Territorio
La crisi agricola è drammatica
UNIBAT: "La risposta deve essere straordinaria, eccezionale, storica"
BAT - martedì 1 gennaio 2019
17.44
La crisi del settore agricolo della città di Andria non può essere solamente oggetto di qualche sporadico intervento stampa di sopravvissuti residui della politica locale, accerchiati da pseudo-esperti e da proclamatori di professione. La crisi agricola locale non può neppure essere oggetto di banalizzazione e di azioni al limite del ridicolo che potrebbero seriamente sminuire la gravità del problema, riducendo la "protesta" ad un viaggetto in treno di qualche sparuto gruppo in astinenza veglionesca. La situazione non è grave ma drammatica e la risposta deve essere straordinaria, eccezionale, storica. Se il problema fosse solo del mondo agricolo si commetterebbe un ulteriore errore, con l'aggravante della strumentalizzazione e, a quel punto, basterebbe qualche finanziamento a pioggia per chiudere le bocche di quanti hanno lasciato la famiglia e la casa per l'ultimo dell'anno.
Invece le dimensioni, le proporzioni della problematica investono l'intero mondo economico e produttivo e le ripercussioni sono appena iniziate. Spenti i botti festosi di una città, di una classe politica ridotta a clown che continua a festeggiare con il sedere degli altri, ora serve un osservatorio serio composto da chi vive con le mani nella terra e non da chi ormai siede su comode poltrone dislocate negli uffici riscaldati e addobbati di qualche piazza o santuario famoso. Ad oggi non si conosce la reale portata di questa crisi, in termini realistici peggiore di ciò che appare, e questo perché il comune di Andria ha completamente abdicato e abbandonato la sua storica tradizione economica e lavorativa, l'agricoltura, appunto. Non si conosce l'indotto reale che il mondo agricolo è in grado di sviluppare così come non si sono mai approfondite le relazioni con il mercato e l'economia locale che sono direttamente dipendenti dal settore pagandone le crisi che in agricoltura continuano ad avvicendarsi.
Il mondo del commercio, del piccolo commercio è stato il primo ad avvertire quest'anno la scossa negativa e le conseguenze saranno pagate non solo nel breve periodo. Non si commetta l'ennesimo errore di considerare questa crisi fattore passeggero legato alle avverse condizioni meteo perché sappiamo tutti molto bene che non è solo quello. Ciò che accade negli altri Paesi, soprattutto europei, deve far riflettere ma le istituzioni, soprattutto quelle locali, devono diventare protagoniste a sostegno reale del comparto, senza lavarsene le mani con uscite estemporanee che servono solo a lavare le coscienze e a raccattare, semmai, il voto residuale di sprovveduti ancora alla ricerca di protezione. Nelle prossime ore saranno compiuti atti e assunte decisioni importanti, fondamentali per manifestare l'orgoglio agricolo andriese e per far capire a qualcuno che con i proclami e con sole quattro bandiere al vento di mare non si sono mai risolti i problemi, anzi forse è proprio per quello che siamo arrivati a questo punto di difficile ritorno.
Ufficio di Presidenza UNIBAT
Invece le dimensioni, le proporzioni della problematica investono l'intero mondo economico e produttivo e le ripercussioni sono appena iniziate. Spenti i botti festosi di una città, di una classe politica ridotta a clown che continua a festeggiare con il sedere degli altri, ora serve un osservatorio serio composto da chi vive con le mani nella terra e non da chi ormai siede su comode poltrone dislocate negli uffici riscaldati e addobbati di qualche piazza o santuario famoso. Ad oggi non si conosce la reale portata di questa crisi, in termini realistici peggiore di ciò che appare, e questo perché il comune di Andria ha completamente abdicato e abbandonato la sua storica tradizione economica e lavorativa, l'agricoltura, appunto. Non si conosce l'indotto reale che il mondo agricolo è in grado di sviluppare così come non si sono mai approfondite le relazioni con il mercato e l'economia locale che sono direttamente dipendenti dal settore pagandone le crisi che in agricoltura continuano ad avvicendarsi.
Il mondo del commercio, del piccolo commercio è stato il primo ad avvertire quest'anno la scossa negativa e le conseguenze saranno pagate non solo nel breve periodo. Non si commetta l'ennesimo errore di considerare questa crisi fattore passeggero legato alle avverse condizioni meteo perché sappiamo tutti molto bene che non è solo quello. Ciò che accade negli altri Paesi, soprattutto europei, deve far riflettere ma le istituzioni, soprattutto quelle locali, devono diventare protagoniste a sostegno reale del comparto, senza lavarsene le mani con uscite estemporanee che servono solo a lavare le coscienze e a raccattare, semmai, il voto residuale di sprovveduti ancora alla ricerca di protezione. Nelle prossime ore saranno compiuti atti e assunte decisioni importanti, fondamentali per manifestare l'orgoglio agricolo andriese e per far capire a qualcuno che con i proclami e con sole quattro bandiere al vento di mare non si sono mai risolti i problemi, anzi forse è proprio per quello che siamo arrivati a questo punto di difficile ritorno.
Ufficio di Presidenza UNIBAT