Eventi e cultura
Le pietre del borgo antico di Canosa
La memoria di Santa Lucia. "Se essi tacessero, parlerebbero le pietre"
Canosa - venerdì 9 dicembre 2011
11.55
Le pietre del borgo antico di Canosa rievocano la memoria di Santa Lucia
"Se essi tacessero, parlerebbero le pietre" (Luca, 19, 39-40) e anche se tacciono le voci dei nostri padri, parlano le pietre della "Piazza Antica" della Chiesa di Santa Lucia a Canosa. I nostri nonni conoscono la Chiesa antica sul rione Castello, come "Chiesa del Purgatorio", denominazione riportata anche sulla grande campana del 1860 insieme all'effigie della Vergine Maria delle anime purganti.
Altre chiese nel nostro territorio furono dedicate nel 700 e intitolate Chiesa del Purgatorio, a Spinazzola, a Lucera, a Foggia e di questa dedicazione si apprezza l'intarsio marmoreo policromo dell'acquasantiera posta all'ingresso della Chiesa canosina e riferito alla Arciconfraternita del Purgatorio, con l'emblema del teschio della morte e del libro del Vangelo.
Ma il culto della Vergine e Martire siracusana, Santa Lucia, nella seconda metà dell'800 ha dato una nuova dedicazione alla Chiesa in una tradizione popolare, che ancora oggi rivive tra le scalinate del borgo del Castello, fino alla Salita Purgatorio. Il culto si inserisce nelle quattro tappe dell'Avvento nel cammino della santità di Santa Caterina , dell'Immacolata, di Santa Lucia, di Natale.
Nel 13 dicembre i devoti , anche da altri quartieri, si recano di notte, prima dell'alba, alle ore 5,30 per partecipare alla prima messa, uscendo con il chiarore dell'alba in un'atmosfera di silenzio e di spiritualità serena.
E' il giorno della luce di Santa Lucia, che quest'anno rivive momenti di cultura e di preghiera, con la "tredicina" in onore di Santa Lucia, che inizia ogni anno il 30 novembre, guidata dal parroco don Nicola Fortunato.La cultura rivive quest'anno con la partecipazione ed il concerto della Scuola Foscolo-Marconi, con il Coro filarmonico Enzo De Muro Lomanto del maestro Vitaliano Iannuzzi, con l'Associazione PRO LOCO che riscopre nel falò le tradizioni popolari di un borgo che rischia di perdere la sua identità e le sue radici.
Il falò, la fanove a Sanda Lucioje / a Natèle tridece doje. Riscoprire questa festività risalendo le pietre antiche del rione Castello è educativo per i piccoli e costituisce un momento di aggregazione per tutti nella fede e nelle tradizioni popolari.
Nella gioia e nella bellezza della festa.
maestro Peppino Di Nunno
"Se essi tacessero, parlerebbero le pietre" (Luca, 19, 39-40) e anche se tacciono le voci dei nostri padri, parlano le pietre della "Piazza Antica" della Chiesa di Santa Lucia a Canosa. I nostri nonni conoscono la Chiesa antica sul rione Castello, come "Chiesa del Purgatorio", denominazione riportata anche sulla grande campana del 1860 insieme all'effigie della Vergine Maria delle anime purganti.
Altre chiese nel nostro territorio furono dedicate nel 700 e intitolate Chiesa del Purgatorio, a Spinazzola, a Lucera, a Foggia e di questa dedicazione si apprezza l'intarsio marmoreo policromo dell'acquasantiera posta all'ingresso della Chiesa canosina e riferito alla Arciconfraternita del Purgatorio, con l'emblema del teschio della morte e del libro del Vangelo.
Ma il culto della Vergine e Martire siracusana, Santa Lucia, nella seconda metà dell'800 ha dato una nuova dedicazione alla Chiesa in una tradizione popolare, che ancora oggi rivive tra le scalinate del borgo del Castello, fino alla Salita Purgatorio. Il culto si inserisce nelle quattro tappe dell'Avvento nel cammino della santità di Santa Caterina , dell'Immacolata, di Santa Lucia, di Natale.
Nel 13 dicembre i devoti , anche da altri quartieri, si recano di notte, prima dell'alba, alle ore 5,30 per partecipare alla prima messa, uscendo con il chiarore dell'alba in un'atmosfera di silenzio e di spiritualità serena.
E' il giorno della luce di Santa Lucia, che quest'anno rivive momenti di cultura e di preghiera, con la "tredicina" in onore di Santa Lucia, che inizia ogni anno il 30 novembre, guidata dal parroco don Nicola Fortunato.La cultura rivive quest'anno con la partecipazione ed il concerto della Scuola Foscolo-Marconi, con il Coro filarmonico Enzo De Muro Lomanto del maestro Vitaliano Iannuzzi, con l'Associazione PRO LOCO che riscopre nel falò le tradizioni popolari di un borgo che rischia di perdere la sua identità e le sue radici.
Il falò, la fanove a Sanda Lucioje / a Natèle tridece doje. Riscoprire questa festività risalendo le pietre antiche del rione Castello è educativo per i piccoli e costituisce un momento di aggregazione per tutti nella fede e nelle tradizioni popolari.
Nella gioia e nella bellezza della festa.
maestro Peppino Di Nunno