Politica
Made in Italy obbligatorio
Il M5S chiede una cooperazione europea anti-contraffazione
Italia - lunedì 6 novembre 2017
23.47
La questione del "Made in Italy obbligatorio" giace da troppo tempo a Bruxelles a causa dell'ostruzionismo degli altri Stati Membri quali la Germania, i Paesi Bassi, il Belgio e la Danimarca. Come tutelare allora le nostre aziende e i nostri consumatori? Come riuscire a contrastare la contraffazione? In un mercato globalizzato la via della cooperazione rafforzata, prevista dai trattati europei, è una delle strategie indispensabili. Ed è possibile realizzarla, facendo leva su quei Paesi che la vedono favorevolmente (in primis l'Italia, seguita da Francia, Spagna, Grecia e Portogallo), in modo che tra di loro la tutela dei consumatori e delle aziende sia normata in maniera puntuale. È con questi presupposti che i parlamentari del Movimento 5 Stelle sono riusciti a far approvare una risoluzione in Commissione Attività Produttive che impegna il Governo a "verificare con urgenza la disponibilità di altri Stati Ue ad instaurare una cooperazione rafforzata, aperta a tutti gli altri, nel settore della sicurezza di alcuni prodotti di consumo, con l'obiettivo di introdurre in etichetta l'obbligo dell'indicazione dell'origine nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento, della ceramica, del legno per arredo e dell'oreficeria.È un'occasione per l'intero nostro Paese e per il Made in Italy e– dichiara il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate (M5S) – ci auguriamo che il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, convochi subito a Roma gli Stati Generali del Made in, prima della conclusione della Legislatura. Adesso l'impegno è preso e al Governo non resta che agire".