Territorio
Mobilità futura tra tecnologia e società
Cambiamenti ma anche importanti risvolti socio-economici
Internet - giovedì 26 agosto 2021
22.02
Il webinar "Mobilità futura tra tecnologia e società", proposto dal Meeting 2021 di Rimini e curato da ACI, è stato un'occasione di confronto e riflessione in merito al cambiamento repentino nella concezione di mobilità ed alle proposte alternative in tema di veicoli e della loro alimentazione. Si sono confrontati Federico Aliverti, direttore Rivista Motociclismo, Roberto Zucchetti, docente economia dei trasporti Università Bocconi, ed Enrico Pagliari, coordinatore area tecnica ACI. L'utente di oggi, ha sottolineato Pagliari ad inizio incontro, vuole essere sempre connesso e informato. Contestualmente, stanno cambiando le caratteristiche dei mezzi con cui ci si sposta: guida assistita, autonoma, automatica, ma anche differenti modalità di alimentazione.
Il professor Zucchetti ha illustrato le implicazioni di natura sociale che conseguono ad un radicale cambiamento nell'ambito della mobilità: «Ad oggi, escludendo le grandi città in cui è possibile muoversi con una pluralità di mezzi, la grandi aree extraurbane di cui è composto il territorio italiano non presentano una capillarità di rete di trasporto pubblico locale capace di disincentivare l'uso dell'autovettura privata negli spostamenti». Altra criticità illustrata dal docente è quella legata ad un parco auto italiano vecchio che pone problemi di sicurezza, ma anche di tipo socio economico, dal momento che la maggiore diffusione di auto vetuste interessa i territori centro-meridionali del paese, spesso in sofferenza. «Occorre», secondo Zucchetti, «rendere fluida la sostituzione tra le auto più vecchie e quelle migliori. Una eccessiva politica di rottamazione delle automobili vecchie rischia di mettere fuori gioco anche gruppi sociali che abbandonerebbero zone del territorio già in declino».
Il direttore Aliverti ha invece sottolineato come si sia assistito «ad un impulso verso le "due ruote" nel post pandemia con una voglia di libertà e di trasporto individuale puro, di cui la moto rappresenta il maggior vettore. L'evoluzione della mobilità su due ruote rappresenta un momento importante, ma occorre evitare il rischio che le forme di mobilità "nuove" possano portare all'annullamento delle altre possibilità di trasporto e di spostamento». Il webinar ha quindi visto un confronto sulle difficoltà legate alle politiche green che, secondo i partecipanti, dovrebbero essere meno drastiche e fuorvianti, evitando la proposta di una radicale svolta in tempi brevi che non potrà realizzarsi nella sua concretezza per difficoltà intrinseche e strutturali. La mancanza di una rete diffusa di ricarica dei veicoli, il rischio di veder travolto il know-how di competenze in ambito di motori "tradizionali" che il nostro Paese possiede, con la perdita del vantaggio competitivo in tema di componentistica sul motore endotermico e una rete stradale secondaria che necessita di una radicale manutenzione e messa in sicurezza sono i tre elementi critici che i partecipanti hanno rilevato a conclusione dell'incontro.
Il professor Zucchetti ha illustrato le implicazioni di natura sociale che conseguono ad un radicale cambiamento nell'ambito della mobilità: «Ad oggi, escludendo le grandi città in cui è possibile muoversi con una pluralità di mezzi, la grandi aree extraurbane di cui è composto il territorio italiano non presentano una capillarità di rete di trasporto pubblico locale capace di disincentivare l'uso dell'autovettura privata negli spostamenti». Altra criticità illustrata dal docente è quella legata ad un parco auto italiano vecchio che pone problemi di sicurezza, ma anche di tipo socio economico, dal momento che la maggiore diffusione di auto vetuste interessa i territori centro-meridionali del paese, spesso in sofferenza. «Occorre», secondo Zucchetti, «rendere fluida la sostituzione tra le auto più vecchie e quelle migliori. Una eccessiva politica di rottamazione delle automobili vecchie rischia di mettere fuori gioco anche gruppi sociali che abbandonerebbero zone del territorio già in declino».
Il direttore Aliverti ha invece sottolineato come si sia assistito «ad un impulso verso le "due ruote" nel post pandemia con una voglia di libertà e di trasporto individuale puro, di cui la moto rappresenta il maggior vettore. L'evoluzione della mobilità su due ruote rappresenta un momento importante, ma occorre evitare il rischio che le forme di mobilità "nuove" possano portare all'annullamento delle altre possibilità di trasporto e di spostamento». Il webinar ha quindi visto un confronto sulle difficoltà legate alle politiche green che, secondo i partecipanti, dovrebbero essere meno drastiche e fuorvianti, evitando la proposta di una radicale svolta in tempi brevi che non potrà realizzarsi nella sua concretezza per difficoltà intrinseche e strutturali. La mancanza di una rete diffusa di ricarica dei veicoli, il rischio di veder travolto il know-how di competenze in ambito di motori "tradizionali" che il nostro Paese possiede, con la perdita del vantaggio competitivo in tema di componentistica sul motore endotermico e una rete stradale secondaria che necessita di una radicale manutenzione e messa in sicurezza sono i tre elementi critici che i partecipanti hanno rilevato a conclusione dell'incontro.