Eventi e cultura
La Costituzione innanzitutto dice che "la sovranità appartiene al popolo
Michele Emiliano alle celebrazioni del 2 Giugno, Festa della Repubblica
Puglia - giovedì 2 giugno 2022
16.54
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto oggi alle celebrazioni del 2 Giugno, Festa della Repubblica. Prima alla deposizione della corona al Sacrario militare dei Caduti d'Oltremare e a seguire alla cerimonia organizzata a Largo Giannella con tutte le autorità civili e militari con l'Alzabandiera solenne per il 76esimo anniversario della Repubblica italiana.Per l'occasione il Presidente della Regione ha dichiarato: "Cittadini e cittadine, la Repubblica è una ed è indivisibile. Voi oggi la guardate nella sua straordinaria organizzazione, che è definita dalla Costituzione della Repubblica. La Costituzione innanzitutto dice che "la sovranità appartiene al popolo". È questa la democrazia. In questo Paese nessuno può pensare di assumere ruoli politici senza passare dalle elezioni. Un concetto importantissimo da mantenere sempre chiaro. La Repubblica ha quindi il dovere di assicurare a ciascuno di noi l'esercizio dei propri diritti. Ma aggiungiamo: noi abbiamo l'obbligo di fare il nostro dovere perché quei diritti siano sempre assicurati. E qui vedete centinaia di persone, centinaia di italiani che fanno il proprio dovere dalla mattina alla sera. E lo fanno in modo semplice, senza frasi complicate. Perché la Repubblica deve essere semplice. Deve essere comprensibile. Deve essere soprattutto coerente: quando dice una cosa poi la deve fare.
Con l'Assemblea costituente abbiamo detto che avremmo lottato insieme per l'uguaglianza, significa che ciascuno deve avere ciò di cui ha bisogno in coerenza con il proprio merito, con il proprio impegno.
Noi abbiamo detto che questa Repubblica sarebbe stata fondata sullo stato di diritto. Nessuno può essere incarcerato senza un giusto processo. Nessuno può pensare di subire un sopruso, nemmeno dalla Pubblica Amministrazione o dallo Stato stesso. L'art. 97 dice che la Repubblica deve essere imparziale, uguale con tutti. Deve assicurare il diritto di praticare la propria religione, la propria libertà sessuale, di genere, deve equilibrare il rapporto tra uomini e donne. E lo deve fare sul serio, assicurando servizi, assicurando possibilità di carriera, stipendi di pari livello a uomini e donne. Deve assicurare ai bambini, ai quali evidentemente il mio discorso è soprattutto rivolto, il diritto allo studio, perché quei bambini possono cambiare il proprio destino attraverso lo studio.
Quando la mamma, il papà, la maestra o il professore dice "studia" non lo fa per torturarvi, ma perché sa che studiare ogni pomeriggio è come giurare sulla costituzione, è come dire "io sono italiano e faccio il mio dovere, comincio dal farlo studiando, e cambio il mio destino". Perché se cambiate il vostro destino, cambiate il destino del Paese. Ridate all'Italia una speranza, un ruolo internazionale.
Noi stiamo cercando con fatica di spiegare che le Forze armate qui non servono a fare la guerra, anzi. Nella Costituzione c'è scritto che l'Italia ripudia la guerra. Ma la pace si salvaguarda con la capacità di deterrenza. Bisogna essere sempre un po' più forti di chi pensa di abusare del diritto internazionale e della democrazia altrui. Bisogna esserlo un pochino di più se si vuole assicurare la pace. Quindi le Forze armate sono centrali. Non sono guerrafondai, sono i pacifisti professionisti. Qui davanti avete gente che prega per la pace con la maggiore intensità. E non si custodisce la pace pensando di abbandonare il campo. Il campo non si può abbandonare, come non lo abbandonarono i partigiani durante la Resistenza, perché tutto questo, la Costituzione, la Repubblica, è nato soprattutto da un gruppo di persone che non si arresero al fascismo, che continuarono a combattere. Si fecero mandare in esilio, si fecero fucilare qualche volta, come martiri, e consentirono a noi tutti di godere di uno Stato che è una grande organizzazione civile, è una potenza economica, è un luogo dove la salute è gratuita ed è assicurata a tutti a differenza di altri Paesi altrettanto civiili come il nostro, ma che non hanno questa caratteristica, questo obbligo. La scuola è gratuita.
E tutto è fatto in funzione dei cittadini più deboli, perché questo è il principio fondamentale. La Repubblica sta dalla parte dei piccoli, sta dalla parte dei più deboli, sta dalla parte di chi scappa dalla guerra, sta dalla parte di tutti coloro che non hanno la possibilità di vedere assicurati i propri diritti. E questo non è né di destra, né di sinistra. È la Costituzione della Repubblica. Quindi cittadini vi auguro buona festa della Repubblica, una festa che non deve essere retorica. Deve essere vissuta con la Costituzione in mano e rendendo viva quella Costituzione attraverso il comportamento e la coerenza quotidiana. Viva la Puglia, viva l'Italia, viva la Repubblica Italiana".
Con l'Assemblea costituente abbiamo detto che avremmo lottato insieme per l'uguaglianza, significa che ciascuno deve avere ciò di cui ha bisogno in coerenza con il proprio merito, con il proprio impegno.
Noi abbiamo detto che questa Repubblica sarebbe stata fondata sullo stato di diritto. Nessuno può essere incarcerato senza un giusto processo. Nessuno può pensare di subire un sopruso, nemmeno dalla Pubblica Amministrazione o dallo Stato stesso. L'art. 97 dice che la Repubblica deve essere imparziale, uguale con tutti. Deve assicurare il diritto di praticare la propria religione, la propria libertà sessuale, di genere, deve equilibrare il rapporto tra uomini e donne. E lo deve fare sul serio, assicurando servizi, assicurando possibilità di carriera, stipendi di pari livello a uomini e donne. Deve assicurare ai bambini, ai quali evidentemente il mio discorso è soprattutto rivolto, il diritto allo studio, perché quei bambini possono cambiare il proprio destino attraverso lo studio.
Quando la mamma, il papà, la maestra o il professore dice "studia" non lo fa per torturarvi, ma perché sa che studiare ogni pomeriggio è come giurare sulla costituzione, è come dire "io sono italiano e faccio il mio dovere, comincio dal farlo studiando, e cambio il mio destino". Perché se cambiate il vostro destino, cambiate il destino del Paese. Ridate all'Italia una speranza, un ruolo internazionale.
Noi stiamo cercando con fatica di spiegare che le Forze armate qui non servono a fare la guerra, anzi. Nella Costituzione c'è scritto che l'Italia ripudia la guerra. Ma la pace si salvaguarda con la capacità di deterrenza. Bisogna essere sempre un po' più forti di chi pensa di abusare del diritto internazionale e della democrazia altrui. Bisogna esserlo un pochino di più se si vuole assicurare la pace. Quindi le Forze armate sono centrali. Non sono guerrafondai, sono i pacifisti professionisti. Qui davanti avete gente che prega per la pace con la maggiore intensità. E non si custodisce la pace pensando di abbandonare il campo. Il campo non si può abbandonare, come non lo abbandonarono i partigiani durante la Resistenza, perché tutto questo, la Costituzione, la Repubblica, è nato soprattutto da un gruppo di persone che non si arresero al fascismo, che continuarono a combattere. Si fecero mandare in esilio, si fecero fucilare qualche volta, come martiri, e consentirono a noi tutti di godere di uno Stato che è una grande organizzazione civile, è una potenza economica, è un luogo dove la salute è gratuita ed è assicurata a tutti a differenza di altri Paesi altrettanto civiili come il nostro, ma che non hanno questa caratteristica, questo obbligo. La scuola è gratuita.
E tutto è fatto in funzione dei cittadini più deboli, perché questo è il principio fondamentale. La Repubblica sta dalla parte dei piccoli, sta dalla parte dei più deboli, sta dalla parte di chi scappa dalla guerra, sta dalla parte di tutti coloro che non hanno la possibilità di vedere assicurati i propri diritti. E questo non è né di destra, né di sinistra. È la Costituzione della Repubblica. Quindi cittadini vi auguro buona festa della Repubblica, una festa che non deve essere retorica. Deve essere vissuta con la Costituzione in mano e rendendo viva quella Costituzione attraverso il comportamento e la coerenza quotidiana. Viva la Puglia, viva l'Italia, viva la Repubblica Italiana".