Olive piccole
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Territorio

L’olivicoltura in ginocchio per la scarsità di prodotto

A causa del caldo e dell'assenza di pioggia da marzo

Che l'agricoltura sia il settore che da sempre ha trainato l'evoluzione e la civiltà umana lo sanno anche i bambini, peccato che i governanti di questo territorio, evidentemente di estrazione radical chic, ignorino sistematicamente le richieste di aiuto del mondo agricolo soprattutto in questo difficilissimo periodo storico. Si parla tanto di ringiovanire il settore agricolo, di dare nuova linfa vitale ad un settore agonizzante ma le belle parole a cui siamo abituati ad ascoltare dall'amministratore di turno non si concretizzano nella vita reale. Parole dure quelle pronunciate dal rappresentante del C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi, il perito agrario Natale Zagaria e da Marco Zingaro, imprenditore del settore olivicolo, i quali hanno aggiunto: "l'agricoltore è in difficoltà, l'olivicoltura sta per scomparire, le future decisioni politiche saranno fondamentali e noi olivicolturi non possiamo augurarci che altre nazioni abbiano dei problemi di avversità atmosferiche per sperare di vederci apprezzare i nostri prodotti sui mercati. Il fortissimo caldo nelle ultime settimane e l'assenza di pioggia da fine marzo sta mettendo in ginocchio l'olivicoltura; le infiorescenze per colpa dei continui colpi di calore hanno prodotto pochi frutti che la siccità sta man mano facendo rinsecchire. Quasi inutili le irrigazioni di soccorso che gli agricoltori stanno sostenendo con importante esborso economico, portati al collasso finanziario anche a causa dalle enormi spese per le lavorazioni del terreno per contrastare il batterio Xylella. Con la pessima annata appena passata si prospettava una di carico di prodotto ma che invece, dopo la persistente siccità, gli olivicoltori hanno notato che sulle proprie piante vi è scarsità di prodotto. Molti si chiedono se effettivamente valga la pena trattare le poche olive rimaste non avendo un fronte futuro certo e con i prezzi dell'olio extravergine d'oliva inspiegabilmente così bassi quando non riusciamo a produrre nemmeno l'olio per il fabbisogno interno nazionale. Tutto questo in un contesto dove non è solo l'olivicoltura a soffrire. Infatti chi ha frutteti e ciliegeti ha provato sulla propria pelle l'umiliazione di vedersi svendere il prodotto. Chiediamo alla politica e a chi si erge al compito di voler rappresentare la categoria un cambio di rotta netto prima che anche l'ultimo agricoltore sia costretto ad abbandonare il proprio lavoro e presentarsi agli uffici di collocamento della città, come chiediamo il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l'ormai compromessa annata in atto. E' necessario, inoltre, lo sblocco immediato dei pochi fondi di ristoro promessi per le gelate 2018 e che ad oggi, dopo 3 anni dalla gelata, risultano ancora bloccati dalla lentezza del sistema burocratico cittadino, nonostante i proclami dei nuovi avventurieri della politica locale che la terra nera, tra le proprie mani, non l'hanno mai tenuta. Ormai nella città di Andria non si parla più di agricoltura, al punto che non esiste neppure un assessorato con questo nome. Chissà se se ne vergognino o non siano in grado di sostenerne il grande peso. Sta di fatto che quando definivano la città di Andria un borgo agricolo era sicuramente molto più dignitoso del dimenticatoio attuale" – hanno concluso Zingaro e Zagaria del C.L.A.A.
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