Cronaca
Liquami nelle aree pertinenti le saline
L’operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari
BAT - giovedì 11 ottobre 2018
17.28
A seguito di serrata attività di indagine con mirati e specializzati servizi per il monitoraggio del territorio, anche con l'ausilio di un drone, nonché di approfondimenti tecnico ingegneristici, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari unitamente ai militari della Stazione Carabinieri di Trinitapoli, locale polizia municipale, ASL e ARPA BAT intervengono prima in località "Chiavicella", porzione del "canale cinquemetri" di proprietà del Comune di Trinitapoli, in gestione al Consorzio di Bonifica di Capitanata di Foggia ove rinvengono diverse centinaia di metri cubi di rifiuto contaminato speciale anche pericoloso di varia natura quali legno, plastica, pneumatici, vetro, carrozzeria, lastre in eternit frantumate tutti ammassati sulle sponde del canale. In località Carmosina agro del Comune di Margherita di Savoia, poi, vengono posti i sigilli ad una condotta abusiva di un chilometro realizzata a margine dell'impianto di produzione del sale delle "Saline di Margherita di Savoia", finalizzata allo scarico delle acque di produzione, dal colore rosso mattone, unitamente ai fanghi di scarto accumulati nelle vasche.
L'intervento del NOE si è reso necessario anche per rispondere alle diverse, anche da parte di organi politici locali e nazionali, annose, incresciose segnalazioni in merito alla colorazione di rosso delle acque della foce Carmosina. Legambiente più volte riferiva che fenomeno si accompagnava anche ad uno stato melmoso ed oleoso delle acque. Le operazioni di sequestro di un chilometro di canale "Cinquemetri" e dello scarico abusivo sono ancora in corso. Il canale "Cinquemetri", a servizio dell'abitato di Trinitapoli per il convogliamento delle acque piovane nonché dei reflui provenienti dal locale depuratore, in parte coperto dall'abitato cittadino, nella sua parte scoperta è sempre stato oggetto di "aggressioni" da parte di cittadini senza scrupoli che ne realizzavano piccoli scarichi abusivi e sversamenti di rifiuti, a danno del turismo e dell'ambiente insistente sul tratto di costa antistante. Più volte le Autorità presenti sul territorio hanno cercato la soluzione al problema. Talvolta si è cercata la genesi del problema nella presenza di particolari alghe coloranti. Altre volte si è imputato il fenomeno delle acque rosse allo scarico abusivo dei processi di cantine vitivinicole, fenomeno criminale accertato e demolito grazie all'operazione "Cinquemetri" del NOE nel 2012.
Tutta l'area in questione, zona umida oggi compresa nei territori dei comuni di Trinitapoli e Margherita di Savoia, vanta un ecosistema unico, perché rappresenta un habitat eccezionale atto ad ospitare una grande varietà e quantità di uccelli acquatici migratori. Al fine della protezione ambientale la salina ha ottenuto numerosissimi riconoscenti internazionali tra cui: "Zona Umida di Importanza Internazionale" ai sensi della "Convenzione di Ramsar", "Zona di Protezione Speciale" e "Sito di Importanza Comunitaria" per la protezione della flora e della fauna selvatica, area protetta europea "Natura 2000", "Riserva Naturale dello Stato" dal 1977. All'azienda gestrice delle saline ed ai propri rappresentanti legali sono stati contestati diversi reati aggravati dalla particolare tutela riservata all'Ambiente protetto danneggiato e deturpato da scarichi illegali di acque inquinate e fanghi. Ai vertici del Consorzio di Bonifica Capitanata di Foggia e del Comune di Trinitapoli sono stati contestati rispettivamente reati di danneggiamento aggravato per rinvenimento di sostanze inquinanti in un corso d'acqua pubblico e deposito incontrollato e realizzazione di discarica abusiva di rifiuti speciali anche pericolosi.
L'intervento del NOE si è reso necessario anche per rispondere alle diverse, anche da parte di organi politici locali e nazionali, annose, incresciose segnalazioni in merito alla colorazione di rosso delle acque della foce Carmosina. Legambiente più volte riferiva che fenomeno si accompagnava anche ad uno stato melmoso ed oleoso delle acque. Le operazioni di sequestro di un chilometro di canale "Cinquemetri" e dello scarico abusivo sono ancora in corso. Il canale "Cinquemetri", a servizio dell'abitato di Trinitapoli per il convogliamento delle acque piovane nonché dei reflui provenienti dal locale depuratore, in parte coperto dall'abitato cittadino, nella sua parte scoperta è sempre stato oggetto di "aggressioni" da parte di cittadini senza scrupoli che ne realizzavano piccoli scarichi abusivi e sversamenti di rifiuti, a danno del turismo e dell'ambiente insistente sul tratto di costa antistante. Più volte le Autorità presenti sul territorio hanno cercato la soluzione al problema. Talvolta si è cercata la genesi del problema nella presenza di particolari alghe coloranti. Altre volte si è imputato il fenomeno delle acque rosse allo scarico abusivo dei processi di cantine vitivinicole, fenomeno criminale accertato e demolito grazie all'operazione "Cinquemetri" del NOE nel 2012.
Tutta l'area in questione, zona umida oggi compresa nei territori dei comuni di Trinitapoli e Margherita di Savoia, vanta un ecosistema unico, perché rappresenta un habitat eccezionale atto ad ospitare una grande varietà e quantità di uccelli acquatici migratori. Al fine della protezione ambientale la salina ha ottenuto numerosissimi riconoscenti internazionali tra cui: "Zona Umida di Importanza Internazionale" ai sensi della "Convenzione di Ramsar", "Zona di Protezione Speciale" e "Sito di Importanza Comunitaria" per la protezione della flora e della fauna selvatica, area protetta europea "Natura 2000", "Riserva Naturale dello Stato" dal 1977. All'azienda gestrice delle saline ed ai propri rappresentanti legali sono stati contestati diversi reati aggravati dalla particolare tutela riservata all'Ambiente protetto danneggiato e deturpato da scarichi illegali di acque inquinate e fanghi. Ai vertici del Consorzio di Bonifica Capitanata di Foggia e del Comune di Trinitapoli sono stati contestati rispettivamente reati di danneggiamento aggravato per rinvenimento di sostanze inquinanti in un corso d'acqua pubblico e deposito incontrollato e realizzazione di discarica abusiva di rifiuti speciali anche pericolosi.