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Il cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci si può fare mangiare

Coldiretti Puglia che plaude all’approvazione della Giunta regionale della risoluzione della IV Commissione Consiliare Permanente sul  “Sostegno alle iniziative contro il cibo sintetico”

Arriva la risoluzione della Giunta regionale della Puglia contro il cibo sintetico, fortemente voluta da Coldiretti che ha lanciato la petizione per promuovere una legge che vieti produzione, uso e commercializzazione del cibo sintetico per cui sono state raccolte già 35mila firme in Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia che plaude all'approvazione della Giunta regionale della risoluzione della IV Commissione Consiliare Permanente sul "Sostegno alle iniziative contro il cibo sintetico" con la quale l'Assessorato regionale all'Agricoltura, assume l'impegno ad adottare, nel rispetto delle proprie competenze, a mettere in atto tutti i provvedimenti utili al sostegno di iniziative contro il cibo sintetico e difendere, in sede di Conferenza Stato Regioni e nei rapporti con il Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, le filiere agroalimentari pugliesi minacciate dalla diffusione del cibo sintetico, con il presidente della IV Commissione Francesco Paolicelli e l'Assessore regionale all'Agricoltura Donato Pentassuglia proprio fra i primi firmatari in Puglia della petizione di Coldiretti.

Dopo la carne Frankenstein – denuncia Coldiretti Puglia – è arrivato il pesce fuor d'acqua di mare e il latte senza mucche, nuovo simbolo dell'attacco alle stalle e all'intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo, un'aggressione che, dietro belle parole come "salviamo il pianeta" e "sostenibilità, nasconde l'obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi, mentre il 94% dei pugliesi non si fida degli alimenti costruiti in laboratorio tra provette e processori, perché preferiscono mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato (74%), manifestano consistenti dubbi sul fatto che siano sicuri per la salute (13%), mentre il 7% dei pugliesi lo boccia perché il cibo sintetico sfrutta comunque le cellule animali, secondo il sondaggio condotto sul sito della Coldiretti.

Dopo l'autorizzazione per il consumo umano concessa dall'autorità alimentare americana Fda ai filetti di "pollo" creati in laboratorio dalla Upside Foods, azienda statunitense finanziata da big della finanza mondiale come Bill Gates, Richard Branson e il fratello di Elon Musk il rischio è una diffusione anche nell'Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

Le bugie sul cibo in provetta confermano che c'è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione, con la Coldiretti che sta dando battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci si può fare mangiare.
L'ultima deriva a tavola arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli USA con un'abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto – spiega Coldiretti – promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. Un business non indifferente se si considera che a livello globale – continua Coldiretti – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all'anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.
Ma al lavoro fra provette e laboratori non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti – rileva Coldiretti - il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l'eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.
Si tratta – afferma Coldiretti regionale – di una deriva alimentare iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat.e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere – evidenzia Coldiretti - i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca.

Per quanto riguarda la carne da laboratorio ad esempio – aggiunge la Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l'ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c'è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.
La sostituzione del cibo naturale coltivato nei campi con quello creato in laboratorio attraverso chimica e bioreattori mette in pericolo il made in Italy a tavola a partire proprio dalla Dieta Mediterrenea – conclude Coldiretti -, giudicata universalmente come la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell'organismo. Un primato che trova un riscontro pratico nel fatto che l'alimentazione degli italiani basata sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale.
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