Archeologia
Francesco Morra: Sul futuro Museo di Canosa
Un Museo che sia il punto di partenza per la valorizzazione del territorio di Canosa. Perché allora non sfruttare la presenza di Canne a soli 10 Km da Canosa
Canosa - mercoledì 22 maggio 2013
11.11
Lo scorso 16 maggio su Canosaweb è apparso un intervento del Presidente della Fondazione Archeologica Canosina, Sabino Silvestri. Il Presidente riassumeva così il risultato dell'incontro avvenuto a Bari presso la Regione Puglia sull'istituzione del Museo a Canosa: "la Regione ritiene che Canosa meriti un Museo "importante" ma bisognerà indicare delle possibili soluzioni e localizzazioni entro 20 giorni".
Tra le localizzazioni, il Presidente indicava il Parco Archeologico di San Giovanni, il Mattatoio Comunale e Palazzo Mazzini, sottolineando "che non ci sono vincoli sul fatto che si possa trattare di una nuova costruzione o di una ristrutturazione" e che la somma a disposizione potrebbe attestarsi sui 10-12 milioni. Il Presidente chiudeva il suo intervento auspicando suggerimenti da parte dei canosini per aiutare il Comune nella sua scelta.
Colgo l'invito del Presidente Silvestri a partecipare al dibattito sul Museo.
Innanzitutto, la mia domanda di fondo è: su quali basi privilegiare una scelta a discapito dell'altra? E a chi toccherebbe decidere?
Di solito, in questi casi, si fa un bando pubblico di concorso: in questo modo vari studi di architettura e di urbanistica, sulla base dei vincoli posti dal bando possono partecipare al concorso fornendo così svariate idee e progetti per la realizzazione del Museo.
Può darsi che Renzo Piano o Calatrava non siano interessati alla realizzazione di un Museo a Canosa, tuttavia un bando potrebbe dare la possibilità a diversi studi di architettura, magari anche di giovani pugliesi, di presentare dei progetti assolutamente validi; tra questi progetti una commissione sceglierebbe il progetto più interessante.
Chiedo, dunque? E' possibile istituire un bando pubblico di concorso? Si fa ancora in tempo? Avrebbe dei costi eccessivi?
Non credo si possa mettere in discussione l'importanza di avere un Museo "importante" a Canosa, non fosse altro che in questo modo eventuali altri reperti che dovessero essere scoperti a Canosa rimangano nella nostra città e non prendano la via di Bari o Taranto. Ma una domanda importante che dobbiamo porci è: che tipo di Museo vogliamo a Canosa? Un Museo che parli esclusivamente della storia di Canosa? O un Museo che si allarghi alla storia della Daunia e della Peucezia e dunque un Museo di portata più ampia?
Tuttavia, parliamoci chiaro: un Museo, per quanto interessante, di per sé non genera flussi turistici. Se pensiamo a un semplice contenitore, ci toglieremo lo sfizio di avere un museo tutto nostro ma correremo il rischio di avere una cattedrale nel deserto.
Perché il museo abbia una sua rilevanza è necessario che il Museo passi da semplice contenitore a "Museo Relazionale" e che intorno al Museo si costruisca un progetto ed un percorso; il Museo cioè come luogo di esperienza conoscitiva, aggregazione sociale, crescita civile e ridefinizione identitaria dei singoli e delle collettività.
Pensare oggi a un museo che non sia in grado di sfruttare al massimo le tecnologie multimediali, significa già in partenza aver perso la sfida.
Ai musei moderni si chiede non più di essere contenitori, ma generatori di emozioni e generatori di studi e di sviluppo di marketing dell'area circostante.
Ho ancora negli occhi la mostra Principi, Imperatori, Vescovi tenuta a Bari nel 1992; posso augurarmi che un percorso simile di esposizione sia pensato nell'allestimento del Museo.
Ad esempio, i vasi di canosa raccontano i miti dell'antica Grecia: l'Iliade, la mitologia greca sono raccontati nelle pitture dei nostri vasi. La Fondazione già da tempo si è impegnata a ricostruire la magia delle atmosfere dei miti greci con molteplici manifestazioni; far rivivere, raccontare il mito dell'Antica Grecia, degli eroi Greci grazie ai vasi di Canosa sarà un elemento imprescindibile nell'allestimento del Museo.
I miei studi di storia militare mi portano a considerare anche la presenza della vicina Canne della Battaglia.
La battaglia di Canne è una delle battaglie più importanti e famose nella storia; qui Annibale sconfisse nel 216 a.C., le truppe romane con la famosa tattica della manovra a tenaglia e dell'accerchiamento. Non c'è battaglia più famosa e studiata da tutti gli storici militari e da tutte le accademie militari di tutto il mondo: perché la battaglia di Canne è una battaglia di annientamento; l'ossessione di ripetere la manovra di Annibale sarebbe stata l'ossessione dello Stato Maggiore Tedesco durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Il Piano Von Schlieffen, il piano tedesco della I Prima Guerra Mondiale, era esattamente ricalcato sulla manovra di Annibale a Canne; ed ancora nella Seconda Guerra Mondiale, l'Operazione Zitadell, la battaglia per la conquista del saliente di Kursk, era ricalcata sulla manovra di Annibale (i russi erano penetrati in profondità con un cuneo nella linea difensiva tedesca e con l'Operazione Zitadell i tedeschi speravano di tagliare e accerchiare il saliente sovietico). In fondo, anche la battaglia di Stalingrado che vide la vittoria delle truppe sovietiche fu il rinchiudere in una sacca le armate tedesche.
Perché allora non sfruttare la presenza di Canne a soli 10 Km da Canosa in maniera tale che il Museo diventi anche un Centro Studi della Battaglia, dedicando un settore importante della sua struttura a questo avvenimento, diventandone così un punto di riferimento anche per gli studiosi di Storia Militare.
E' a Canosa che le truppe romane si rifugiano dopo la sconfitta; è a Canosa che Scipione l'Africano trova riparo ("Quelli che eran riparati a Canosa, e che dai Canosini avevano avuto soltanto alloggio entro le mura e nelle case, furono da una donna pugliese di nome Busa, insigne per nascita e per ricchezze, sovvenuti di abiti, di frumento e anche di denaro; e per tale sua munificenza il Senato, a guerra finita, le tributò grandi onori" – Tito Livio)
La possibilità di sviluppare un progetto che faccia diventare il Museo di Canosa anche un Centro di interpretazione culturale, anche di questo avvenimento, cooperando in stretta sinergia con il Comune di Barletta per quel che riguarda propriamente la valorizzazione del sito di Canne per un percorso comune che valorizzi il territorio non è certamente da scartarsi e mi auguro che venga preso in considerazione.
E perché no pensare ad una valorizzazione di un percorso dell'Ofanto che da Canne va a Canosa sino a Venosa diventando un percorso di archeotrekking o un percorso per i camperisti.
Non pensare al Museo di Canosa anche come collegamento con Canne sarebbe una mancanza di lungimiranza.
Per concludere: un bando pubblico di concorso con più idee che possano far diventare l'istituzione del Museo anche un evento culturale e architettonico in sè; un Museo che sia il più aperto possibile alla multimedialità; un Museo che racconti il Mito dell'antica Grecia e dei sui eroi; un Museo che sia un centro di interpretazione culturale per la Battaglia di Canne.
Un Museo che sia il punto di partenza per la valorizzazione del territorio di Canosa.
Francesco Morra
Le foto sono del Museoparc di Alesia, in Francia, un Museo che a mio parere può essere preso come punto di riferimento per il Museo di Canosa.
RIPRODUZIONE VIETATA ANCHE PARZIALE.
Tra le localizzazioni, il Presidente indicava il Parco Archeologico di San Giovanni, il Mattatoio Comunale e Palazzo Mazzini, sottolineando "che non ci sono vincoli sul fatto che si possa trattare di una nuova costruzione o di una ristrutturazione" e che la somma a disposizione potrebbe attestarsi sui 10-12 milioni. Il Presidente chiudeva il suo intervento auspicando suggerimenti da parte dei canosini per aiutare il Comune nella sua scelta.
Colgo l'invito del Presidente Silvestri a partecipare al dibattito sul Museo.
Innanzitutto, la mia domanda di fondo è: su quali basi privilegiare una scelta a discapito dell'altra? E a chi toccherebbe decidere?
Di solito, in questi casi, si fa un bando pubblico di concorso: in questo modo vari studi di architettura e di urbanistica, sulla base dei vincoli posti dal bando possono partecipare al concorso fornendo così svariate idee e progetti per la realizzazione del Museo.
Può darsi che Renzo Piano o Calatrava non siano interessati alla realizzazione di un Museo a Canosa, tuttavia un bando potrebbe dare la possibilità a diversi studi di architettura, magari anche di giovani pugliesi, di presentare dei progetti assolutamente validi; tra questi progetti una commissione sceglierebbe il progetto più interessante.
Chiedo, dunque? E' possibile istituire un bando pubblico di concorso? Si fa ancora in tempo? Avrebbe dei costi eccessivi?
Non credo si possa mettere in discussione l'importanza di avere un Museo "importante" a Canosa, non fosse altro che in questo modo eventuali altri reperti che dovessero essere scoperti a Canosa rimangano nella nostra città e non prendano la via di Bari o Taranto. Ma una domanda importante che dobbiamo porci è: che tipo di Museo vogliamo a Canosa? Un Museo che parli esclusivamente della storia di Canosa? O un Museo che si allarghi alla storia della Daunia e della Peucezia e dunque un Museo di portata più ampia?
Tuttavia, parliamoci chiaro: un Museo, per quanto interessante, di per sé non genera flussi turistici. Se pensiamo a un semplice contenitore, ci toglieremo lo sfizio di avere un museo tutto nostro ma correremo il rischio di avere una cattedrale nel deserto.
Perché il museo abbia una sua rilevanza è necessario che il Museo passi da semplice contenitore a "Museo Relazionale" e che intorno al Museo si costruisca un progetto ed un percorso; il Museo cioè come luogo di esperienza conoscitiva, aggregazione sociale, crescita civile e ridefinizione identitaria dei singoli e delle collettività.
Pensare oggi a un museo che non sia in grado di sfruttare al massimo le tecnologie multimediali, significa già in partenza aver perso la sfida.
Ai musei moderni si chiede non più di essere contenitori, ma generatori di emozioni e generatori di studi e di sviluppo di marketing dell'area circostante.
Ho ancora negli occhi la mostra Principi, Imperatori, Vescovi tenuta a Bari nel 1992; posso augurarmi che un percorso simile di esposizione sia pensato nell'allestimento del Museo.
Ad esempio, i vasi di canosa raccontano i miti dell'antica Grecia: l'Iliade, la mitologia greca sono raccontati nelle pitture dei nostri vasi. La Fondazione già da tempo si è impegnata a ricostruire la magia delle atmosfere dei miti greci con molteplici manifestazioni; far rivivere, raccontare il mito dell'Antica Grecia, degli eroi Greci grazie ai vasi di Canosa sarà un elemento imprescindibile nell'allestimento del Museo.
I miei studi di storia militare mi portano a considerare anche la presenza della vicina Canne della Battaglia.
La battaglia di Canne è una delle battaglie più importanti e famose nella storia; qui Annibale sconfisse nel 216 a.C., le truppe romane con la famosa tattica della manovra a tenaglia e dell'accerchiamento. Non c'è battaglia più famosa e studiata da tutti gli storici militari e da tutte le accademie militari di tutto il mondo: perché la battaglia di Canne è una battaglia di annientamento; l'ossessione di ripetere la manovra di Annibale sarebbe stata l'ossessione dello Stato Maggiore Tedesco durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Il Piano Von Schlieffen, il piano tedesco della I Prima Guerra Mondiale, era esattamente ricalcato sulla manovra di Annibale a Canne; ed ancora nella Seconda Guerra Mondiale, l'Operazione Zitadell, la battaglia per la conquista del saliente di Kursk, era ricalcata sulla manovra di Annibale (i russi erano penetrati in profondità con un cuneo nella linea difensiva tedesca e con l'Operazione Zitadell i tedeschi speravano di tagliare e accerchiare il saliente sovietico). In fondo, anche la battaglia di Stalingrado che vide la vittoria delle truppe sovietiche fu il rinchiudere in una sacca le armate tedesche.
Perché allora non sfruttare la presenza di Canne a soli 10 Km da Canosa in maniera tale che il Museo diventi anche un Centro Studi della Battaglia, dedicando un settore importante della sua struttura a questo avvenimento, diventandone così un punto di riferimento anche per gli studiosi di Storia Militare.
E' a Canosa che le truppe romane si rifugiano dopo la sconfitta; è a Canosa che Scipione l'Africano trova riparo ("Quelli che eran riparati a Canosa, e che dai Canosini avevano avuto soltanto alloggio entro le mura e nelle case, furono da una donna pugliese di nome Busa, insigne per nascita e per ricchezze, sovvenuti di abiti, di frumento e anche di denaro; e per tale sua munificenza il Senato, a guerra finita, le tributò grandi onori" – Tito Livio)
La possibilità di sviluppare un progetto che faccia diventare il Museo di Canosa anche un Centro di interpretazione culturale, anche di questo avvenimento, cooperando in stretta sinergia con il Comune di Barletta per quel che riguarda propriamente la valorizzazione del sito di Canne per un percorso comune che valorizzi il territorio non è certamente da scartarsi e mi auguro che venga preso in considerazione.
E perché no pensare ad una valorizzazione di un percorso dell'Ofanto che da Canne va a Canosa sino a Venosa diventando un percorso di archeotrekking o un percorso per i camperisti.
Non pensare al Museo di Canosa anche come collegamento con Canne sarebbe una mancanza di lungimiranza.
Per concludere: un bando pubblico di concorso con più idee che possano far diventare l'istituzione del Museo anche un evento culturale e architettonico in sè; un Museo che sia il più aperto possibile alla multimedialità; un Museo che racconti il Mito dell'antica Grecia e dei sui eroi; un Museo che sia un centro di interpretazione culturale per la Battaglia di Canne.
Un Museo che sia il punto di partenza per la valorizzazione del territorio di Canosa.
Francesco Morra
Le foto sono del Museoparc di Alesia, in Francia, un Museo che a mio parere può essere preso come punto di riferimento per il Museo di Canosa.
RIPRODUZIONE VIETATA ANCHE PARZIALE.