Territorio
Fauna selvatica: accelerare l’approvazione della legge regionale sul risarcimento dei danni
COLDIRETTI Foggia ha chiesto incontro urgente in Prefettura
Puglia - giovedì 7 marzo 2019
18.05
Emergenza fauna selvatica in provincia di Foggia, per cui la Coldiretti di Capitanata, a seguito di un incontro con il Prefetto Mariani, ha richiesto un incontro urgente in Prefettura con i Sindaci dei Comuni ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano, dei rappresentanti dell'Ente Parco Nazionale del Gargano e delle altre Aree protette della Provincia, dei Servizi Veterinari delle AASSLL e dell'ISPRA per chiedere alla Regione Puglia di accelerare l'approvazione della legge regionale sul risarcimento dei danni da fauna selvatica, proposta da Coldiretti Puglia e osservata dal Governo esclusivamente su due punti, già modificati e aggiornati nelle Commissioni regionali congiunte II e IV, ma non è ancora tornata in Consiglio regionale.
"E' necessario, inoltre, snellire e semplificare le procedure amministrative per ottenere il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle aziende ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano – ha chiesto il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo - utilizzando parametri più aggiornati e abbattendo i tempi di attesa per il risarcimento, migliorare i controlli statistici sul numero degli esemplari di cinghiale e di lupo, al fine, per quest'ultimo, di stabilire con ottima approssimazione, quanti siano i lupi "in purezza" e quanto gli "ibridi" e i cani inselvatichiti che attaccano gli allevamenti e, in alcuni casi, l'uomo; per quanto riguarda i cinghiali, prevedere il prelievo venatorio "controllato" o il "selecontrollo" anche nelle aree protette e oltre il periodo di caccia".
I danni provocati dalla fauna selvatica alle aziende agricole, agli allevamenti zootecnici e alle imprese che praticano l'acquacoltura rappresentano spesso la voce negativa più importante nei bilanci aziendali – ha denunciato Coldiretti Foggia - e rischiano di compromettere la presenza e la sussistenza delle imprese agricole sia nelle aree più interne, dove le alternative occupazionali sono praticamente inesistenti e le aziende agricole svolgono un ruolo di presidio territoriale, sia nelle aree di pianura, dove l'attività agro-pastorale e l'acquacoltura sono una voce rilevante del PIL provinciale. "I lupi, che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura, impattando negativamente sugli allevamenti ovini, bovini soprattutto nel periodo dell'alpeggio e le tradizionali misure di protezione – ha aggiunto il presidente De Filippo - si rivelano spesso inefficaci anche in considerazione delle vaste aree destinate al pascolo brado estivo. I cinghiali, ormai numerosissimi in tutte le aree, presenti persino a ridosso dei centri abitati, portano distruzione in tutte le colture agrarie, soprattutto legumi e ortaggi, ma anche nei campi seminati. Si tratta di esemplari particolarmente resistenti e di grossa taglia che praticamente non registrano un antagonista naturale, in quanto anche il lupo preferisce attaccare vitelli o agnelli. Gli storni, nella regione Puglia, non sono più una specie migratoria, sono diventati stanziali e trovano ricovero in capannoni abbandonati, nei lidi durante la stagione invernale e negli uliveti, - dice ancora De Filippo - soprattutto durante e dopo la nidificazione, arrecando danni ingentissimi agli uliveti e ai seminativi, perché si cibano di olive e di semi, e agli ortaggi perché sporcano di guano le produzioni, abbattendone il valore commerciale. I cormorani, infine, sono i "nemici" indiscussi degli impianti di acquacoltura che devono, tra l'altro, difendersi dai predatori acquatici come i tonni che penetrano nelle recinzioni". La presenza sempre più rilevante della fauna selvatica, in provincia di Foggia, non solo nelle aree ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano, rischia, immancabilmente, di determinare forme di malcontento tra gli allevatori e gli agricoltori che potrebbero sfociare in incontrollate manifestazioni per chiedere maggiore tutela del diritto di proprietà e congrui risarcimenti dei danni. Non sono, altresì, da trascurare i pericoli per la viabilità stradale – conclude Coldiretti Foggia - anche in considerazione dell'approssimarsi della stagione estiva, e per l'igiene e la sicurezza pubblica che potrebbero risultare compromesse dalla trasmissione di malattie e di zoonosi da parte della fauna selvatica.
"E' necessario, inoltre, snellire e semplificare le procedure amministrative per ottenere il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle aziende ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano – ha chiesto il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo - utilizzando parametri più aggiornati e abbattendo i tempi di attesa per il risarcimento, migliorare i controlli statistici sul numero degli esemplari di cinghiale e di lupo, al fine, per quest'ultimo, di stabilire con ottima approssimazione, quanti siano i lupi "in purezza" e quanto gli "ibridi" e i cani inselvatichiti che attaccano gli allevamenti e, in alcuni casi, l'uomo; per quanto riguarda i cinghiali, prevedere il prelievo venatorio "controllato" o il "selecontrollo" anche nelle aree protette e oltre il periodo di caccia".
I danni provocati dalla fauna selvatica alle aziende agricole, agli allevamenti zootecnici e alle imprese che praticano l'acquacoltura rappresentano spesso la voce negativa più importante nei bilanci aziendali – ha denunciato Coldiretti Foggia - e rischiano di compromettere la presenza e la sussistenza delle imprese agricole sia nelle aree più interne, dove le alternative occupazionali sono praticamente inesistenti e le aziende agricole svolgono un ruolo di presidio territoriale, sia nelle aree di pianura, dove l'attività agro-pastorale e l'acquacoltura sono una voce rilevante del PIL provinciale. "I lupi, che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura, impattando negativamente sugli allevamenti ovini, bovini soprattutto nel periodo dell'alpeggio e le tradizionali misure di protezione – ha aggiunto il presidente De Filippo - si rivelano spesso inefficaci anche in considerazione delle vaste aree destinate al pascolo brado estivo. I cinghiali, ormai numerosissimi in tutte le aree, presenti persino a ridosso dei centri abitati, portano distruzione in tutte le colture agrarie, soprattutto legumi e ortaggi, ma anche nei campi seminati. Si tratta di esemplari particolarmente resistenti e di grossa taglia che praticamente non registrano un antagonista naturale, in quanto anche il lupo preferisce attaccare vitelli o agnelli. Gli storni, nella regione Puglia, non sono più una specie migratoria, sono diventati stanziali e trovano ricovero in capannoni abbandonati, nei lidi durante la stagione invernale e negli uliveti, - dice ancora De Filippo - soprattutto durante e dopo la nidificazione, arrecando danni ingentissimi agli uliveti e ai seminativi, perché si cibano di olive e di semi, e agli ortaggi perché sporcano di guano le produzioni, abbattendone il valore commerciale. I cormorani, infine, sono i "nemici" indiscussi degli impianti di acquacoltura che devono, tra l'altro, difendersi dai predatori acquatici come i tonni che penetrano nelle recinzioni". La presenza sempre più rilevante della fauna selvatica, in provincia di Foggia, non solo nelle aree ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano, rischia, immancabilmente, di determinare forme di malcontento tra gli allevatori e gli agricoltori che potrebbero sfociare in incontrollate manifestazioni per chiedere maggiore tutela del diritto di proprietà e congrui risarcimenti dei danni. Non sono, altresì, da trascurare i pericoli per la viabilità stradale – conclude Coldiretti Foggia - anche in considerazione dell'approssimarsi della stagione estiva, e per l'igiene e la sicurezza pubblica che potrebbero risultare compromesse dalla trasmissione di malattie e di zoonosi da parte della fauna selvatica.