Cronaca
Nel ricordo di Luigi e Aurelio Luciani, vittime di un agguato mafioso
Commemorate a San Marco in Lamis
Puglia - mercoledì 9 agosto 2023
13.14
Anche a causa dei fenomeni inflazionistici e speculativi, sono salite a 440 mila le famiglie in povertà relativa, passate in 1 anno dal 18,1% al 27,5%, tra le quali la criminalità trova terreno fertile per infiltrarsi, con la malavita che approfitta della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della commemorazione organizzata con l'Associazione Libera e Don Luigi Ciotti dei due imprenditori agricoli soci, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, uccisi durante un agguato mafioso del 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis, la cui unica colpa fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato e rimasero vittime , mentre lavoravano in campagna.
"La morte di Luigi e Aurelio Luciani è una ferita aperta per la provincia di Foggia. Abbiamo il dovere di non dimenticare questi due fratelli, uccisi dalla mafia perché testimoni scomodi di un duplice omicidio. La loro unica colpa è stata quella di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato mentre erano a lavoro nei campi come tutte le mattine. Quel 9 agosto del 2017, l'Italia intera ha preso coscienza della mafia foggiana e di quanto potesse essere crudele. Nessuno ha più potuto far finta di niente e minimizzare questo fenomeno, come era successo fino a quel momento. La guerra alla mafia ha cambiato passo e lo Stato ha fatto sentire in maniera forte la sua presenza.. Oggi, il nostro pensiero va alle vedove dei fratelli Luciani e ai loro cari, al figlio di Luigi che ha perso il padre quando aveva solo 11 mesi. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di educare alla legalità le giovani generazioni e lavorare a un cambiamento culturale nella società. Ognuno di noi è un tassello importante nella lotta alla mafia, anche nei gesti quotidiani. Come Don Ciotti ci ha spiegato più di una volta, la mafia si alimenta dell'indifferenza. Dobbiamo far capire ai cittadini che non sono soli, far sentire alla gente perbene che lo Stato è più forte. Solo così potremo onorare realmente la memoria dei fratelli Luciani e di tutte le vittime innocenti delle mafie". Così l'assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone, che questa mattina ha preso parte alla cerimonia commemorativa in occasione del sesto anniversario della strage di San Marco in Lamis.
"Noi persone oneste a Foggia siamo tante e citando una frase di Borsellino, siamo di più e non dobbiamo avere paura. Dobbiamo lavorare insieme per cambiare la storia e la narrativa di Foggia e l'intera provincia, stringendoci attorno alle famiglie dei due fratelli Luciani, alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. E' pressante la grande esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione." Ha detto Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia.
Fra i nuovi poveri – precisa la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d'ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.
Crescono, infatti, gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con la crisi le mafie si appropriano – sottolinea la Coldiretti regionale – di vasti comparti dell'agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
Dai mercati ai supermercati, dai trasporti ai ristoranti – denuncia Coldiretti Puglia - dall'agricoltura all'allevamento, dalla carne alla frutta fino al caffè alle corse dei cavalli, oltre all'utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all'agricoltura come il PSR, il volume d'affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l'intera filiera agroalimentare.
In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti Puglia – di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti e il valore del marchio Made in Italy. Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – insiste Coldiretti Puglia - con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l'innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l'approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio Agromafie.
Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli, l'affidamento di servizi e appalti, la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si "annidano" nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.
La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile. Capitolo a parte merita infatti – conclude Coldiretti Puglia - il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio 'made in Puglia', a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.
"La morte di Luigi e Aurelio Luciani è una ferita aperta per la provincia di Foggia. Abbiamo il dovere di non dimenticare questi due fratelli, uccisi dalla mafia perché testimoni scomodi di un duplice omicidio. La loro unica colpa è stata quella di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato mentre erano a lavoro nei campi come tutte le mattine. Quel 9 agosto del 2017, l'Italia intera ha preso coscienza della mafia foggiana e di quanto potesse essere crudele. Nessuno ha più potuto far finta di niente e minimizzare questo fenomeno, come era successo fino a quel momento. La guerra alla mafia ha cambiato passo e lo Stato ha fatto sentire in maniera forte la sua presenza.. Oggi, il nostro pensiero va alle vedove dei fratelli Luciani e ai loro cari, al figlio di Luigi che ha perso il padre quando aveva solo 11 mesi. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di educare alla legalità le giovani generazioni e lavorare a un cambiamento culturale nella società. Ognuno di noi è un tassello importante nella lotta alla mafia, anche nei gesti quotidiani. Come Don Ciotti ci ha spiegato più di una volta, la mafia si alimenta dell'indifferenza. Dobbiamo far capire ai cittadini che non sono soli, far sentire alla gente perbene che lo Stato è più forte. Solo così potremo onorare realmente la memoria dei fratelli Luciani e di tutte le vittime innocenti delle mafie". Così l'assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone, che questa mattina ha preso parte alla cerimonia commemorativa in occasione del sesto anniversario della strage di San Marco in Lamis.
"Noi persone oneste a Foggia siamo tante e citando una frase di Borsellino, siamo di più e non dobbiamo avere paura. Dobbiamo lavorare insieme per cambiare la storia e la narrativa di Foggia e l'intera provincia, stringendoci attorno alle famiglie dei due fratelli Luciani, alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. E' pressante la grande esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione." Ha detto Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia.
Fra i nuovi poveri – precisa la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d'ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.
Crescono, infatti, gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con la crisi le mafie si appropriano – sottolinea la Coldiretti regionale – di vasti comparti dell'agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
Dai mercati ai supermercati, dai trasporti ai ristoranti – denuncia Coldiretti Puglia - dall'agricoltura all'allevamento, dalla carne alla frutta fino al caffè alle corse dei cavalli, oltre all'utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all'agricoltura come il PSR, il volume d'affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l'intera filiera agroalimentare.
In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti Puglia – di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti e il valore del marchio Made in Italy. Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – insiste Coldiretti Puglia - con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l'innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l'approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio Agromafie.
Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli, l'affidamento di servizi e appalti, la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si "annidano" nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.
La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile. Capitolo a parte merita infatti – conclude Coldiretti Puglia - il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio 'made in Puglia', a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.