Amministrazioni ed Enti
La Bat salva con Cerignola, Corato e Ruvo di Puglia
La proposta del Mida per allargare la sesta provincia pugliese. Si può intervenire a livello parlamentare
Canosa - giovedì 26 luglio 2012
10.48
Con il decreto legge 95, del 6 luglio 2012, la provincia di Barletta-Andria-Trani, con una popolazione di circa 400.000 abitanti, ma con una superficie di circa 1.550 kmq rispetto ai 2.500 richiesti, rischia di essere accorpata alla già vastissima provincia di Foggia.
Il segretario del comitato di lotta "Barletta provincia" Vincenzo Picialli lancia, per conto del movimento Mida, una proposta per salvare la sesta provincia pugliese: «Per non vanificare i pluridecennali sforzi e i sacrifici compiuti da tanti nostri concittadini, alcuni dei quali scomparsi dopo aver dedicato l'intera loro esistenza alla sua nascita, due sono le possibilità perché sopravviva la nostra provincia di Barletta-Andria-Trani: si può intervenire a livello parlamentare, affinchè vengano escluse dal decreto legge governativo le province confinanti con le nascenti città metropolitane (schema di emendamento allegato) oppure si può attuare una strategia di mediazione politica e diplomatica dei nostri amministratori, sia nei confronti del Consiglio delle Autonomie Locali della Puglia (organo consultivo previsto dal decreto legge 95/2012) e nei riguardi dei comuni poco inclini ad essere fagocitati dalla città metropolitana di Bari.
Sarebbe sufficiente, a questo punto, aggregare alla provincia di Barletta-Andria-Trani le confinanti Cerignola (593 kmq) città ofantina della provincia di Foggia, Corato (167 kmq) e Ruvo di Puglia (222 kmq) della provincia di Bari, già ricomprese nello storico comprensorio nord-barese, perché venga superata la superficie minima richiesta dal decreto-legge.
È auspicabile, altresì, l'ingresso nella provincia di altre importanti realtà, attualmente ricomprese nella Provincia di Bari, come Molfetta, Terlizzi (tra l'altro già presenti nella circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Trani), Poggiorsini, Gravina in Puglia, Altamura e Bitonto. Si aggiungano infine Zapponeta, facente parte del Comune di Barletta sino ai primi dell'Ottocento, e i comuni lucani dell'Alto Bradano (Palazzo San Gervasio, Lavello, Venosa, Genzano di Lucania, ecc.) da sempre più vicini culturalmente ed economicamente al nostro territorio piuttosto che a Potenza. L'ingresso di questi comuni, in un'area vasta nordbarese-ofantina, potrebbe veder nascere uno dei più grandi ed importanti distretti agro-alimentari e turistici d'Europa».
Il segretario del comitato di lotta "Barletta provincia" Vincenzo Picialli lancia, per conto del movimento Mida, una proposta per salvare la sesta provincia pugliese: «Per non vanificare i pluridecennali sforzi e i sacrifici compiuti da tanti nostri concittadini, alcuni dei quali scomparsi dopo aver dedicato l'intera loro esistenza alla sua nascita, due sono le possibilità perché sopravviva la nostra provincia di Barletta-Andria-Trani: si può intervenire a livello parlamentare, affinchè vengano escluse dal decreto legge governativo le province confinanti con le nascenti città metropolitane (schema di emendamento allegato) oppure si può attuare una strategia di mediazione politica e diplomatica dei nostri amministratori, sia nei confronti del Consiglio delle Autonomie Locali della Puglia (organo consultivo previsto dal decreto legge 95/2012) e nei riguardi dei comuni poco inclini ad essere fagocitati dalla città metropolitana di Bari.
Sarebbe sufficiente, a questo punto, aggregare alla provincia di Barletta-Andria-Trani le confinanti Cerignola (593 kmq) città ofantina della provincia di Foggia, Corato (167 kmq) e Ruvo di Puglia (222 kmq) della provincia di Bari, già ricomprese nello storico comprensorio nord-barese, perché venga superata la superficie minima richiesta dal decreto-legge.
È auspicabile, altresì, l'ingresso nella provincia di altre importanti realtà, attualmente ricomprese nella Provincia di Bari, come Molfetta, Terlizzi (tra l'altro già presenti nella circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Trani), Poggiorsini, Gravina in Puglia, Altamura e Bitonto. Si aggiungano infine Zapponeta, facente parte del Comune di Barletta sino ai primi dell'Ottocento, e i comuni lucani dell'Alto Bradano (Palazzo San Gervasio, Lavello, Venosa, Genzano di Lucania, ecc.) da sempre più vicini culturalmente ed economicamente al nostro territorio piuttosto che a Potenza. L'ingresso di questi comuni, in un'area vasta nordbarese-ofantina, potrebbe veder nascere uno dei più grandi ed importanti distretti agro-alimentari e turistici d'Europa».