Eventi e cultura
Persona e senso del limite, il fascino delle frontiere.
Il tema della XXXVI Edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini,
Canosa - lunedì 24 agosto 2015
16.49
Persona e senso del limite, il fascino delle frontiere è il tema della XXXVI Edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini, dal 20 al 26 Agosto 2015. Ritengo che questi stralci della lezione possano offrire spunti di riflessione, soffermandosi sul significato del limite, senza fermarsi a questo, ma partendo dalla coscienza di ciò, si può fattivamente contribuire alla costruzione della nostra comunità cittadina. "Non parliamo di politica, ma di ciò che sta all'origine della politica: la persona, la sua libertà (che viene prima di tutto) e l'urgenza della consapevolezza di sé". Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, introduce la sua lectio che imposta l'argomentazione a partire da domande molto chiare. Perché il cammino dell'uomo è contrassegnato in modo così profondo dalla mancanza? L'esperienza del limite annichilisce o può rappresentare una crescita? In che modo una seria assunzione del limite può arrivare a un rinnovamento?
Monsignor Galantino,natìo di Cerignola(FG), ha citato autori a lui cari come Emmanuel Mounier e Dietrich Bonhoeffer in merito a questo punto: "L'uomo non è libertà assoluta, è libertà incarnata. L'uomo è ricerca di verità, di Dio, di responsabilità". Il relativismo che in maniera invasiva pervade la mentalità odierna non accetta il limite strutturale che l'uomo è; se il limite non è accettato, la vita dell'uomo può trasformarsi in finzione. L'uomo strutturalmente è portato a immaginare cose grandi, se non accetta il limite, cade nella pretesa. "Non si tratta di uno sterile elogio del limite, ma dell'essere umano e della sua umanità". Ma l'antropologia del limite spegne l'ideale? L'accettazione del limite favorisce un certo lassismo? "Senza ideali la vita dell'uomo finisce senza senso. Va anche allontanato un ideale di perfezione che rifiuti di realizzarsi, di camminare di pari passo con la positiva coscienza del limite. La frontiera è diventare più umani. In tali termini si parla di limite come frutto di leggerezza, non come dimensione antropologica".
Quali orizzonti quindi possono aprirsi per la società, per la Chiesa e per il singolo? "Sviluppo e perfezione – risponde il segretario CEI - non sono sinonimi. Questo implica che chi sperimenta qualche forma di difficoltà venga integrato e non scartato; che quanti sono ai margini dello sviluppo siano coinvolti e le loro potenzialità messe a frutto". Per la Chiesa, le comunità ecclesiali e le associazioni sono già un mirabile segno della presenza di Dio e della carità che da lui promana. Una Chiesa che fa del limite una risorsa diventa sempre di più una Chiesa missionaria, si piega sugli ultimi. Da ultimo è la vita del singolo che deve essere rivista e ammodernata da una più forte presa di consapevolezza del proprio limite.
Prof. Leonardo Di Nunno
Monsignor Galantino,natìo di Cerignola(FG), ha citato autori a lui cari come Emmanuel Mounier e Dietrich Bonhoeffer in merito a questo punto: "L'uomo non è libertà assoluta, è libertà incarnata. L'uomo è ricerca di verità, di Dio, di responsabilità". Il relativismo che in maniera invasiva pervade la mentalità odierna non accetta il limite strutturale che l'uomo è; se il limite non è accettato, la vita dell'uomo può trasformarsi in finzione. L'uomo strutturalmente è portato a immaginare cose grandi, se non accetta il limite, cade nella pretesa. "Non si tratta di uno sterile elogio del limite, ma dell'essere umano e della sua umanità". Ma l'antropologia del limite spegne l'ideale? L'accettazione del limite favorisce un certo lassismo? "Senza ideali la vita dell'uomo finisce senza senso. Va anche allontanato un ideale di perfezione che rifiuti di realizzarsi, di camminare di pari passo con la positiva coscienza del limite. La frontiera è diventare più umani. In tali termini si parla di limite come frutto di leggerezza, non come dimensione antropologica".
Quali orizzonti quindi possono aprirsi per la società, per la Chiesa e per il singolo? "Sviluppo e perfezione – risponde il segretario CEI - non sono sinonimi. Questo implica che chi sperimenta qualche forma di difficoltà venga integrato e non scartato; che quanti sono ai margini dello sviluppo siano coinvolti e le loro potenzialità messe a frutto". Per la Chiesa, le comunità ecclesiali e le associazioni sono già un mirabile segno della presenza di Dio e della carità che da lui promana. Una Chiesa che fa del limite una risorsa diventa sempre di più una Chiesa missionaria, si piega sugli ultimi. Da ultimo è la vita del singolo che deve essere rivista e ammodernata da una più forte presa di consapevolezza del proprio limite.
Prof. Leonardo Di Nunno