Cronaca
La Polizia arresta cinque canosini, anche un minorenne
Coinvolti in rapine, furti d'auto e ricettazione
Canosa - domenica 22 ottobre 2017
8.41
A Canosa di Puglia(BT), ieri notte la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 5 canosini, tutti gravati da precedenti di polizia, ritenuti responsabili,a vario titolo, di rapina aggravata, ricettazione, furto aggravato e porto abusivo di arma clandestina. Sono accusati di aver commesso a Canosa di Puglia, tra la fine dello scorso anno ed i primi mesi del 2017, numerose rapine, furti di auto e ricettazione di beni rubati. A. S. di 20 anni, già agli arresti domiciliari, G. D. di 24 anni, già in carcere per i medesimi reati, G. S. di 36 anni, (cugino dell'A.) sono stati associati presso la Casa Circondariale di Trani mentre altri due componenti della banda, S. S., canosino di 25 anni, e S.S., incensurata, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. Le indagini svolte dai poliziotti del locale Commissariato di P.S., supportate da attività tecniche, hanno permesso di risalire all'identità di una banda criminale a capo della quale vi erano A. S., G. D. ed un minore, già tratto in arresto e condotto in una comunità,come disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari.
Gli accertamenti svolti hanno messo in luce il modus operandi della banda: l'A. S. ed il minore rubavano un'auto, quasi sempre una Fiat, o uno scooter, poche ore prima del colpo; alcuni minuti prima di entrare in azione, partiva una telefonata al terzo componente della banda, il D., che essendo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, si muoveva solo per i pochi minuti richiesti per compiere la rapina. I due, quindi, recuperato il D. che per non essere notato usciva da un ingresso secondario della sua abitazione, raggiungevano l'obiettivo e, travisati e a mano armata, rapinavano l'esercizio designato. Dopo il colpo, l'auto veniva abbandonata nella campagne o bruciata per cancellare le tracce del reato. E' stato accertato che i cinque si erano perfino dotati di radio illegali per intercettare le frequenze dei canali di Polizia. I poliziotti del locale Commissariato di P.S., in occasione di una rapina ad un distributore di benzina avvenuta lo scorso febbraio, quando furono arrestati in flagranza di reato il D. ed il S., sequestrarono anche una pistola clandestina usata dal gruppo, sottoposta a perizia tecnica da parte degli agenti della Polizia Scientifica della Questura di Bari, al fine di accertare l'eventuale utilizzo dell'arma in altri episodi criminosi avvenuti anche nel nord-Italia. Nel corso delle indagini è stato inoltre accertato che un distributore di benzina, ubicato nelle vicinanze dell'abitazione del D., era stato più volte preso di mira dal gruppo poiché era agevole ricondurre a casa l'uomo a colpo avvenuto.
Ad occuparsi della ricettazione dei proventi dei furti e delle rapine erano, da quanto accertato, S. S. e G. S.; a quest'ultimo è stata anche contestata la partecipazione ad una rapina compiuta ad un tabacchi in via Settembrini. Complessivamente, agli arrestati sono state contestate 4 rapine a mano armata in concorso, commesse in danno di vari esercizi commerciali e distributori di benzina, 4 furti di auto, utilizzate per compiere le rapine, la ricettazione di un auto rubata, e la ricettazione di merce rubata. Ad A S., S.G., S.S. è stata inoltre contestata la recidiva infra-quinquennale mentre al D.G., oltre alla recidiva, anche l'aggravante del fatto commesso mentre si trovava agli arresti domiciliari.
Gli accertamenti svolti hanno messo in luce il modus operandi della banda: l'A. S. ed il minore rubavano un'auto, quasi sempre una Fiat, o uno scooter, poche ore prima del colpo; alcuni minuti prima di entrare in azione, partiva una telefonata al terzo componente della banda, il D., che essendo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, si muoveva solo per i pochi minuti richiesti per compiere la rapina. I due, quindi, recuperato il D. che per non essere notato usciva da un ingresso secondario della sua abitazione, raggiungevano l'obiettivo e, travisati e a mano armata, rapinavano l'esercizio designato. Dopo il colpo, l'auto veniva abbandonata nella campagne o bruciata per cancellare le tracce del reato. E' stato accertato che i cinque si erano perfino dotati di radio illegali per intercettare le frequenze dei canali di Polizia. I poliziotti del locale Commissariato di P.S., in occasione di una rapina ad un distributore di benzina avvenuta lo scorso febbraio, quando furono arrestati in flagranza di reato il D. ed il S., sequestrarono anche una pistola clandestina usata dal gruppo, sottoposta a perizia tecnica da parte degli agenti della Polizia Scientifica della Questura di Bari, al fine di accertare l'eventuale utilizzo dell'arma in altri episodi criminosi avvenuti anche nel nord-Italia. Nel corso delle indagini è stato inoltre accertato che un distributore di benzina, ubicato nelle vicinanze dell'abitazione del D., era stato più volte preso di mira dal gruppo poiché era agevole ricondurre a casa l'uomo a colpo avvenuto.
Ad occuparsi della ricettazione dei proventi dei furti e delle rapine erano, da quanto accertato, S. S. e G. S.; a quest'ultimo è stata anche contestata la partecipazione ad una rapina compiuta ad un tabacchi in via Settembrini. Complessivamente, agli arrestati sono state contestate 4 rapine a mano armata in concorso, commesse in danno di vari esercizi commerciali e distributori di benzina, 4 furti di auto, utilizzate per compiere le rapine, la ricettazione di un auto rubata, e la ricettazione di merce rubata. Ad A S., S.G., S.S. è stata inoltre contestata la recidiva infra-quinquennale mentre al D.G., oltre alla recidiva, anche l'aggravante del fatto commesso mentre si trovava agli arresti domiciliari.