Sindacati
Il Segretario della Federazione Medici di Famiglia interviene in merito alla indagine della Guardia di Finanza
«L'attribuzione dei pazienti deceduti ai medici di famiglia merita doverose precisazioni».
Canosa - mercoledì 21 maggio 2014
9.35
«L'attribuzione dei pazienti deceduti ai medici di famiglia merita doverose precisazioni». Così il dottor Benedetto Delvecchio, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), in merito alla indagine della Guardia di Finanza della settimana scorsa riguardanti le «tremila le posizioni irregolari rilevate».
«Nel pieno rispetto della attività della Magistratura e della Guardia di Finanza in merito alla vicenda in oggetto e ribadendo la nostra fiducia nel loro operato mi preme sottolineare che il decesso di un assistito non è sempre noto al medico per esempio nei casi di decesso in ospedale o in comune diverso da quello di residenza. La cancellazione dall'elenco dei pazienti in carico e esclusivo obbligo degli uffici amministrativi della Asl che provvede alla revoca d'ufficio. Obbligo di cui sopra è normato dal contratto collettivo nazionale all'articolo 42. Paradossalmente se la Asl non provvede a tale obbligo il medico ne riceve un danno in quanto non può acquisire nuove scelte in sostituzione del deceduto», ha dichiarato Delvecchio.
«Non è ragionevolmente possibile per il medico aggiornare la propria anagrafe assistiti in quanto se anche lo facesse la cosa non avrebbe effetti economici in quanto , come già detto, necessità di un atto amministrativo obbligatorio da parte della Asl. Il vero problema è che la trasmissione delle informazioni all'interno della pubblica amministrazione fa acqua da tutte le parti, basterebbe allineare le anagrafi comunali con quelle della Asl e il problema non si porrebbe. Tecnicamente ciò è una banalità in epoca di informatizzazione avanzata. La problematica in oggetto è stata sollevata in altre Asl dal Friuli alla Sicilia ed ogni volta il giudice ha condannato le Asl per omesso atto d'ufficio».
La conclusione: «Va detto che in un recente Comitato Aziendale la FIMMG che rappresento ha dichiarato la piena collaborazione con l'azienda dicendosi disponibile a restituire le somme impropriamente percepite con le modalità previste dalla legge è concordate in sede contrattuale. Diciamo basta con la criminalizzazione della categoria. Non ci si possono attribuire responsabilità che esulano dal nostro lavoro di operatori della salute pubblica. Le inefficienze del sistema sono responsabilità di chi è deputato al suo governo e non certo dei medici. Noi ribadiamo la nostra volontà di collaborazione, ampiamente dimostrata in numerose occasioni, con la Asl per garantire servizi più efficienti a tutela del diritto alla salute dei cittadini ma per favore lasciateci lavorare per questo, non possiamo sprecare energie preziose per difenderci da attacchi privi di fondamento e lesivi del decoro e del prestigio della categoria».
Per informazioni:
Dottor Benedetto Delvecchio
Segretario Provinciale Barletta Andria Trani FIMMG
3387411615
«Nel pieno rispetto della attività della Magistratura e della Guardia di Finanza in merito alla vicenda in oggetto e ribadendo la nostra fiducia nel loro operato mi preme sottolineare che il decesso di un assistito non è sempre noto al medico per esempio nei casi di decesso in ospedale o in comune diverso da quello di residenza. La cancellazione dall'elenco dei pazienti in carico e esclusivo obbligo degli uffici amministrativi della Asl che provvede alla revoca d'ufficio. Obbligo di cui sopra è normato dal contratto collettivo nazionale all'articolo 42. Paradossalmente se la Asl non provvede a tale obbligo il medico ne riceve un danno in quanto non può acquisire nuove scelte in sostituzione del deceduto», ha dichiarato Delvecchio.
«Non è ragionevolmente possibile per il medico aggiornare la propria anagrafe assistiti in quanto se anche lo facesse la cosa non avrebbe effetti economici in quanto , come già detto, necessità di un atto amministrativo obbligatorio da parte della Asl. Il vero problema è che la trasmissione delle informazioni all'interno della pubblica amministrazione fa acqua da tutte le parti, basterebbe allineare le anagrafi comunali con quelle della Asl e il problema non si porrebbe. Tecnicamente ciò è una banalità in epoca di informatizzazione avanzata. La problematica in oggetto è stata sollevata in altre Asl dal Friuli alla Sicilia ed ogni volta il giudice ha condannato le Asl per omesso atto d'ufficio».
La conclusione: «Va detto che in un recente Comitato Aziendale la FIMMG che rappresento ha dichiarato la piena collaborazione con l'azienda dicendosi disponibile a restituire le somme impropriamente percepite con le modalità previste dalla legge è concordate in sede contrattuale. Diciamo basta con la criminalizzazione della categoria. Non ci si possono attribuire responsabilità che esulano dal nostro lavoro di operatori della salute pubblica. Le inefficienze del sistema sono responsabilità di chi è deputato al suo governo e non certo dei medici. Noi ribadiamo la nostra volontà di collaborazione, ampiamente dimostrata in numerose occasioni, con la Asl per garantire servizi più efficienti a tutela del diritto alla salute dei cittadini ma per favore lasciateci lavorare per questo, non possiamo sprecare energie preziose per difenderci da attacchi privi di fondamento e lesivi del decoro e del prestigio della categoria».
Per informazioni:
Dottor Benedetto Delvecchio
Segretario Provinciale Barletta Andria Trani FIMMG
3387411615