Nel ricordo di Pietro Mennea, campione nella vita e nello sport

In tutta l'Italia si celebra quest'oggi il "Mennea Day", a quasi sei mesi dalla scomparsa del velocista di Barletta, avvenuta il 21 marzo 2013 a Roma a causa di un male incurabile. E' questa una giornata particolare che coincide con il 34° anniversario di quel 19"72, il record mondiale in altura stabilito da Pietro Paolo Mennea nei 200 metri piani, alle Universiadi di Città del Messico nel 1979. Un record durato 17 anni, che ha legato il nome della "Freccia del Sud" alla storia dell'atletica leggera italiana e mondiale, l'uomo bianco che si opponeva agli sprinter di colore, dominatori incontrastati delle gare di velocità.

"""Non c'è futuro senza il ricordo e la conoscenza del passato – come ha dichiarato Alfio Giomi, presidente della FIDAL nelle presentazioni delle manifestazioni per onorare la memoria di Pietro Mennea – Il 12 settembre sarà per sempre il Mennea Day che abbiamo pensato come un momento di gioia in ricordo di un atleta straordinario""". Pietro Paolo Mennea, nacque a Barletta il 28 giugno del 1952, da una famiglia modesta, il padre sarto e la mamma casalinga, era il terzo di cinque figli. A soli 15 anni sulla litoranea di Barletta, sfidava per scommessa una Porsche e un'Alfa Romeo 1750, sui 50 metri che vinceva sempre.

Le "500 lire guadagnate" le destinava per andare al cinema o per comprare un panino. "Pietruzzo" come spesso lo chiamavano è stato per molti italiani il simbolo del riscatto sociale, l'orgoglio del sud, il ragazzo che da Barletta è andato alla conquista del mondo, non solo quello sportivo, contando su un fisico normale, un carattere e una forza di volontà d'acciaio. Iniziò la sua lunga carriera sportiva a livello mondiale nel 1971 raggiungendo un terzo posto nella staffetta 4x100 ai Campionati Europei di Helsinki ed il bronzo sui 200 metri alle spalle del russo Valery Borzov e dell'americano Larry Black ai Giochi Olimpici di Monaco del 1972. Nel 1980, alle Olimpiadi di Mosca Mennea vinse l'oro sui 200 metri ed il bronzo nella staffetta 4x400 metri con Mauro Zuliani, Roberto Tozzi e Stefano Malinverni.

Campione di longevità, il velocista barlettano partecipò anche ai Giochi del 1984 a Los Angeles e del 1988 a Seul dove fu anche il portabandiera della nazionale. Pietro Mennea ha conseguito le lauree in giurisprudenza, lettere, scienze motorie e scienze politiche, è stato docente universitario, parlamentare europeo dal 1999 al 2004, autore di venti libri, direttore generale della Salernitana Calcio negli anni 1998 e 1999. Negli ultimi anni in vita ha esercitato le professioni di avvocato e dottore commercialista assieme alla moglie Manuela Olivieri. Nel 2006 Mennea costituì una fondazione filantropica omonima, per sviluppare una serie di progetti culturali e di ricerca.

Una carriera, sia sportiva che professionale, fulgida e vincente che sarà onorata nel "Mennea Day", con 60 città italiane, tra le quali Barletta e Formia, protagoniste in una serie di iniziative come mostre, convegni e proiezioni video, oltre al mezzo giro di pista che sarà corso da atleti e appassionati negli stadi e nei centri storici, trasformati in piste d'atletica d'eccezione, tutte per ricordare Pietro Mennea. Per non essere da meno e onorarlo nel migliore dei modi ho fatto un'accurata ricerca tra le mie riviste collezionate nel tempo, gli appunti e altro materiale legati indissolubilmente al campionissimo di Barletta che ho selezionato e quest'oggi pubblico le più significative, condivise da CanosaViva, così riepilogate:

- il numero 209 di "Atletica Leggera" pubblicato a maggio 1977 con Pietro Mennea in copertina intitolata "400 volte Mennea";
- il numero speciale de "La Gazzetta dello Sport Illustrata" pubblicato il 6 ottobre 1979 con Pietro Mennea in copertina "Vi racconto la mia vita";
- il numero 31 del "Guerin Sportivo" pubblicato il 5 agosto 1980 con Pietro Mennea e Sara Simeoni in copertina "I gioielli della Regina";
- il volantino poetico dal titolo "Apoteosi Atletica" firmato da Massimo Sirani e distribuito a Barletta in occasione del Meeting Internazionale nel 1980:

La fede fa miracoli e Mennea
l'esempio ha dato, umano e commovente,
perché la più innocente fede avea
di correre velocissimamente,

e v'è riuscito in modo sorprendente
primeggiando nel mondo con l'idea
che uno sportivo, venuto dal niente,
trionfa se del sogno che lui crea

sa abbracciarne paziente anche la croce,
come quel giorno che in televisione,
dopo il record, la sua affannata voce

ho udito ed il suo stanco volto ho visto
(scusatemi l'ardita sensazione)
con un riflesso radioso del Cristo. (Barletta, 5/10/1979)
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L'Olimpo non è lungi da Barletta
ed il cognome di Mennea mi pare
dalla Grecia sia giunto via mare
con pescator su fragile barchetta.

Questo mi compiacevo di pensare
dopo l'impresa nobile e perfetta
di Pietro Paolo che su quella vetta
al Zeus d'Olimpia potrebbe parlare

(pure lui d'olivastro coronato)
pregandolo però da buon cristiano
perchè lo sport non venga calpestato

come vien calpestata Madre Terra
da chi, perduto ogni ideale umano,
trova ovunque il pretesto della guerra!(Mosca, 28/07/1980)
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- il numero 8 di "Toscanatletica" pubblicato nel mese di agosto 1983 con Pietro Mennea sul podio in copertina;
- la scheda telefonica della serie "Gli ori olimpici", emessa in data 01/01/2000 Telecom Italia e dedicata a Pietro Mennea per la vittoria nei 200 m a Mosca.

Pietro Mennea è stata una grande bandiera dell'Italia nel mondo, l'indimenticabile atleta del Sud che ci ha fatto gioire ed emozionare non solo per le imprese sportive nell'arco della sua lunga carriera, ha partecipato a cinque olimpiadi, ma anche per il lato umano di una persona di valore e dalle immense qualità morali.

Bartolo Carbone