Associazioni
La favola vera del Natale 2020
"4 INZU: Storia di un pazzo Sogno” con una famiglia canosina
Mondo - sabato 26 dicembre 2020
21.40
Tra le belle notizie del Natale 2020, segnato dal Covid-19, spicca la favola vera "4 INZU: Storia di un pazzo Sogno" ampiamente sviluppata sui social ed in TV. '4 INZU' vede protagonista anche una famiglia canosina composta da: Sabino Germinario (51 anni) di professione gruista, Roberta Paradiso (48 anni) impiegata privata ed il piccolo Arsène(9 anni) alunno di 3^ elementare presso la scuola "Enzo De Muro Lomanto", che in questo periodo di pandemia segue le lezioni a distanza davanti al computer di casa in attesa di ritornare a rivedere gli amici di classe.
"Là dove ci si ama, non scende mai la notte". Recita così un antico proverbio burundese. '4 INZU' è una favola, di quelle che iniziano con 'C'era una volta'. Ed infatti, una volta c'erano: 4 famiglie, 4 papà, 4 mamme, 4 bambini abbandonati in attesa di una famiglia. C'erano 4 lunghi anni d'attesa per quell'abbraccio che, queste mamme e questi papà, non vedevano l'ora di dare ai propri figli. C'era un paese lontano, situato in Africa, 9.000 km circa di distanza, in una terra rigogliosa e verde. Il Burundi: la terra delle mille colline e dei tanti laghi. Ed è proprio sulle rive di un lago, il Tanganica, che iniziò "il nostro pazzo sogno. La vita ci aveva fatto il regalo più grande che potessimo desiderare, i nostri figli. Eravamo in estasi cercando di conoscerli meglio, di capirli, di ascoltarli. Tutto sembrava perfetto. Eppure dentro ognuno di noi, vi era uno strano senso di inadeguatezza, di velata malinconia. Nelle nostre teste avevamo gli occhi di decine di bambini abbandonati. È vero, avevamo i nostri figli, ma dietro noi avevamo lasciato quei visi, quegli sguardi e quegli occhi. Gli occhi di coloro che non avevano avuto la stessa fortuna dei loro amici: Olivier, Arsène, Chanceline, Enock."
Risale al 13 luglio 2017 la nascita del progetto '4 INZU'. In lingua Kirundi Inzu significa Casa, ma si può assolutamente allargarne il significato a Famiglia. Il progetto '4 INZU' delle quattro famiglie italiane ambiva a realizzare una casa per gli orfani. che avevano bisogno di un luogo sicuro in cui crescere sereni, sicuri "e noi- riferiscono gli estensori del progetto - ci sentivamo in dovere di realizzarla per loro." Gli step significativi del progetto '4 INZU': il 7 marzo del 2018 è stato acquistato un terreno, 5.200 mq su tre livelli, a Gitega attuale capitale del Burundi; il 22 gennaio del 2019 viene posta la prima pietra, quel primo mattone utile a costruire #muriperaccogliere. '4 INZU' è un sogno, "un sogno condiviso da molti che si sono stretti attorno a noi ed hanno fatto loro questo progetto. Grazie all'aiuto di tanti, ad oggi siamo riusciti a costruire 2 moduli abitativi, un parco giochi e stiamo partendo con la realizzazione del terzo modulo che sarà adibito a refettorio ed infermeria. A breve, inoltre partirà la costruzione di una boulangerie, attività fondamentale per l'auto sussistenza economica".
In Burundi i bambini sono seguiti da Leopold un uomo di 35 anni, anche lui orfano. Per i bimbi Leopold, rappresenta un padre, un pastore, un confidente. Proprio Leopold ha battezzato l'orfanotrofio 'NICE HOPE HOUSE'. Il 1° dicembre 2020 un ulteriore passo è stato fatto : è partito il 'Container dei Sogni'. "Abbiamo lavorato sodo per caricarlo di tutto il necessario alla continuazione del progetto. Al suo interno: frigo, freezer, lavatrice, forno industriale, piastrelle, cemento, materiale elettrico, vestiti, pasta, biscotti, medicinali,giocattoli, pianoforte, chitarra e tanto tanto altro". "4 INZU" e NICE HOPE HOUSE sono molto di più: assieme sono anche un asilo, una scuola elementare, alla quale possono accedere molti bambini di Gitega. '4 INZU' vuole "essere speranza, in un luogo lontano, dove noi speriamo, non scenda mai la notte." Dichiarano emozionati i fondatori del progetto '4INZU': Dioguardi Leonardo (Presidente dell'Associazione '4INZU' Onlus ); Paciletti Antonio (Vice Presidente); il canosino Germinario Sabino e Semeraro Francesco, l' ingegnere che ha curato il progetto per regalare un futuro più sereno e dignitoso ai bambini sfortunati.
"Là dove ci si ama, non scende mai la notte". Recita così un antico proverbio burundese. '4 INZU' è una favola, di quelle che iniziano con 'C'era una volta'. Ed infatti, una volta c'erano: 4 famiglie, 4 papà, 4 mamme, 4 bambini abbandonati in attesa di una famiglia. C'erano 4 lunghi anni d'attesa per quell'abbraccio che, queste mamme e questi papà, non vedevano l'ora di dare ai propri figli. C'era un paese lontano, situato in Africa, 9.000 km circa di distanza, in una terra rigogliosa e verde. Il Burundi: la terra delle mille colline e dei tanti laghi. Ed è proprio sulle rive di un lago, il Tanganica, che iniziò "il nostro pazzo sogno. La vita ci aveva fatto il regalo più grande che potessimo desiderare, i nostri figli. Eravamo in estasi cercando di conoscerli meglio, di capirli, di ascoltarli. Tutto sembrava perfetto. Eppure dentro ognuno di noi, vi era uno strano senso di inadeguatezza, di velata malinconia. Nelle nostre teste avevamo gli occhi di decine di bambini abbandonati. È vero, avevamo i nostri figli, ma dietro noi avevamo lasciato quei visi, quegli sguardi e quegli occhi. Gli occhi di coloro che non avevano avuto la stessa fortuna dei loro amici: Olivier, Arsène, Chanceline, Enock."
Risale al 13 luglio 2017 la nascita del progetto '4 INZU'. In lingua Kirundi Inzu significa Casa, ma si può assolutamente allargarne il significato a Famiglia. Il progetto '4 INZU' delle quattro famiglie italiane ambiva a realizzare una casa per gli orfani. che avevano bisogno di un luogo sicuro in cui crescere sereni, sicuri "e noi- riferiscono gli estensori del progetto - ci sentivamo in dovere di realizzarla per loro." Gli step significativi del progetto '4 INZU': il 7 marzo del 2018 è stato acquistato un terreno, 5.200 mq su tre livelli, a Gitega attuale capitale del Burundi; il 22 gennaio del 2019 viene posta la prima pietra, quel primo mattone utile a costruire #muriperaccogliere. '4 INZU' è un sogno, "un sogno condiviso da molti che si sono stretti attorno a noi ed hanno fatto loro questo progetto. Grazie all'aiuto di tanti, ad oggi siamo riusciti a costruire 2 moduli abitativi, un parco giochi e stiamo partendo con la realizzazione del terzo modulo che sarà adibito a refettorio ed infermeria. A breve, inoltre partirà la costruzione di una boulangerie, attività fondamentale per l'auto sussistenza economica".
In Burundi i bambini sono seguiti da Leopold un uomo di 35 anni, anche lui orfano. Per i bimbi Leopold, rappresenta un padre, un pastore, un confidente. Proprio Leopold ha battezzato l'orfanotrofio 'NICE HOPE HOUSE'. Il 1° dicembre 2020 un ulteriore passo è stato fatto : è partito il 'Container dei Sogni'. "Abbiamo lavorato sodo per caricarlo di tutto il necessario alla continuazione del progetto. Al suo interno: frigo, freezer, lavatrice, forno industriale, piastrelle, cemento, materiale elettrico, vestiti, pasta, biscotti, medicinali,giocattoli, pianoforte, chitarra e tanto tanto altro". "4 INZU" e NICE HOPE HOUSE sono molto di più: assieme sono anche un asilo, una scuola elementare, alla quale possono accedere molti bambini di Gitega. '4 INZU' vuole "essere speranza, in un luogo lontano, dove noi speriamo, non scenda mai la notte." Dichiarano emozionati i fondatori del progetto '4INZU': Dioguardi Leonardo (Presidente dell'Associazione '4INZU' Onlus ); Paciletti Antonio (Vice Presidente); il canosino Germinario Sabino e Semeraro Francesco, l' ingegnere che ha curato il progetto per regalare un futuro più sereno e dignitoso ai bambini sfortunati.