Ghidini Petroni
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Eventi e cultura

Le sofferenze e le difficoltà della vita ci possono rendere migliori

Gianpietro Ghidini ha incontrato studenti e genitori a Canosa di Puglia

Silenzio e commozione nel corso degli incontri odierni, il primo in mattinata, l'altro nel pomeriggio a Canosa di Puglia, dove è giunto Gianpietro Ghidini, che con la Fondazione Ema Pesciolinorosso sta girando l'Italia per portare la propria testimonianza e un messaggio di speranza contro le dipendenze. Al Teatro Comunale "Raffaele Lembo" ha incontrato gli studenti accompagnato dall' Assessore alle Politiche Sociali, Mariangela Petroni, raccontando la propria storia e quella di suo figlio Emanuele, 16 anni che, il 24 novembre 2013, dopo aver assunto delle droghe, in preda alle allucinazioni si gettò nel fiume Chiese, all'altezza di Gavardo, nel Bresciano, nello stesso punto in cui da bambino aveva liberato un pesciolino rosso insieme al suo papà. Da quel giorno papà Gianpietro, imprenditore bresciano, è riuscito a trasformare un dolore inconsolabile in energia, evocando la sofferenza e la speranza a studenti e genitori. "La strada me l'ha indicata mio figlio. Sognai che lo stavo salvando dalle acque di quel fiume che lo aveva portato via per sempre. Quella notte ho capito che, se avessi salvato un solo ragazzo, avrei salvato Emanuele". Nella sua immensa sofferenza il padre Gianpietro comprende che doveva e poteva fare qualcosa. Costituisce la Fondazione Ema Pesciolino Rosso e poi con Marcello Riccioni pubblica il libro "Lasciami volare papà", perché la morte di Emanuele non sia stata vana, per incoraggiare il dialogo tra genitori e figli, perché da una parte e dall'altra si impari a spogliarsi delle proprie certezze per fare spazio all'altro, al suo mondo, al suo modo di vedere le cose.

"Papà, sei sulla giusta strada. Non lasciarla finchè ragazzi come me sentiranno il bisogno di averti al loro fianco" L'incipit della mission intrapresa incontrando adulti (genitori, insegnanti, catechisti) e studenti, giovani che hanno perso il senso della vita, e che non trovano la forza di dire ai loro genitori che si stanno perdendo. "Ci propongono un'idea di felicità – ha tra l'altro dichiarato Gianpietro Ghidini nel monologo agli studenti di stamani al Teatro Lembo - fatta di cose e a queste cose è legato il denaro che non è un valore. La ricerca della felicità legata ai beni materiali è una grande truffa, è effimera, ci porta a fingere di essere felici. I social perché hanno successo? Perché vivono di finzione e apparenza. successo. La felicità c'è quando nonostante tutto e tutti riusciamo ad ascoltare la voce interiore. I veri valori della vita, una specie di giubbotto antiproiettile, sono legalità e rispetto". E' il monito accorato rivolto agli studenti da Gianpietro Ghidini, che ha regalato un braccialetto della Fondazione Pesciolinorosso e un abbraccio a coloro gli hanno fatto delle domande.

"Essere genitori è difficile, non te lo insegna nessuno, non c'è nessuna scuola da frequentare; al contempo essere figli è complicato non sempre ci si sente all'altezza dei propri genitori, non sempre si comprende che sbagliare qualcosa non significa essere sbagliati." E' tra i passaggi salienti nell'incontro pomeridiano di Gianpietro Ghidini con i genitori nell'aula consiliare del Comune di Canosa di Puglia, focalizzando l'attenzione sull'idea che "non solo possiamo sopravvivere al dolore, ma che le sofferenze e le difficoltà della vita ci possono rendere migliori, perché quello che oggi sembra farci cadere può essere quello che domani ci aiuterà a stare in piedi". Sono stati momenti emozionanti e significativi, attraverso una testimonianza di vita, forte e toccante, come quella di Gianpietro Ghidini che desidera essere d'aiuto nell'abbattere il muro che spesso si crea tra genitori e figli, con l'obiettivo tra gli altri di incentivare un dialogo aperto, costruttivo e positivo .
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