Eventi e cultura
Farmaci per tutti, farmaci per il futuro
Le testimonianze dei relatori al Meeting di Rimini
Italia - venerdì 26 agosto 2022
8.56
"Fare impresa nell'ambito sanitario", titolo di uno degli ultimi incontri della XLIII Edizione del Meeting di Rimini, è l'impegno di chi vuole rispondere al bisogno di salute delle persone. Tre le storie raccontate dalla voce stessa dei protagonisti. Sergio Daniotti, presidente del Banco Farmaceutico, ha raccontato i numeri di una no-profit che però è chiamata alle stesse sfide di un'impresa profit: «Servono elevate professionalità, la capacità di innovazione e adattamento e le stesse professionalità che si adoperano dentro un'azienda farmaceutica». Il Banco Farmaceutico, nato nel 2000, ha al centro dei suoi pensieri i suoi beneficiari: «I nostri azionisti sono i poveri. Non siamo per i poveri, noi siamo dei poveri». Una realtà agile: «Il farmaco è un bene dall'alto valore economico, costiamo poco rispetto al valore che generiamo. Per ogni euro di investimento ci sono 21,38 euro di beni sanitari donati».Daniotti ha ricordato gli impegni del Banco Farmaceutico: la settimana di raccolta del farmaco, il sostegno a 1800 realtà a contatto con i poveri, lo sforzo durante la pandemia anche per i dispositivi di protezione individuale e l'aiuto recente all'Ucraina.
Il fondatore e presidente Diatech Pharmacogenetics, Fabio Biondi ha segnalato le sfide di chi presidia un settore d'avanguardia: «La farmacogenetica è lo studio dell'impatto della genetica nei farmaci. Noi siamo leader in Italia e tra le prime in Europa per questa nuova disciplina». Essere imprenditori è una sfida che vede come colonna portante il senso di responsabilità: «Sono in aumento le malattie oncologiche. Con la farmacogenetica e le medicine personalizzate stiamo ottenendo il risultato di cronicizzare la malattia, aumentando la qualità di vita dei pazienti. La cura del futuro», anticipa Biondi, «sarà poco invasiva, sarà economica, speriamo a disposizione di tutti».
Infine don Luc Zongo, sacerdote camilliano originario del Burkina Faso, ma che ha studiato a lungo farmacologia a Roma Tor Vergata, ha condiviso con il popolo del Meeting un sogno nato dieci anni fa e che adesso si sta concretizzando. «Nel nostro ospedale dei Camilliani in Burkina Faso», ha raccontato, «facciamo 1500 consultazioni al giorno, aiutando molto il Governo nel sostenere i malati». Le diagnosi ci sono, ma i farmaci sono scarsi e costosi. «Nel dicembre 2012, durante un corso di tecnologia farmaceutica», ha ricordato, «ho riflettuto su quanto la soluzione fisiologica, fatta in gran parte di acqua, costi così tanto in funzione delle spese di trasporto». Da qui, il sogno di Cami-Pharm, che ha mosso i primi passi concreti nel febbraio 2021. La possibilità, cioè, di produrre farmaci in loco, con un'impresa di produzione farmaceutica camilliana «potente e capace di coprire le necessità in termini di farmaci essenziali». Cami-Pharm si pone l'obiettivo di coprire il 30% del mercato domestico del Burkina Faso nei suoi primi cinque anni, coinvolgendo 150 dipendenti diretti e 3000 indiretti, valorizzando le materie prime locali e garantendo l'indipendenza farmaceutica, resasi ancora più necessaria in contesto di crisi e di pandemia. Cami-Pharm ha già i terreni e sta muovendo i passi successivi secondo programma: «Spero di tornare al Meeting nei prossimi anni», ha auspicato don Zongo, «con l'officina farmaceutica già avviata».
Il fondatore e presidente Diatech Pharmacogenetics, Fabio Biondi ha segnalato le sfide di chi presidia un settore d'avanguardia: «La farmacogenetica è lo studio dell'impatto della genetica nei farmaci. Noi siamo leader in Italia e tra le prime in Europa per questa nuova disciplina». Essere imprenditori è una sfida che vede come colonna portante il senso di responsabilità: «Sono in aumento le malattie oncologiche. Con la farmacogenetica e le medicine personalizzate stiamo ottenendo il risultato di cronicizzare la malattia, aumentando la qualità di vita dei pazienti. La cura del futuro», anticipa Biondi, «sarà poco invasiva, sarà economica, speriamo a disposizione di tutti».
Infine don Luc Zongo, sacerdote camilliano originario del Burkina Faso, ma che ha studiato a lungo farmacologia a Roma Tor Vergata, ha condiviso con il popolo del Meeting un sogno nato dieci anni fa e che adesso si sta concretizzando. «Nel nostro ospedale dei Camilliani in Burkina Faso», ha raccontato, «facciamo 1500 consultazioni al giorno, aiutando molto il Governo nel sostenere i malati». Le diagnosi ci sono, ma i farmaci sono scarsi e costosi. «Nel dicembre 2012, durante un corso di tecnologia farmaceutica», ha ricordato, «ho riflettuto su quanto la soluzione fisiologica, fatta in gran parte di acqua, costi così tanto in funzione delle spese di trasporto». Da qui, il sogno di Cami-Pharm, che ha mosso i primi passi concreti nel febbraio 2021. La possibilità, cioè, di produrre farmaci in loco, con un'impresa di produzione farmaceutica camilliana «potente e capace di coprire le necessità in termini di farmaci essenziali». Cami-Pharm si pone l'obiettivo di coprire il 30% del mercato domestico del Burkina Faso nei suoi primi cinque anni, coinvolgendo 150 dipendenti diretti e 3000 indiretti, valorizzando le materie prime locali e garantendo l'indipendenza farmaceutica, resasi ancora più necessaria in contesto di crisi e di pandemia. Cami-Pharm ha già i terreni e sta muovendo i passi successivi secondo programma: «Spero di tornare al Meeting nei prossimi anni», ha auspicato don Zongo, «con l'officina farmaceutica già avviata».