Politica
Etichettatura delle farine di grano duro non raffinate
A Montecitorio inizia il lavoro per definirle
Italia - lunedì 10 ottobre 2016
18.21 Comunicato Stampa
A due anni e mezzo di distanza dalla presentazione, inizia l'iter in Commissione Agricoltura alla Camera della proposta di legge sulle "farine di grano duro non raffinate" del deputato pugliese L'Abbate (M5S). Ad oggi, i consumatori italiani si trovano costretti ad accettare prodotti etichettati come "integrali" ma che, per la maggior parte, sono realizzati con farina raffinata industrialmente (la cosiddetta "00") a cui è aggiunta una crusca devitalizzata e finemente macinata. Pane, pasta, fette biscottate, cracker, prodotti da forno, biscotti e dolci preparati con farine bianche arricchite di crusca o cruschello che risultano privi del germe e non dispongono, quindi, di tutte le sostanze che cooperano per garantire il massimo assorbimento dei nutrienti e l'ottimale digeribilità, con tutti i relativi benefici per la salute che ne conseguono come testimoniato da recenti studi scientifici. A cercare di porre rimedio, con l'obiettivo di offrire una migliore informazione e una possibilità di scelta maggiormente consapevole ai consumatori italiani, è la Camera dei Deputati che ora in Commissione Agricoltura ha iniziato l'iter di discussione della proposta di legge dal titolo "Disposizioni concernenti l'etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro vendita e del loro consumo", depositata dal deputato pugliese Giuseppe L'Abbate (M5S) nel gennaio 2014. "Con l'introduzione della dicitura 'farine integre' puntiamo a fare finalmente chiarezza ed a distinguere i prodotti 100% integrali da quelli che vedono oggi le farine raffinate mischiate a crusca o cruschello - spiega il capogruppo 5 Stelle in Commissione Agricoltura a Montecitorio - Così facendo avremo un doppio beneficio: da un lato i consumatori potranno scegliere liberamente, avendo a disposizione maggiori informazioni, dall'altro i produttori saranno tutelati perché vedranno valorizzato il loro prodotto che, sinché la nostra normativa non entrerà in vigore, finisce per non avere una chiara e marcata differenziazione all'interno del generico calderone dei prodotti integrali. Confidiamo in un percorso condiviso con la maggioranza - conclude L'Abbate (M5S) - nella speranza che si giunga presto al voto finale".