Hyso Telharaj
Hyso Telharaj
Storia

Nel ricordo di Hyso Telharaj, vittima di caporalato

La dichiarazione dell ’assessore regionale  Viviana Matrangola a 25 anni dall'uccisione del giovane lavoratore albanese per non aver ceduto al ricatto dei caporali

"Sono passati 25 anni dall'8 settembre del 1999. Quel giorno, il giovane lavoratore albanese Hyso Telharaj, approdato nella nostra terra in cerca di futuro, è stato ucciso per non aver ceduto al ricatto dei caporali. Come tanti altri suoi connazionali, Hyso aveva scelto la nostra regione per coltivare la speranza, che a lui invece è stata negata insieme alla vita. Ricordare la sua morte è un dovere che abbiamo, per tenere accesa la luce delle nostre coscienze sulla piaga del caporalato e sulle condizioni nelle quali sono costretti tanti, troppi ancora, a vivere e lavorare. O a perdere la vita. Oltre alla memoria, abbiamo anche il dovere di agire per scongiurare che altre persone vengano private della propria dignità ed esistenza. Il caporalato attecchisce e prospera lì dove sono carenti i servizi di prossimità e le infrastrutture, anche sociali. Pertanto, la nostra responsabilità politica e sociale deve far sì che le aree fragili siano presidiate e rafforzate con interventi mirati che prevengano, ma anche risolvano, le situazioni più complesse in essere. Nel contempo, dobbiamo farci tutti promotori di un'economia che sia inclusiva e sostenibile, di un'occupazione regolare che riconosca mansioni e lavori dignitosi per tutti nel contesto di una più robusta e diffusa cultura della legalità". E' la dichiarazione rilasciata da Viviana Matrangola, assessore regionale alle Politiche migratorie, alla Legalità e all'Antimafia sociale.

La storia riporta che Hyso Telharaj (Albania, 1977 - Cerignola, 8 settembre 1999) è stato un bracciante agricolo, ucciso per essersi rifiutato di corrispondere parte dei suoi guadagni ai caporali. La sera del 5 settembre 1999 venne avvisato da alcuni amici che i caporali lo stavano cercando nel casolare in cui viveva, nelle campagne vicino a Borgo Incoronata: anziché fuggire, aspettò i suoi assassini, che si presentarono a bordo di una Croma guidata da un' imprenditore agricolo di Orta Nova Erano in quattro, armati, tre connazionali di Hyso e una donna slovacca. La donna restò in macchina con l'imprenditore, mentre gli altri tre entrarono nel casolare, picchiando Hyso e suo cugino Simon. Nella colluttazione vennero esplosi 9 colpi di pistola: Simon fu gambizzato, mentre Hyso Telharaj morì tre giorni dopo a Cerignola per le ferite riportate.
  • Caporalato
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