Storia
Evitare di commettere l'errore di considerare la mafia come qualcosa che non ci riguarda
La dichiarazione di Renato Perrini per l'anniversario della Strage di Via D'Amelio a Palermo
Puglia - mercoledì 19 luglio 2023
19.24
Per l'anniversario della Strage di Via D'Amelio a Palermo avvenuta il 19 luglio 1992, il presidente della Commissione Regionale di Studio e d'Inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, Renato Perrini ha rilasciato la seguente dichiarazione: """Sono trascorsi 31 anni dalla strage mafiosa di via D'Amelio, in cui furono uccisi dalla mafia Paolo Borsellino e la sua scorta, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Tutti servitori dello Stato il cui sorriso, espressione della straordinaria forza con la quale vivevano il loro intenso quotidiano, è tuttora una preziosa testimonianza per coloro che lottano, senza sosta, impegnandosi fino in fondo nel perseguire la legalità e la giustizia sempre, senza se e senza ma. Un sorriso che, come ho affermato in più circostanze in qualità di Presidente della Commissione di studio e di indagine contro la criminalità organizzata in Puglia, non significa assenza di paura, insita in ciascuno, ma rappresenta piuttosto il simbolo di una sfida più grande. Ai più giovani desidero che arrivi un chiaro messaggio, ovvero evitare di commettere l'errore di considerare la mafia come qualcosa che non ci riguarda, come un fenomeno confinato solo a una parte del Paese: cosa che purtroppo non è. Per continuare la battaglia di chi ci ha preceduti, dobbiamo infatti ricordare come la mafia sia innanzitutto un atteggiamento culturale, che si declina in tutti i comportamenti omertosi, di silenzio di fronte ai soprusi, di rassegnazione di fronte a chi, ancora oggi, utilizza il lavoro come merce di scambio. Comportamenti che dobbiamo combattere ogni giorno, avendo come faro proprio il sorriso di tutte quelle donne e uomini che, pur consapevoli dell'enorme rischio, hanno servito lo Stato fino al sacrificio della vita. Insieme possiamo contrastare la cultura mafiosa, tutti i giorni, in ogni tempo."""
Mentre, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha dichiarato: """Abbiamo imparato in questi anni che per la lotta alla mafia non servono proclami o moralismi. Bensì ogni giorno, con coraggio, serve condurre la battaglia per affermare i diritti dei più deboli e affermare la legalità con fatti concreti, che anche la politica deve compiere. La Regione Puglia è impegnata ogni giorno con atti concreti nella costruzione di un tessuto civile, sociale ed economico fondato sulla legalità, sulla giustizia, sull'impegno, sulla solidarietà e sulla responsabilità. Lo fa attraverso la Fondazione "Stefano Fumarulo" e attraverso i tanti progetti di antimafia sociale messi in campo in tutti questi anni. Nel giorno dell'anniversario della morte di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, sentiamo ancor di più il dovere di continuare a praticare la memoria come impegno civico, come forza rigeneratrice, come dovere per costruire nei fatti il cambiamento che desideriamo""".
Mentre, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha dichiarato: """Abbiamo imparato in questi anni che per la lotta alla mafia non servono proclami o moralismi. Bensì ogni giorno, con coraggio, serve condurre la battaglia per affermare i diritti dei più deboli e affermare la legalità con fatti concreti, che anche la politica deve compiere. La Regione Puglia è impegnata ogni giorno con atti concreti nella costruzione di un tessuto civile, sociale ed economico fondato sulla legalità, sulla giustizia, sull'impegno, sulla solidarietà e sulla responsabilità. Lo fa attraverso la Fondazione "Stefano Fumarulo" e attraverso i tanti progetti di antimafia sociale messi in campo in tutti questi anni. Nel giorno dell'anniversario della morte di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, sentiamo ancor di più il dovere di continuare a praticare la memoria come impegno civico, come forza rigeneratrice, come dovere per costruire nei fatti il cambiamento che desideriamo""".