Eventi e cultura
Il fregio dell'Ipogeo del Cerbero al British Museum di Londra
Per il "9th International Round Table On Polychromy In Ancient Sculpture And Architecture"
Mondo - giovedì 8 novembre 2018
23.04
Il 9 e 10 Novembre al British Museum di Londra in occasione del "9th International Round Table On Polychromy In Ancient Sculpture And Architecture", sarà presentato il contributo dal titolo "Communicating ancient polychromies: the Spatial Augmented Reality experience". Lo Studio Glowarp si è posto già da tempo l'obiettivo di utilizzare la Spatial Augmented Reality (S.A.R.) in queste tipologie di contesti a fini comunicativi e come mezzo per valorizzare i reperti o di "ricostruzione dell'assenza" tramite la creazione di opportuni contenuti multimediali. Si presenteranno due casi di studio: il primo è la colorazione ipotizzata su una copia in 3D di un frammento del fregio del Partenone custodito al British Museum. Il secondo caso di studio, condotto in collaborazione con la Fondazione Archeologica Canosina Onlus, riguarda l'ipotesi di ricostruzione della parte mancante del fregio dell'Ipogeo del Cerbero sito in Canosa di Puglia (Bt), che sarà presentato alla cittadinanza entro dicembre. In questi oggetti infatti la narrazione è resa difficoltosa o dalla particolare fragilità dei pigmenti, dalla forte frammentazione visiva o dalla mancanza completa di pigmenti. Tale contributo vuole discutere dei limiti e delle potenzialità di tale tecnologia al fine di rendere visibili le antiche policromie fornendo così interessanti prospettive di utilizzo per il video mapping. Ad entrambi gli studi ha partecipato la Dottoressa Valeria Amoretti, Funzionario Antropologo presso il Laboratorio di Ricerche Applicate Giuseppe Fiorelli - Parco Archeologico di Pompei.
Lo Studio Glowarp è uno studio di progettazione multimediale nato nel 2010 dall'esperienza del fondatore Donato Maniello, Architetto, Ph.D e Professore di Applicazioni Digitali presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. L'esperienza maturata negli anni nel campo della Spatial Augmented Reality (S.A.R) - comunemente conosciuta come video mapping - applicata alle più svariate tipologie di superifici, sia esse indoor che outdoor, ha permesso di focalizzare le proprie ricerche e applicazioni in ambito museale e/o per la valorizzazione dei beni artistici e culturali. La filosofia di approccio dello Studio Glowarp è quella segnata ed indicata nel bellissimo libro intitolato "L'Arte fuori di sé " (A. Balzola, P. Rosa). Le tecnologie disponibili offrono infinite possibilità di azione in ambito museale e spesso queste sono volte solamente alla spettacolarizzazione. Per questo motivo lo Studio Glowarp ha sviluppato un proprio protocollo di attuazione di una metodologia in ambito museale chiamato A.R.I.M. (Augmented Reality In the Museum) e si avvale della collaborazione di storici, archoelogi ed esperti di comunicazione per la creazione di narrazioni e storytelling digitali che puntino al senso dell'intervento lasciando alla spettacolarizzazione un ruolo importante ma non centrale nella progettazione multimediale. Questo è possibile attuarlo a diverse scale di progetto e in funzione delle tipologie di visitatori. La classificazione dei Musei oggi con aggettivi gli "vivo" "emozionale" "interattivo", sebbene di moda, è fuorviante in quanto per definizione un Museo che funziona è per natura vivo, emozionale ed interattivo. Esiste solamente una comunicazione efficace o meno. Lo Studio è stato inoltre l'ideatore e curatore per quattro edizioni (dal 2013 al 2016) del GLOWFestival in Ostuni, primo Festival in Italia di applicazione indoor della realtà aumentata per la valorizzazione dei beni culturali.
Lo Studio Glowarp è uno studio di progettazione multimediale nato nel 2010 dall'esperienza del fondatore Donato Maniello, Architetto, Ph.D e Professore di Applicazioni Digitali presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. L'esperienza maturata negli anni nel campo della Spatial Augmented Reality (S.A.R) - comunemente conosciuta come video mapping - applicata alle più svariate tipologie di superifici, sia esse indoor che outdoor, ha permesso di focalizzare le proprie ricerche e applicazioni in ambito museale e/o per la valorizzazione dei beni artistici e culturali. La filosofia di approccio dello Studio Glowarp è quella segnata ed indicata nel bellissimo libro intitolato "L'Arte fuori di sé " (A. Balzola, P. Rosa). Le tecnologie disponibili offrono infinite possibilità di azione in ambito museale e spesso queste sono volte solamente alla spettacolarizzazione. Per questo motivo lo Studio Glowarp ha sviluppato un proprio protocollo di attuazione di una metodologia in ambito museale chiamato A.R.I.M. (Augmented Reality In the Museum) e si avvale della collaborazione di storici, archoelogi ed esperti di comunicazione per la creazione di narrazioni e storytelling digitali che puntino al senso dell'intervento lasciando alla spettacolarizzazione un ruolo importante ma non centrale nella progettazione multimediale. Questo è possibile attuarlo a diverse scale di progetto e in funzione delle tipologie di visitatori. La classificazione dei Musei oggi con aggettivi gli "vivo" "emozionale" "interattivo", sebbene di moda, è fuorviante in quanto per definizione un Museo che funziona è per natura vivo, emozionale ed interattivo. Esiste solamente una comunicazione efficace o meno. Lo Studio è stato inoltre l'ideatore e curatore per quattro edizioni (dal 2013 al 2016) del GLOWFestival in Ostuni, primo Festival in Italia di applicazione indoor della realtà aumentata per la valorizzazione dei beni culturali.