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È il momento di costruire un partito nuovo dei progressisti

L’appello per una nuova fase costituente

Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 rappresentano una sconfitta storica per il centrosinistra che ha caparbiamente scelto di andare diviso abbandonando il percorso politico a cui si è lavorato negli ultimi due anni volto alla costruzione di un campo largo delle forze democratiche del paese. Un risultato che consegna al blocco della destra di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi i tre quinti dei seggi nel nuovo Parlamento. Tutto ciò rappresenta per il campo dei progressisti una sconfitta netta, pesante e senza precedenti, che dimostra sia l'inadeguatezza della direzione politica sia il limite della proposta politico-programmatica delle forze del centrosinistra.

Riteniamo che non si possa ignorare il segnale che proviene dagli elettori e, anzi, dovremmo farcene carico avviando la costruzione politica e programmatica di un nuovo soggetto in grado di dare identità al campo democratico e progressista nonché di mettere al centro dell'azione la questione sociale e i principi di uguaglianza e di giustizia sociale. Per fare ciò serve intraprendere un percorso aperto e plurale, partecipato e democratico, che sappia ripartire dalle fondamenta per costruire un soggetto politico nuovo che abbia la consapevolezza e l'obiettivo di essere una forza di trasformazione della società. Per fare ciò serve mettere insieme tutti coloro che condividono valori e temi e che intendono gettare le basi per la costruzione di un terreno comune di impegno per la nascita di un campo largo capace di superare difficoltà e ritardi. Serve discontinuità. Serve ripartire daccapo. Ci auguriamo pertanto che si abbandoni l'idea di un congresso che si limiti ad eleggere un nuovo segretario attraverso alchimie o giochi di potere.

Dal voto del 25 settembre scorso possiamo e dobbiamo trarre un insegnamento: è giunto il momento di chiudere definitivamente per il PD (e per il centrosinistra) le stagioni della rottamazione, delle primarie e dei gazebo, del partito fluido, leggero e senza identità. È il momento di costruire un partito nuovo che dica chiaramente quale idea di società vuole realizzare, a quali valori intende ispirarsi e chi vuole rappresentare. Tutto ciò non può prescindere dal perseguimento di due obiettivi ambiziosi: da un lato coltivare la passione in coloro che ci sostengono, dall'altra tornare a confrontarsi e a parlare, senza timori e paure, alla testa e al cuore di coloro che in questi anni sono stati "dimenticati".

In questo percorso occorre abbandonare l'ambiguità e soprattutto le agende dei governi tecnici tornando a parlare di difesa dei diritti fondamentali della persona perché vi sia una eguaglianza vera e siano garantite pari opportunità e diritti, a cominciare dal lavoro. Occorre lavorare per garantire: salario minimo, parità salariale tra uomini e donne, decontribuzione del lavoro, contrasto al precariato e a tutte le forme di frammentazione del mondo del lavoro, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro e contrasto al lavoro nero. Gli anni della pandemia ci hanno insegnato l'importanza di investire sul Sistema Sanitario Nazionale. Per fare ciò si devono continuare ad aumentare le risorse per la sanità pubblica. La scuola rappresenta un ascensore sociale sul quale si deve investire, a partire da quella pubblica e dall'approvazione della legge sullo ius scholae. Il principio di libertà e uguaglianza garantito dall'articolo 3 della Costituzione deve essere la nostra stella polare. Per questo occorre garantire il matrimonio egualitario, l'approvazione della legge contro l'omotransfobia e più in generale contro ogni forma di violenza nonché superare la legge Bossi-Fini e mettere in campo politiche sull'immigrazione umane. Serve maggiore attenzione alle donne, sia come lavoratrici che come pilastri delle famiglie: investimenti sull'imprenditoria femminile, un grande piano per il lavoro delle donne e un nuovo modello di gestione dei tempi di vita-lavoro possono essere la chiave per superare le molteplici difficoltà che troppo spesso esse incontrano nella loro vita familiare e professionale.

Combattere i rischi di un regionalismo differenziato così come immaginato dalla destra, volto a minare uno dei principi cardine della nostra Costituzione e a riportare indietro di decenni la discussione sulla questione meridionale. La cosiddetta "autonomia regionale differenziata", che è la via istituzionale per abbandonare per sempre al suo destino il nostro Mezzogiorno non va nella linea da noi auspicata. Il Sud non deve più essere visto come una zavorra ma può e deve avere un ruolo chiave nel Paese, in Europa e verso i paesi del Mediterraneo. Per invertire la rotta servono visione e programmazione.

I cambiamenti climatici in atto impongono una maggiore attenzione al territorio, allo sviluppo sostenibile e un sostegno più convinto alla transizione ecologica.

Serve inoltre una riforma fiscale che superi l'attuale frammentazione e che vada nella direzione che chi più guadagna, più paga. Infine, bisogna avviare una lotta efficace all'evasione fiscale.

Crediamo che non ci sia più tempo da perdere. I partiti e i movimenti del campo largo del centrosinistra devono mettere da parte qualsiasi perplessità o paura e aprire una NUOVA FASE COSTITUENTE. Questa volta non intendiamo seguire percorsi fintamente partecipativi ma vogliamo essere parte di un progetto nuovo che renda evidente il cambiamento di passo a chi si riconosce nei principi e nelle idee progressiste.

È l'appello che rivolgiamo al PD, ad Articolo Uno, al Movimento 5 Stelle, Europa Verde, Possibile, Demos, Sinistra Italiana e alle associazioni e ai movimenti che hanno a cuore le sorti della democrazia e del progresso in Italia affinché organizzino dall'opposizione una alleanza strategica, credibile e alternativa. ma è ovvio che per raggiungere questo obiettivo c'è bisogno del soggetto politico trainante. Ed è quello che chiediamo noi con questo appello.

Firmato da: Ernesto Abaterusso, Adalisa Campanelli, Salvatore Piconese, Gabriele Abaterusso, Pier Luigi Lopalco, Giuseppe Palazzo, Andrea Patruno, Massimo Serio, Lucia Carbone Sarinelli, Biagio Raona, Francesco Volpe, Nunzio Dell'Abate, Pierluigi Melcarne, Sergio Paladini, Pino Spedicato, Rino Giuri, Mario Filoni, Gabriella Rizzo, Anna Inguscio, Umberto Vitali, Michele Sciannimanico, Rocco Morgante, Annetta Francabandiera, Donato Calamita, Saverio Verna, Milena Pavone, Alfonso Rampino, Salvatore Cazzato, Barbara Sergi, Luigi Martella, Dino Nuzzo, Luigino Preite, Antonio Spagnolo, Giacomo Ferrarese, Elisabetta Dolce, Barbara Marino, Luca De Benedetto, Andrea Azzone, Sante Giordano, Paola Bruno, Michele Ricco, Tonino Selvaggi, Vito Cirillo, Luigi Renna, Silvio Merico, Giuseppe Renis, Aurelio Marangella, Gianpaolo Policoro, Michela Masella, Claudia Intermite, Franco Galiandro, Stefano Fabbiano, Francesca Irpinia, Carlo Sampietro.
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  • Articolo Uno
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