Eventi e cultura
Gli aerei americani di Pantanella in missione su Auschwitz
Il 27 gennaio prossimo sarà la Giornata della Memoria. Un canosino che da ragazzo ha lavorato a Pantanella, in un magazzino di ferramenta
Canosa - lunedì 21 gennaio 2013
16.18
La foto che presentiamo mostra il campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau visto dall'alto; sulla sinistra della foto si notano delle bombe cadere: la foto infatti è stata scattata a bordo di un bombardiere americano in operazione. C'è un legame che unisce questa foto - per anni rimasta classificata negli archivi americani – con la nostra Canosa: quegli aerei in missione su Auschwitz partivano dal "nostro" aeroporto di Pantanella; la missione infatti è avvenuta il 13 settembre 1944 a opera del Gruppo di bombardamento 464, che insieme al 465 era di stanza a Pantanella. La missione aveva come obiettivo quello di colpire la IG Farben, fabbrica che produceva carburante sintetico e gomma per le forze armate tedesche, situata a ridosso del campo di concentramento. Su Canosaweb ho già scritto di Pantanella negli anni 1944-1945, ricordando anche la tragedia del 1° marzo 1945, quando l'esplosione di un deposito di bombe si portò via 9 canosini.
L'aeroporto di Pantanella diede lavoro a moltissimi canosini, e i più anziani ancora serbano qualche raro ricordo degli americani a Canosa. Un canosino che da ragazzo ha lavorato a Pantanella, in un magazzino di ferramenta, D.S., così ricorda quei giorni: "Gli americani, per non farci sentire stranieri tra loro, ci regalavano delle divise militari, che ognuno di noi se la faceva confezionare della propria statura. La mattina noi arrivavamo al campo d'aviazione verso le 7.30 e prendevamo la colazione insieme agli americani. Dopo, mentre ognuno di noi andava al proprio posto di lavoro, gli americani che dovevano volare quel giorno, si recavano al loro aeroplano.
Ogni giorno decollavano una cinquantina di aerei. Quando si erano sistemati tutti a squadriglia prendevano la direzione del Nord Italia, scomparendo all'orizzonte. Durante la giornata non si sapeva niente di loro. Gli americani non dicevano mai dove andavano a bombardare.
Il campo di aviazione fremeva sempre di lavoro: tecnici che riparavano aerei e camions, autocisterne che riempivano di carburante i serbatoi degli aerei rimasti, meccanici che riempivano di bombe e spezzoni il ventre degli aerei che dovevano decollare il giorno dopo.
Nel pomeriggio, verso le 15, ritornavano le squadriglie. I primi ad atterrare erano gli aerei più colpiti e danneggiati. Il rancio l'avevamo due volte al giorno: alle 11 e alle 5 pomeridiane: il rancio consisteva in pane bianco di riso, molto leggero, bistecca arrosto, spinaci; frutta sciroppata, frutta di stagione, sigarette, cioccolata ed un tazzone di latte e caffè.
Malgrado tutti i pericoli che stavano nel campo di aviazione per le bombe, gli spezzoni, le pistole, i fucili e le munizioni in genere, quella vita densa di lavoro in un paesaggio così misterioso ed illuminato da un sole meraviglioso, mi piaceva tanto".
Pantanella - Loconia, Canosa, Maggio 1944 – Agosto 1945.
Francesco Morra
Link del sito da cui è tratta la foto del campo di concentramento:
http://www.ww2incolor.com/us-air-force/photo04.html
L'aeroporto di Pantanella diede lavoro a moltissimi canosini, e i più anziani ancora serbano qualche raro ricordo degli americani a Canosa. Un canosino che da ragazzo ha lavorato a Pantanella, in un magazzino di ferramenta, D.S., così ricorda quei giorni: "Gli americani, per non farci sentire stranieri tra loro, ci regalavano delle divise militari, che ognuno di noi se la faceva confezionare della propria statura. La mattina noi arrivavamo al campo d'aviazione verso le 7.30 e prendevamo la colazione insieme agli americani. Dopo, mentre ognuno di noi andava al proprio posto di lavoro, gli americani che dovevano volare quel giorno, si recavano al loro aeroplano.
Ogni giorno decollavano una cinquantina di aerei. Quando si erano sistemati tutti a squadriglia prendevano la direzione del Nord Italia, scomparendo all'orizzonte. Durante la giornata non si sapeva niente di loro. Gli americani non dicevano mai dove andavano a bombardare.
Il campo di aviazione fremeva sempre di lavoro: tecnici che riparavano aerei e camions, autocisterne che riempivano di carburante i serbatoi degli aerei rimasti, meccanici che riempivano di bombe e spezzoni il ventre degli aerei che dovevano decollare il giorno dopo.
Nel pomeriggio, verso le 15, ritornavano le squadriglie. I primi ad atterrare erano gli aerei più colpiti e danneggiati. Il rancio l'avevamo due volte al giorno: alle 11 e alle 5 pomeridiane: il rancio consisteva in pane bianco di riso, molto leggero, bistecca arrosto, spinaci; frutta sciroppata, frutta di stagione, sigarette, cioccolata ed un tazzone di latte e caffè.
Malgrado tutti i pericoli che stavano nel campo di aviazione per le bombe, gli spezzoni, le pistole, i fucili e le munizioni in genere, quella vita densa di lavoro in un paesaggio così misterioso ed illuminato da un sole meraviglioso, mi piaceva tanto".
Pantanella - Loconia, Canosa, Maggio 1944 – Agosto 1945.
Francesco Morra
Link del sito da cui è tratta la foto del campo di concentramento:
http://www.ww2incolor.com/us-air-force/photo04.html