Amministrazioni ed Enti
Norme inaccettabili sulle sanzioni per chi tarocca l'olio
Interviene Donato Rossi,presidente di Confagricoltura Puglia
Italia - lunedì 14 dicembre 2015
18.25
Dai 1..600 ai 9.500 euro. E' la multa che il governo intende far pagare a chi tarocca l'olio extravergine d'oliva o per chi spaccia per prodotto Made in Italy ciò che non lo è. "Un vero e proprio colpo di spugna su tutte le inchieste della magistratura, non ultimo quello della Dda di Bari - dice Donato Rossi, presidente di Confagricoltura Puglia e presidente della Federazione nazionale di prodotto - al quale ci dobbiamo opporre fortemente". La nuova norma è contenuta nella bozza di decreto legislativo relativo alle disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento Ue 29/2012 sulla commercializzazione dell'olio d'oliva e del regolamento Cee 2868/91 sulle caratteristiche degli oli. Tale schema di decreto, sottoposto ora al vaglio parlamentare, determina all'articolo 3 che "chiunque non indica sull'etichetta dell'olio extravergine di oliva, dell'olio di oliva vergine, dell'olio d'oliva composto da oli d'oliva raffinati o oli d'oliva vergini, e dell'olio di sansa di oliva preimballati le informazioni previste per le rispettive categorie…, ovvero le indica in maniera difforme, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 1.600 a euro 9,500".
"Già così - dice il presidente di Confagricoltura Puglia - sembra solo uno scherzo di cattivo gusto. Non si può pensare che tale pena pecuniaria, seppure nel massimo della previsione, possa essere anche lontanamente compensativa dell'immenso vantaggio che l'utilizzo della dizione può garantire". Leggendo poi, nel dettaglio, anche l'articolo 4 dello schema di decreto proposto, si ha un quadro completo del progetto che il governo in questo modo si appresta a varare. Sotto la dizione "designazione dell'origine", si spiega che "salvo che il fatto non costituisca reato", chiunque non indichi l'origine degli oli o ne indichi una in modo difforme da quanto disposto dal regolamento comunitario, oppure riporti in etichetta e nei documenti commerciali segni, figure e illustrazioni in sostituzione della designazione dell'origine o che possano evocare un'origine geografica diversa da quella indicata "è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 1.600 a euro 9.500".
"Qui siamo ben oltre l'allarmismo - dice Donato Rossi - Dopo tutte le parole spese e le battaglie fatte per difendere il Made in Italy dal fenomeno della contraffazione, da quelle frodi che sfruttano l'italian sounding per accaparrarsene l'enorme margine di vantaggio competitivo che questo garantisce, sembra che il governo voglia disfare tutto. Tutto ciò è incomprensibile oltre che inaccettabile - aggiunge il presidente Rossi - Il Parlamento deve assolutamente rigettare questa bozza di decreto legislativo e spingere perché se ne disegni uno che dia invece forza alle leggi e ai regolamenti preesistenti, alla ricerca che sempre più avanza e migliora le tecniche di repressione delle frodi, agli sforzi degli organi di controllo, al lavoro della magistratura. Una normativa che soprattutto non mortifichi i tanti operatori del settore che onestamente ogni giorno lavorano per produrre e commercializzare uno dei prodotti che meglio rappresenta l'Italia nel mondo".
"Già così - dice il presidente di Confagricoltura Puglia - sembra solo uno scherzo di cattivo gusto. Non si può pensare che tale pena pecuniaria, seppure nel massimo della previsione, possa essere anche lontanamente compensativa dell'immenso vantaggio che l'utilizzo della dizione
"Qui siamo ben oltre l'allarmismo - dice Donato Rossi - Dopo tutte le parole spese e le battaglie fatte per difendere il Made in Italy dal fenomeno della contraffazione, da quelle frodi che sfruttano l'italian sounding per accaparrarsene l'enorme margine di vantaggio competitivo che questo garantisce, sembra che il governo voglia disfare tutto. Tutto ciò è incomprensibile oltre che inaccettabile - aggiunge il presidente Rossi - Il Parlamento deve assolutamente rigettare questa bozza di decreto legislativo e spingere perché se ne disegni uno che dia invece forza alle leggi e ai regolamenti preesistenti, alla ricerca che sempre più avanza e migliora le tecniche di repressione delle frodi, agli sforzi degli organi di controllo, al lavoro della magistratura. Una normativa che soprattutto non mortifichi i tanti operatori del settore che onestamente ogni giorno lavorano per produrre e commercializzare uno dei prodotti che meglio rappresenta l'Italia nel mondo".