Vita di città
La poesia si fa video : “U struzzône”
A realizzarlo Diaferio, Lentini, Franco e Ciffo per ricordare Losmargiasso
Canosa - mercoledì 3 giugno 2020
22.03
E' di questi giorni la notizia che la poesia dal titolo in vernacolo "U struzzône" tratta dal libro "Galleria dei personaggi Canosini 2" - Percorso storico di un poeta sognatore - come si definiva Savino Losmargiasso è diventata un brano musicale accompagnato da un video già in rete su YouTube e sui social. A realizzarlo ad un mese dalla scomparsa del poeta dialettale canosino 4 artisti esperti musicali del calibro di : Lucia Diaferio(Voce), Pino Lentini al sax, Teodoro Franco alla chitarra e Vincenzo Ciffo al contrabbasso. """Il brano fa parte di un progetto su musica popolare che continuerà a mettere in risalto il vernacolo canosino, i personaggi, la quotidianità e le tradizioni della nostra città. Grazie al compianto Savino Losmargiasso che ha tanto creduto in questo connubio tra musica popolare e poesia." - E' la prima dichiarazione rilasciata dal M° Pino Lentini a margine della pubblicazione del video "U struzzòne" che al contempo ringrazia "Tommy Todisco per la ripresa del suono e mixaggio mentre il montaggio immagini a cura di Pasquale Ciffo."""
Un brano che tratta un fenomeno di grande allarme sociale come l'usura che spesso resta nascosta e proprio per questo di particolare interesse per chi la pratica. "U struzzône", lo strozzino-usuraio è chi presta denaro a interesse eccessivo approfittando dello stato di necessità in cui si trova chi lo chiede.
...Mannagghhja quànne fù la malannète
ca l'indèrésse a dòppio ta pigghjète
ma po' tu péur che l'ernia struzzète!
Cucive u pignatìdde de fefe tòste
môse ammùdde cu carbunète…
"U struzzône" in rime dialettali come lo descriveva il poeta Savino Losmargiasso opera su un terreno sicuro, quello del bisogno, alle volte talmente disperato da intravedere nell'usura una concreta risoluzione ai problemi finanziari. Mentre si cerca di sanare debiti, di evitare protesti, di mantenere la proprietà della casa o dell'impresa e scongiurare aste o fallimenti, l'incontro con lo strozzino, magari suggerito da un amico, da un collega, da un altro imprenditore, diventa un' ancora di salvezza. Laddove ogni porta d'accesso al credito è stata chiusa, l'unica pronta a spalancarsi è quella dell'usura. Lo strozzino intercetta i bisogni, ha occhi e orecchie protese sul rumore della sofferenza. Già Papa Benedetto XIV si era espresso su "Quella specie di delitto che si chiama usura, e che nel contratto di mutuo ha una sua propria garanzia e posizione, consiste nel pretendere che dal prestito, il quale per sua natura esige che si restituisca solo quanto fu ricevuto, venga reso più di quanto si è avuto; e nel sostenere perciò che, oltre al capitale, sia dovuto un guadagno motivato dal mutuo stesso. Ma ogni utile di tale sorta che superi il capitale è illecito."
Una poesia, una canzone, un video intitolati "U struzzône" per "combattere l'usura" e al contempo ricordare la memoria di Savino Losmargiasso, il poeta sognatore che tanto ci teneva a questo componimento in vernacolo di forte intensità e profonda riflessione a salvaguardia del dialetto, patrimonio di cultura e saggezza popolare, come hanno inteso fare i quattro artisti Lucia Diaferio, Pino Lentini, Teodoro Franco e Vincenzo Ciffo, "con la speranza che non si estingua" e continua a vivere e resistere ai neologismi e anglicismi ricorrenti nel parlato quotidiano.
Un brano che tratta un fenomeno di grande allarme sociale come l'usura che spesso resta nascosta e proprio per questo di particolare interesse per chi la pratica. "U struzzône", lo strozzino-usuraio è chi presta denaro a interesse eccessivo approfittando dello stato di necessità in cui si trova chi lo chiede.
...Mannagghhja quànne fù la malannète
ca l'indèrésse a dòppio ta pigghjète
ma po' tu péur che l'ernia struzzète!
Cucive u pignatìdde de fefe tòste
môse ammùdde cu carbunète…
"U struzzône" in rime dialettali come lo descriveva il poeta Savino Losmargiasso opera su un terreno sicuro, quello del bisogno, alle volte talmente disperato da intravedere nell'usura una concreta risoluzione ai problemi finanziari. Mentre si cerca di sanare debiti, di evitare protesti, di mantenere la proprietà della casa o dell'impresa e scongiurare aste o fallimenti, l'incontro con lo strozzino, magari suggerito da un amico, da un collega, da un altro imprenditore, diventa un' ancora di salvezza. Laddove ogni porta d'accesso al credito è stata chiusa, l'unica pronta a spalancarsi è quella dell'usura. Lo strozzino intercetta i bisogni, ha occhi e orecchie protese sul rumore della sofferenza. Già Papa Benedetto XIV si era espresso su "Quella specie di delitto che si chiama usura, e che nel contratto di mutuo ha una sua propria garanzia e posizione, consiste nel pretendere che dal prestito, il quale per sua natura esige che si restituisca solo quanto fu ricevuto, venga reso più di quanto si è avuto; e nel sostenere perciò che, oltre al capitale, sia dovuto un guadagno motivato dal mutuo stesso. Ma ogni utile di tale sorta che superi il capitale è illecito."
Una poesia, una canzone, un video intitolati "U struzzône" per "combattere l'usura" e al contempo ricordare la memoria di Savino Losmargiasso, il poeta sognatore che tanto ci teneva a questo componimento in vernacolo di forte intensità e profonda riflessione a salvaguardia del dialetto, patrimonio di cultura e saggezza popolare, come hanno inteso fare i quattro artisti Lucia Diaferio, Pino Lentini, Teodoro Franco e Vincenzo Ciffo, "con la speranza che non si estingua" e continua a vivere e resistere ai neologismi e anglicismi ricorrenti nel parlato quotidiano.