto e di considerazione verso i donatori periodici di sangue, sempre disponibili a fare il loro nobile gesto, nonostante l'emergenza, i divieti in atto, il distanziamento sociale, i rischi negli spostamenti. Abbiamo anche informato il Sindaco di questa situazione auspicando un suo diretto intervento presso la Direzione della ASL, al fine di evitare, a questo punto, una sempre più probabile chiusura di questo ennesimo reparto del nostro PTA (ex-ospedale)."