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La Puglia contro “Azzardopoli”: figure professionali, numero verde e osservatorio regionale

Intervista al consigliere regionale Angelo Disabato, primo firmatario della proposta di legge. «Lo Stato prima pubblicizza il gioco e poi deve curarne le conseguenze»

Una problematica serissima, una piaga sociale devastante quella del gioco d'azzardo patologico. In questi giorni la commissione regionale Servizi Sociali ha attuato una proposta di legge contro il mondo di "Azzardopoli", che preveda l'istituzione di figure professionali specializzate nella cura del GAP, un numero verde per il cittadino e un osservatorio regionale. Intervistata ad Angelo Disabato, consigliere Regionale, eletto nella circoscrizione di Bari per la lista "La Puglia per Vendola", primo firmatario della proposta.

Consigliere Disabato, sul suo blog c'è una frase dei suoi amici che la definiscono così: "Al gioco del burraco non sa perdere e se la prende con chi è semplicemente più bravo di lui". A suo parere, da giocatore per divertimento, quand'è che dal semplice diletto si passa all'affezione patologica da gioco?
«Quando l'individuo non riesce più a controllarsi il gioco diventa una vera e propria dipendenza patologica. In realtà il gioco d'azzardo diventa una vera e propria piaga sociale con l'acuirsi della crisi economica, quando si ricorre al gioco per risolvere i problemi economici, causa maggiore la legalizzazione da parte dello stato che pubblicizza e incentiva il gioco. Gravissimi sono i problemi che si creano da questa patologia non solo per il soggetto in prima persona che gioca, ma anche per i suoi familiari».

Nella proposta di legge regionale, ma soprattutto nazionale, c'è l'intento di vietare la pubblicità del gioco, anche per una maggiore tutela dei minori. In che modo può essere attuato questo scopo, vista la presenza massiccia della pubblicità anche la dove non autorizzata?
«In questa proposta di legge di cui sono orgoglioso di essere il primo firmatario, vogliamo occuparci della cura e dell'assistenza dei soggetti affetti da GAP e dei loro familiari. Pertanto il ruolo giocato dalla pubblicità è qui fondamentale, andando a osservare però che lo stesso Stato autorizza delle pubblicità in cui si consiglia di giocare con moderazione, com'è possibile stabilire il punto in cui il gioco diventa compulsivo? Personalmente mi occuperò di mettere come primo punto all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Regionale la necessità di revisionare l'intera normativa nazionale, di cui dovranno farsi carico i nostri parlamentari. Attualmente viviamo un proliferare quotidiano di luoghi opportunamente dediti al gioco, ciò che lascia più perplessi è il business in sé che ruota intorno al gioco d'azzardo, con una quota rilasciata allo stato ironicamente esigua al fronte delle cifre in circolazione per suddette attività».

Lo Stato quindi pubblicizza lo stesso gioco e poi deve preoccuparsi di curarne le conseguenze. In che modo si può ovviare al dilagare di questa afflizione sociale?
«A livello sanitario, si è voluta innanzitutto inserire quella del gioco d'azzardo nelle dipendenze, ma più in generale, un primo passo verso la cura può essere attuato stanziando attività preventive, di sensibilizzazione e informative, partendo dalla stessa scuola, importante luogo di formazione, si prevede inoltre di evidenziare tutti i rischi collegati alla patologia dei GAP nelle sale in cui si gioca con in ultimo l'istituzione di un numero verde per il giocatore o per i familiari, che potrà essere contattato dal cittadino in qualsiasi momento, al quale risponderà uno psicologo».

Cosa prevede la proposta di legge inerentemente alle stesse attività di cura?
«Nel territorio regionale si prevede la costituzione di un nucleo operativo di medici, psicologi e operatori. Sino ad oggi i cittadini affetti da dipendenza sono stati curati solo ed esclusivamente grazie alla buona volontà di tante ONLUS o enti no profit, pertanto allo stato attuale della criticità inerente la diffusione patologica, si prevedono attività di formazione di un personale specializzato per il trattamento terapeutico del GAP, dotandolo di misure economiche per attuare convenzioni con associazioni no profit e di volontariato affinché si distribuisca in maniera capillare sul territorio regionale la stessa disponibilità dell'attività preventiva. In progetto anche l'istituzione di un osservatorio regionale sul GAP che debba relazionare sull'attività relativa al monitoraggio svolto nell'ambito dei centri terapeutici e fornire suggerimenti per un miglioramento anche della stessa proposta di legge. C'è tanto da fare, ma già in prima commissione tutti i colleghi sia di maggioranza che d'opposizione sono stati disponibilissimi all'attuazione della proposta. Lunedì prossimo in terza commissione le audizioni dei direttori di tutte le Asl pugliesi per organizzarci in Regione».

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