Territorio
PAC: Consiglio regionale approva ordine del giorno
Sostenere le produzioni e la commercializzazione di qualità in Europa
Puglia - mercoledì 23 luglio 2014
16.16
Sostenere con un'ampia dotazione di risorse il premio per l'agricoltura con rilevante importanza economica territoriale e di qualità, destinandolo anche alle aziende olivicole ricadenti nelle aree convergenza, a quelle che producono e commercializzano in forma singola o associata olio dop/igp e di alta qualità e alle aziende che hanno un estensione minima di 5 ettari, in forma singola o associata o aderiscono ad associazioni di produttori riconosciute. E' quanto prevede in particolare l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale al termine del dibattito che ha fatto seguito alla relazione dell'assessore al ramo Fabrizio Nardoni sulla PAC (Politica agricola comune) 2014-2020.
L'assessore ha evidenziato, dopo aver illustrato i contenuti del piano, come in sede di Conferenza Stato Regioni sia mancata l'unanimità a seguito dal mancato parere favorevole del Veneto. Questo ha messo il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina nelle condizioni di decidere autonomamente con una pesante decurtazione, tra l'altro, della percentuale degli aiuti accoppiati che rappresentano un valido sostegno alle produzioni di qualità dell'agricoltura pugliese come l'olio d'oliva e il grano. Nardoni ha ricordato il confronto svoltosi ieri con le associazioni di categoria al termine del quale è stato stilato un documento congiunto da trasferire al ministro per rivedere le decisioni assunte. E ha rivendicato di aver sempre coinvolto nella questione la filiera e la stessa commissione consiliare.
Piuttosto critico su come è stata gestita l'intera questione il vice presidente del Consiglio regionale Nino Marmo, che ha ricordato come sin dallo scorso aprile Forza Italia avesse chiesto che il Consiglio regionale si occupasse della questione (come già fatto presente dal capogruppo Ignazio Zullo). Marmo ha parlato di mancanza di guida. «Sappiamo bene che l'olivicoltura è fondamentale nella nostra regione e sappiamo bene che l'IMEA, dall'analisi della redditività aziendale delle nostre aziende agricole, mette in luce la forte dipendenza del reddito netto delle aziende specializzate olivicole dagli aiuti del primo pilastro della PAC. Sono indispensabili. Se li andiamo a diminuire noi otterremo il risultato dell'abbandono delle nostre produzioni olivicole». Il vice presidente del Consiglio regionale ha invitato l'assessore Nardoni a recuperare, perché ad agosto il Ministro depositerà a Bruxelles il piano italiano per l'agricoltura.
«La mancata intesa tra le Regioni sulla PAC – ha precisato Ruggiero Mennea (PD) - ha avuto luogo un mese fa. "Per cui l'assessore bene ha fatto a coinvolgere il Consiglio regionale e a spiegare quali sono state le ragioni che hanno portato ad una scelta che non poteva dipendere da noi, visto che dai dati della distribuzione delle risorse, dei 426 milioni di euro, il 50 per cento in pratica è finito alla zootecnia e quindi è andato al nord, il 34 per cento ai seminativi e soltanto il 16 per cento all'olivicoltura. Per cui, credo si sia trattato di fare una battaglia impari, che forse nessun altro assessore poteva sostenere meglio di come è stato fatto. "È comunque vero che, analizzando il dettaglio di questa bozza di accordo, si può intervenire su alcuni spazi che sono stati lasciati vuoti, quello della qualità, come è stato detto, e quello degli ulivi declivi».
L'assessore ha evidenziato, dopo aver illustrato i contenuti del piano, come in sede di Conferenza Stato Regioni sia mancata l'unanimità a seguito dal mancato parere favorevole del Veneto. Questo ha messo il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina nelle condizioni di decidere autonomamente con una pesante decurtazione, tra l'altro, della percentuale degli aiuti accoppiati che rappresentano un valido sostegno alle produzioni di qualità dell'agricoltura pugliese come l'olio d'oliva e il grano. Nardoni ha ricordato il confronto svoltosi ieri con le associazioni di categoria al termine del quale è stato stilato un documento congiunto da trasferire al ministro per rivedere le decisioni assunte. E ha rivendicato di aver sempre coinvolto nella questione la filiera e la stessa commissione consiliare.
Piuttosto critico su come è stata gestita l'intera questione il vice presidente del Consiglio regionale Nino Marmo, che ha ricordato come sin dallo scorso aprile Forza Italia avesse chiesto che il Consiglio regionale si occupasse della questione (come già fatto presente dal capogruppo Ignazio Zullo). Marmo ha parlato di mancanza di guida. «Sappiamo bene che l'olivicoltura è fondamentale nella nostra regione e sappiamo bene che l'IMEA, dall'analisi della redditività aziendale delle nostre aziende agricole, mette in luce la forte dipendenza del reddito netto delle aziende specializzate olivicole dagli aiuti del primo pilastro della PAC. Sono indispensabili. Se li andiamo a diminuire noi otterremo il risultato dell'abbandono delle nostre produzioni olivicole». Il vice presidente del Consiglio regionale ha invitato l'assessore Nardoni a recuperare, perché ad agosto il Ministro depositerà a Bruxelles il piano italiano per l'agricoltura.
«La mancata intesa tra le Regioni sulla PAC – ha precisato Ruggiero Mennea (PD) - ha avuto luogo un mese fa. "Per cui l'assessore bene ha fatto a coinvolgere il Consiglio regionale e a spiegare quali sono state le ragioni che hanno portato ad una scelta che non poteva dipendere da noi, visto che dai dati della distribuzione delle risorse, dei 426 milioni di euro, il 50 per cento in pratica è finito alla zootecnia e quindi è andato al nord, il 34 per cento ai seminativi e soltanto il 16 per cento all'olivicoltura. Per cui, credo si sia trattato di fare una battaglia impari, che forse nessun altro assessore poteva sostenere meglio di come è stato fatto. "È comunque vero che, analizzando il dettaglio di questa bozza di accordo, si può intervenire su alcuni spazi che sono stati lasciati vuoti, quello della qualità, come è stato detto, e quello degli ulivi declivi».