Ecomafia_2014
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Cronaca

Ecomafie, oltre 3mila infrazioni: la Puglia sale al terzo posto in Italia

Bari e Foggia tra le prime dieci province per l'illegalità ambientale nel 2013

Stiamo rapidamente distruggendo il nostro territorio e nessuno, sostanzialmente, si impegna a far nulla perchè questo non succeda. E' nerissimo il rapporto di Legambiente sui dati delle Ecomafie in Italia ed in particolare nella Regione Puglia balzata al terzo posto nazionale per numero di infrazioni accertate contro l'ambiente arrivate a 2.931 nel solo 2013. Sul podio la regione resta anche per il ciclo illegale del cemento e per reati contro la fauna rispettivamente al secondo e al terzo posto. Aumentano anche i reati nel ciclo dei rifiuti: la Puglia è seconda dopo la Campania. In sintesi, invece, in Italia sono 29.274 le infrazioni accertate per 321 clan censiti e un business illegale di 15 miliardi di euro, 28.360 le persone denunciate e 160 gli arresti solo nel 2013. Sono 21 le amministrazioni comunali sciolte per condizionamento mafioso negli ultimi 16 mesi.

In Puglia sono state, invece, 2.579 le persone denunciate con 28 arresti e 1.028 sequestri effettuati. Per quanto riguarda il numero dei sequestri effettuati, la Puglia è seconda nel 2013. Nella classifica provinciale dell'illegalità ambientale in Italia nel 2013 troviamo ben due province pugliesi: Bari al 5° posto e Foggia al 6° posto rispettivamente con 846 e 795 infrazioni accertate. Nel ciclo illegale dei rifiuti, in Puglia 469 infrazioni accertate, 487 persone denunciate, 9 arrestate e 242 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nelle province di Bari (177), Taranto (98) e Foggia (72). In Puglia, dal 2002 ad oggi (6 giugno 2014) ci sono state ben 44 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 18,6% circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale.

Nella classifica dell'illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia rimane stabilmente al secondo posto della classifica con 603 infrazioni accertate (quasi l'11% del totale nazionale), 880 persone denunciate e 318 sequestri effettuati. È l'unica regione, insieme alla Calabria, in cui sono stati effettuati degli arresti: sono state infatti 14 le persone raggiunte da ordine di custodia cautelare. Quattro province su sei, Bari, Foggia, Lecce e Taranto, si sono piazzate tra i primi 14 posti della graduatoria provinciale del mattone fuorilegge. La piaga del cemento fuorilegge devasta le località più rinomate dal Salento al Gargano. Tra le inchieste importanti vi è, in questa zona, quella del porto di Molfetta. Oltre sessanta le persone indagate a vario titolo, nell'ambito dell'Operazione D'Artagnan, coordinata dalla procura di Trani, che lo scorso ottobre 2013 ha portato la Guardia di Finanza di Bari e il Corpo Forestale dello Stato a due arresti e al sequestro dell'area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta.

Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffico di animali da compagnia, commercio di specie protette, macellazione clandestina, bracconaggio e pesca di frodo) la Puglia scende al terzo posto (l'anno scorso era al secondo) con 953 infrazioni accertate, 899 persone denunciate, 50 arrestate e 321 sequestri effettuati. Tra le prime dieci province italiane per infrazioni contro la fauna troviamo Foggia con 288 infrazioni accertate (al 7° posto) e Bari con 249 infrazioni accertate (al 9° posto). In Puglia continuano a tenere banco fenomeni criminali come le corse clandestine di cavalli, più radicate nel Sud Italia. Nel mese di luglio 2013 tre persone sono state denunciate e dieci cavalli sequestrati. Sul fronte dell'archeomafia, l'aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al settimo posto con 36 furti di opere d'arte. A luglio scorso i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari hanno eseguito 21 decreti di perquisizione emessi dalla procura della Repubblica di Foggia nei confronti di persone ritenute responsabili dei reati di ricettazione, ricerche archeologiche non autorizzate e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo stato. L'attività di indagine riguardava il trafugamento di importanti reperti archeologici, testimonianze degli antichi insediamenti del IV-V secolo a.C. in Puglia e soprattutto della area foggiana, culla della cultura dauna.

«Occorre un salto di civiltà - conclude Tarantini - Non si può lasciare il nostro paese con una legislazione penale a tutela dell'ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente contravvenzionale. E per questo lanciamo un appello ai senatori pugliesi di tutte le forze politiche ad impegnarsi affinchè il Senato approvi in tempi rapidi il disegno di legge sui reati ambientali già discusso e approvato alla Camera. Senza l'approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel codice penale, che seppure troppo limitata e imperfetta rappresenterebbe un chiaro indirizzo e magari anche un punto di non ritorno nella lotta alle ecomafie, sarà difficile istituire inchieste e colpire gli ecocriminali che nonostante i danni pesantissimi inferti alla comunità e all'ambiente continueranno a farla franca».
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