Amministrazioni ed Enti
Imprese: arrivano i fondi per la consulenza in innovazione
Il deputato Scagliusi (M5S): " E' un'occasione che le aziende pugliesi non dovrebbero lasciarsi sfuggire"
Italia - mercoledì 3 luglio 2019
17.11
Con uno stanziamento di 75 milioni di euro per il triennio 2019-2021, il Ministero dello Sviluppo economico ha finanziato la misura "Voucher per consulenza in innovazione", un intervento che mira a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale. Figura chiave sarà quella dell'Innovation Manager in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell'impresa, compreso l'accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
"Le micro e piccole imprese potranno contare su un contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40mila euro; per le medie imprese è del 30% fino a 25mila euro mentre per le reti di imprese è al 50% fino ad un massimo di 80mila euro - dichiara il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) - Si tratta di un'interessante opportunità per traghettare nel futuro le aziende pugliesi e per questo mi auguro che il nostro territorio colga questa occasione. Saranno ammissibili spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell'innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a 9 mesi, nella struttura organizzativa dell'impresa o della rete. Gli innovation manager - continua il parlamentare pugliese 5 Stelle - faranno parte di un apposito elenco costituito dal Ministero dello Sviluppo economico e si tratta, anche questa, di un ulteriore sbocco lavorativo per tanti liberi professionisti che invito ad iscriversi".
La consulenza deve essere finalizzata ad indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l'applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0. Dai big data e analisi dei dati al cloud, fog e quantum computing; dalla cyber security all'integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale; dalla simulazione e sistemi cyber-fisici alla prototipazione rapida; dai sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata alla robotica avanzata e collaborativa; dall'interfaccia uomo-macchina alla manifattura additiva e stampa tridimensionale; dall'internet delle cose e delle macchine all'integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali; dai programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l'innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. branding) e sviluppo commerciale verso mercati ai programmi di open innovation.
"Le micro e piccole imprese potranno contare su un contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40mila euro; per le medie imprese è del 30% fino a 25mila euro mentre per le reti di imprese è al 50% fino ad un massimo di 80mila euro - dichiara il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) - Si tratta di un'interessante opportunità per traghettare nel futuro le aziende pugliesi e per questo mi auguro che il nostro territorio colga questa occasione. Saranno ammissibili spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell'innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a 9 mesi, nella struttura organizzativa dell'impresa o della rete. Gli innovation manager - continua il parlamentare pugliese 5 Stelle - faranno parte di un apposito elenco costituito dal Ministero dello Sviluppo economico e si tratta, anche questa, di un ulteriore sbocco lavorativo per tanti liberi professionisti che invito ad iscriversi".
La consulenza deve essere finalizzata ad indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l'applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0. Dai big data e analisi dei dati al cloud, fog e quantum computing; dalla cyber security all'integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale; dalla simulazione e sistemi cyber-fisici alla prototipazione rapida; dai sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata alla robotica avanzata e collaborativa; dall'interfaccia uomo-macchina alla manifattura additiva e stampa tridimensionale; dall'internet delle cose e delle macchine all'integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali; dai programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l'innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. branding) e sviluppo commerciale verso mercati ai programmi di open innovation.