Eventi e cultura
Le Pillole di Nunzio Valentino
Anche Noi abbiamo un sogno ....... Riproduzione Vietata
Canosa - domenica 22 settembre 2013
13.16
Era il 28 agosto del 1963, duecentocinquantamila Americani marciarono per la libertà a Washington, come in una lunga processione, per fermarsi al " Lincoln Memorial ", dove un leader morale della nazione improvvisò la parte del Suo discorso dando un cuore alla idea di libertà, parlando del Suo sogno, divenuto poi il sogno Americano.
L'oratore sognante era Martin Luther King.
" I have a dream...", sognare oggi per costruire domani una Nazione dove oppressione ed ingiustizia lascino il passo a libertà e giustizia.
Chi ascoltò quel sogno e vive oggi può con orgoglio proclamare " io c'ero ".
Quel giorno cultura e società civile scesero per strada, marciarono uniti insieme, stringendosi intorno al "pastore profetico": da Mahalia Jackson ad Harry Belafonte, da Joan Baetz a Bob Dylan, da Charlton Heston a Marlon Brando, da Paul Newmam a James Garner, per citare i più famosi.
Il presidente in carica John F. Kennedy, terrorizzato dai possibili sviluppi violenti di quella marcia, in televisione nella stanza ovale vide una processione orante pace e solidarietà, ascoltò il grido di un nuovo profeta del popolo Americano.
Quel discorso, preceduto dagli spirituals potenti di Mahalia e dalla chitarra dolce di Joan Baetz, era lo sviluppo morale nel tempo di quelli che altri padri avevano tenuto: Jefferson a Philadelphia nel 1776 e Lincoln a Gettysburg nel 1863.
" Io ho un sogno, che i miei quattro bambini vivranno un giorno in una Nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle ..... " Io ho un sogno oggi!
Era lo spirito di Dio, tanto vicino alla cultura afroamericana, che illuminava la mente e dava corpo alla voce potente di quel pastore, che parlando stava conquistando un credito, mai completamente ripagato dal Suo popolo, dal mondo.
La nostra stampa nazionale ha quasi dimenticato, anche di ricordare, questo anniversario.
Eppure avremmo tanto da imparare, potremmo tanto meditare, rileggendo o riascoltando le parole profetiche di quel giorno.
Diritti uguali per tutti: la nostra cara Italia, ottava potenza industriale al mondo, ancora oggi " cincischia " con la applicazione di questo semplice ma sacrosanto principio.
Mentre da interminabili mesi ci occupiamo quasi solamente delle alterne fortune del Cavaliere, il Paese soffre terribilmente di mancanza di lavoro, latitanza di regole, profonda crisi di sicurezza.
Da secoli .... continuiamo a parlare del bisogno di una giustizia più giusta che finalmente realizzi il dettato Costituzionale della Legge uguale per tutti.
Al vuoto spinto della Politica è subentrato il potere dei gran commis di stato, sempre gli stessi uomini e peggio la surroga della Magistratura, che con discrezione individuale, persegue una propria idea di Stato.
Poteri forti, interni ed esterni alla macchina statale, dimentichi spesso dei più deboli, in generale non interessati a quelli che non fanno notizia ed audience.
La Costituzione, pensata dai Padri fondatori, per dare equilibrio a tre poteri, oggi attraverso le " grida " del Presidente e le sentenze della Consulta, è l"unico argine a tanto disordine morale e civile che attraversa indifferente tutto il Paese.
I fatti, malavitosi e violenti, di cui giornalmente siamo messi a parte, sono riconducibili a comuni denominatori di insicurezza sociale, di ricerca spasmodica del potere, di bisogno sfrenato di denaro per vivere una vita " esagerata ".
Qual'é il nostro sogno Italiano oggi, quale eredità morale daremo domani ai nostri figli ?
Dov'é il nostro "King" ?
Anche a Canosa di questo fosco scenario non ci facciamo, grazie a Dio, mancare niente.
Stiamo disperdendo anche quel poco di buono che con fatica eravamo riusciti a costruire; anche da noi tanta apparenza e poca sostanza, le grandi feste sono il meglio in cui riusciamo a dare il meglio di noi.
Davanti ai tanti problemi che giornalmente attraversano la città, il cui elenco i Canosini conoscono ormai a memoria, siamo bravi a dare giustificazioni formali a fatti sostanziali.
Non stiamo pensando al nuovo, ci arrabbatiamo con il vecchio, magari ereditato, rischiando di perdere per incapacità anche qualche finanziamento che poteva fare di Canosa una vetrina nazionale.
Qualcuno, quelli che più ci stimano e ci vogliono bene, ancora una volta ci dirà che la missione Canosina è missione impossibile, ma noi al nostro sogno ancora crediamo.
Per questo " riproponiamo alle Istituzioni, alle forze politiche, sindacali,alle associazioni,nalla Cultura un nuovo rivisitato giorno di Concordia e Sviluppo "
Lo chiediamo in primis alle parrocchie, rifacciamo con nuovo spirito, una lettura insieme della Gaudium et Spes, riviviamo, per ripartire, senza accusare, quel 1 giugno 2006.
Le Pillole di Nunzio Valentino
L'oratore sognante era Martin Luther King.
" I have a dream...", sognare oggi per costruire domani una Nazione dove oppressione ed ingiustizia lascino il passo a libertà e giustizia.
Chi ascoltò quel sogno e vive oggi può con orgoglio proclamare " io c'ero ".
Quel giorno cultura e società civile scesero per strada, marciarono uniti insieme, stringendosi intorno al "pastore profetico": da Mahalia Jackson ad Harry Belafonte, da Joan Baetz a Bob Dylan, da Charlton Heston a Marlon Brando, da Paul Newmam a James Garner, per citare i più famosi.
Il presidente in carica John F. Kennedy, terrorizzato dai possibili sviluppi violenti di quella marcia, in televisione nella stanza ovale vide una processione orante pace e solidarietà, ascoltò il grido di un nuovo profeta del popolo Americano.
Quel discorso, preceduto dagli spirituals potenti di Mahalia e dalla chitarra dolce di Joan Baetz, era lo sviluppo morale nel tempo di quelli che altri padri avevano tenuto: Jefferson a Philadelphia nel 1776 e Lincoln a Gettysburg nel 1863.
" Io ho un sogno, che i miei quattro bambini vivranno un giorno in una Nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle ..... " Io ho un sogno oggi!
Era lo spirito di Dio, tanto vicino alla cultura afroamericana, che illuminava la mente e dava corpo alla voce potente di quel pastore, che parlando stava conquistando un credito, mai completamente ripagato dal Suo popolo, dal mondo.
La nostra stampa nazionale ha quasi dimenticato, anche di ricordare, questo anniversario.
Eppure avremmo tanto da imparare, potremmo tanto meditare, rileggendo o riascoltando le parole profetiche di quel giorno.
Diritti uguali per tutti: la nostra cara Italia, ottava potenza industriale al mondo, ancora oggi " cincischia " con la applicazione di questo semplice ma sacrosanto principio.
Mentre da interminabili mesi ci occupiamo quasi solamente delle alterne fortune del Cavaliere, il Paese soffre terribilmente di mancanza di lavoro, latitanza di regole, profonda crisi di sicurezza.
Da secoli .... continuiamo a parlare del bisogno di una giustizia più giusta che finalmente realizzi il dettato Costituzionale della Legge uguale per tutti.
Al vuoto spinto della Politica è subentrato il potere dei gran commis di stato, sempre gli stessi uomini e peggio la surroga della Magistratura, che con discrezione individuale, persegue una propria idea di Stato.
Poteri forti, interni ed esterni alla macchina statale, dimentichi spesso dei più deboli, in generale non interessati a quelli che non fanno notizia ed audience.
La Costituzione, pensata dai Padri fondatori, per dare equilibrio a tre poteri, oggi attraverso le " grida " del Presidente e le sentenze della Consulta, è l"unico argine a tanto disordine morale e civile che attraversa indifferente tutto il Paese.
I fatti, malavitosi e violenti, di cui giornalmente siamo messi a parte, sono riconducibili a comuni denominatori di insicurezza sociale, di ricerca spasmodica del potere, di bisogno sfrenato di denaro per vivere una vita " esagerata ".
Qual'é il nostro sogno Italiano oggi, quale eredità morale daremo domani ai nostri figli ?
Dov'é il nostro "King" ?
Anche a Canosa di questo fosco scenario non ci facciamo, grazie a Dio, mancare niente.
Stiamo disperdendo anche quel poco di buono che con fatica eravamo riusciti a costruire; anche da noi tanta apparenza e poca sostanza, le grandi feste sono il meglio in cui riusciamo a dare il meglio di noi.
Davanti ai tanti problemi che giornalmente attraversano la città, il cui elenco i Canosini conoscono ormai a memoria, siamo bravi a dare giustificazioni formali a fatti sostanziali.
Non stiamo pensando al nuovo, ci arrabbatiamo con il vecchio, magari ereditato, rischiando di perdere per incapacità anche qualche finanziamento che poteva fare di Canosa una vetrina nazionale.
Qualcuno, quelli che più ci stimano e ci vogliono bene, ancora una volta ci dirà che la missione Canosina è missione impossibile, ma noi al nostro sogno ancora crediamo.
Per questo " riproponiamo alle Istituzioni, alle forze politiche, sindacali,alle associazioni,nalla Cultura un nuovo rivisitato giorno di Concordia e Sviluppo "
Lo chiediamo in primis alle parrocchie, rifacciamo con nuovo spirito, una lettura insieme della Gaudium et Spes, riviviamo, per ripartire, senza accusare, quel 1 giugno 2006.
Le Pillole di Nunzio Valentino