Cronaca
Evasione fiscale: imprenditore non dichiarava il denaro detenuto in paradisi fiscali
La Guardia di Finanza sequestra 1,5 milioni di euro
Puglia - mercoledì 8 luglio 2020
15.45
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno sottoposto a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, le disponibilità finanziarie di un imprenditore barese, operante nel settore delle agenzie di viaggio e dei corsi di lingua straniera, indagato per dichiarazione infedele, il quale nel tempo, al fine di evadere le imposte, ha costituito strutture societarie in paradisi fiscali. Il decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP del Tribunale di Bari – su richiesta della Procura della Repubblica di Bari - è stato eseguito dai finanzieri del I Gruppo Tutela Entrate, articolazione interna al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di evasione fiscale.
Complessivamente, è stato accertato che l'imprenditore, negli anni 2013 e 2014, ha detenuto in Stati esteri a fiscalità privilegiata, senza dichiararli in Italia, investimenti e/o attività finanziarie per un importo complessivo di € 3.595.153,73, a fronte dei quali avrebbe dovuto corrispondere all'Erario un'imposta (IRPEF) di € 1.545.916,10. L'indagato è risultato essere l'effettivo titolare di alcune società di diritto estero, utilizzate per mantenere le disponibilità di risorse finanziarie fuori dal territorio nazionale, in particolare negli Stati Uniti d'America, a San Marino, in Svizzera, in Libano e negli Emirati Arabi Uniti. Gli esiti dell'attività d'indagine costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Procura della Repubblica di Bari, in stretta sinergia con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, per la repressione del grave fenomeno dell'evasione fiscale, a tutela dei cittadini e degli imprenditori rispettosi delle regole, al fine di assicurare l'equità sociale quale condizione fondamentale del benessere della collettività.
Complessivamente, è stato accertato che l'imprenditore, negli anni 2013 e 2014, ha detenuto in Stati esteri a fiscalità privilegiata, senza dichiararli in Italia, investimenti e/o attività finanziarie per un importo complessivo di € 3.595.153,73, a fronte dei quali avrebbe dovuto corrispondere all'Erario un'imposta (IRPEF) di € 1.545.916,10. L'indagato è risultato essere l'effettivo titolare di alcune società di diritto estero, utilizzate per mantenere le disponibilità di risorse finanziarie fuori dal territorio nazionale, in particolare negli Stati Uniti d'America, a San Marino, in Svizzera, in Libano e negli Emirati Arabi Uniti. Gli esiti dell'attività d'indagine costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Procura della Repubblica di Bari, in stretta sinergia con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, per la repressione del grave fenomeno dell'evasione fiscale, a tutela dei cittadini e degli imprenditori rispettosi delle regole, al fine di assicurare l'equità sociale quale condizione fondamentale del benessere della collettività.