Eventi e cultura
La cultura è lo strumento più potente per poter combattere l’illegalità
La dichiarazione della consigliera delegata alle Politiche Culturali, Grazia Di Bari
Puglia - mercoledì 6 aprile 2022
13.09
Su richiesta della consigliera delegata alle Politiche Culturali, Grazia Di Bari, è stato audito il 4 aprile scorso in Commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia Francesco Minervini, autore del libro 'Non la picchiare così. Sola contro la mafia', che racconta la storia di una testimone di giustizia, che da oltre 20 anni vive sotto copertura. "La cultura è lo strumento più potente che abbiamo per poter combattere l'illegalità - dichiara Di Bari - e le scuole sono presidi di legalità che dobbiamo sostenere. Dalla programmazione 2021 -2027 risulta evidente il ruolo fondamentale della cultura nel sociale, tanto che finalmente parliamo di welfare culturale, e si è compreso che senza cultura non c'è cambiamento. Le iniziative nelle scuole devono essere organiche, non sporadiche, per poter finalmente avere il cambiamento che aspettiamo. Ho chiesto di audire Francesco Minervini, autore del libro 'Non la picchiare così. Sola contro la mafia', perché ritengo importante accendere un faro su storie come quella di cui si parla nel libro, che meritano di essere raccontate per parlare di educazione alla legalità. Dal libro è stato tratto uno spettacolo teatrale che sta girando per la Puglia e sarebbe importante portare in tutte le scuole. Negli anni '90, Maria (nome di fantasia), ha deposto come testimone di giustizia nel processo nato dall'Operazione Cartagine, inchiodando i grandi capi della mafia cerignolana. Parliamo di testimone di giustizia, perché è stata riconosciuta la totale estraneità ai fatti che ha narrato, ma la sua richiesta di riconoscimento come vittima di mafia in vita, che le avrebbe dato diritto a una pensione, è stata respinta e ora vive in una condizione di disagio e degrado, determinata anche da quasi 30 anni in cui è vissuta come un fantasma. Non possiamo permettere che lo Stato abbandoni lei e chiunque si trovi nella sua situazione. Per questo è importante che la sua storia non venga dimenticata e ritengo un dovere delle istituzioni e della commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia tenere alta l'attenzione su questa vicenda".
Il 14 marzo 2022 al Teatro Comunale "Raffaele Lembo" di Canosa di Puglia, è stato presentato il libro intitolato "Non la picchiare così" con la partecipazione dell'autore Francesco Minervini, dal quale è stato tratto la rappresentazione teatrale intitolata "Sola contro la mafia" andata in scena la mattina del giorno successivo con gli studenti degli istituti superiori. Il tutto finalizzato per "diffondere nelle nuove generazioni la cultura della legalità", partendo dalla storia di una donna canosina, una figlia, una madre, vittima di quella rete di abusi fisici e psicologici intorno ad essa. "Maria" è vittima e protagonista inconsapevole delle efferate vicende che tra gli anni ottanta e novanta hanno scandito la parabola della cosiddetta "quarta mafia", in terra di Capitanata Una storia di violenza, di dolore, di mafia che "Maria" ha avuto il coraggio di denunciare, di rifiutare quel mondo di soprusi e privazioni dei più elementari diritti umani.
Il 14 marzo 2022 al Teatro Comunale "Raffaele Lembo" di Canosa di Puglia, è stato presentato il libro intitolato "Non la picchiare così" con la partecipazione dell'autore Francesco Minervini, dal quale è stato tratto la rappresentazione teatrale intitolata "Sola contro la mafia" andata in scena la mattina del giorno successivo con gli studenti degli istituti superiori. Il tutto finalizzato per "diffondere nelle nuove generazioni la cultura della legalità", partendo dalla storia di una donna canosina, una figlia, una madre, vittima di quella rete di abusi fisici e psicologici intorno ad essa. "Maria" è vittima e protagonista inconsapevole delle efferate vicende che tra gli anni ottanta e novanta hanno scandito la parabola della cosiddetta "quarta mafia", in terra di Capitanata Una storia di violenza, di dolore, di mafia che "Maria" ha avuto il coraggio di denunciare, di rifiutare quel mondo di soprusi e privazioni dei più elementari diritti umani.