Presidente Ventola
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Ventola interviene sulla chiusura del reparto di Ostetricia

L’inizio di una mobilitazione forte e decisa. L'Ospedale di Canosa non è un "bidone vuoto"

Con la nascita di un Comitato per l'Ospedale di Canosa, la Città ha risposto immediatamente alle decisioni prese dalla Giunta Regionale sulla Sanità che, tra le altre cose, ha deliberato la chiusura del nostro "punto nascita", il Reparto di Ostetricia.
E' questo, al momento, l'epilogo temuto che tante volte ci ha indotto a richiamare l'attenzione di tutti sulla gestione del Governo pugliese che in Sanità soprattutto, ma non solo, ha dimostrato la propria vacuità ed inaffidabilità.
Perciò, appena saputa la notizia ho fatto formalizzare la richiesta di un incontro pubblico invitando tutti a partecipare per porre un fronte unico contro questa inaccettabile decisione.
L'Ospedale di Canosa non è un "bidone vuoto", come ritiene, invece, il governatore Nichi Vendola e non lo diventerà mai, nonostante i tantissimi tentativi di svuotarlo lentamente di reparti, servizi e personale.
L'Ospedale, dedicato ai Caduti in guerra, è pieno di "persone" - personale del comparto e dirigenti medici che dedicano il loro impegno e la loro capacità professionale per andare avanti nonostante le tante difficoltà di volta in volta poste in essere -, è ospedale di riferimento - per tanti pazienti di Canosa, Minervino, Spinazzola e di tanti altri paesi dell'interland, che non meritano tale considerazione -.

Oggi lo svuotamento viene tentato con la chiusura del Reparto di Ostetricia, Unità Operativa ristrutturata e completa perché fatta oggetto in passato di investimenti strutturali, e di attenzione nella scelta degli operatori. Scelte che intendevano impedire l'emorragia di pazienti che sarebbe pesata anche sui "conti" per attività e prestazioni all'utenza.
Non è un caso se, nonostante non sia ancora completamente a regime, i numeri delle nascite sono oltre l'indice minimo stabilito dal Ministero della Sanità e dalla Conferenza Stato–Regioni per poter rimanere operativo rispettando i requisiti imposti da protocolli terapeutici e quindi, da valutazioni tecnico-economiche.

Che senso ha, perciò, l'aziendalizzazione, la scelta e la nomina di Direttori Generali e dirigenti medici, la programmazione di investimenti, la realizzazione di messa a norma delle strutture e così via se poi, ogni volta, si cambiano le carte in tavola, anzi, in barba proprio a queste si fanno scelte scriteriate?
Di fronte al fallimento completo di questa Regione che passa dal sostegno a parole dei più deboli a calpestarne subito dopo la dignità, visto che sono saltati obiettivi, indici e criteri e visto che ogni decisione è solo frutto di arroganza e miopia imposta con la forza politica dei numeri, allora è necessario che tutti noi, che tutta Canosa risponda con i suoi numeri.
Passato il momento elettorale, senza voler sottolineare la coerenza e l'attendibilità dell'impegno politico e di quanto affermato a proposito, occorre una mobilitazione generale delle forze politiche e sociali, come di tutti i Cittadini.
Pertanto, ritengo che vada affidata al nostro Sindaco, al Sindaco della Città di Canosa, tutto il sostegno e la forza necessaria per battere i pugni nelle sedi decisionali della Regione Puglia.

La nostra ASL ha i più bassi indici di posti letto per abitante; se tagli devono essere fatti, si facciano altrove e anche lì, a tutela della gente, fermo restante il principio sacrosanto che prima siano attivati o integrati i servizi sostitutivi.
La costituzione del Comitato contro la chiusura del Reparto di Ostetricia e la difesa dell'Ospedale di Canosa è l'inizio di una mobilitazione forte e decisa che non dovrà fermarsi senza aver raggiunto i risultati voluti."

Francesco Ventola
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