Eventi e cultura
Presentazione del libro “L’involucro di carne”
Stasera a Canosa l’autrice Dora Pastore
Canosa - lunedì 10 marzo 2014
8.44
Sarà l' auditorium "Oasi Arcivescovo Francesco Minerva", in via Muzio Scevola nr.20 a Canosa di Puglia (BT), ad ospitare questa sera la presentazione del libro "L'involucro di carne " di Dora Pastore, L'incontro culturale che avrà inizio alle ore 18,00 è stato organizzato dall'International Inner Wheel in collaborazione del Rotary Club, Rotaract Club, F.I.D.A.P.A., Università della Terza Età, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Canosa di Puglia(BT).Annunciate le presenze di : Anna Maria Falconio, governatrice del Distretto 210 International Inner Wheel; Gohar Matarrese Aslanian, presidente della locale sezione I. I. W.; della professoressa Anna Antifora Lomuscio che introdurrà la scrittrice Dora Pastore.
Un libro ambientato in un tempo e in un luogo ostili alle storie a lieto fine, in una cornice troppo imponente che sembra prendere il sopravvento sulle storie delle singole persone. Il genocidio in Ruanda del 1994 rappresenta una delle pagine più crudeli e drammatiche della storia del novecento, in cento giorni circa, da aprile a luglio, vennero massacrate oltre 500mila persone, secondo alcune stime attendibili, un numero elevatissimo di vite umane e altrettanto di feriti con molte vittime di stupro. La tragedia è filtrata attraverso gli occhi della protagonista Stasy che, tramite i dialoghi con suo padre e con la sua migliore amica, fornisce i dettagli sui tragici avvenimenti. A distanza di vent'anni il Paese cerca di trasformare il ricordo della tragedia in sentimento costruttivo, nonostante abbia ancora bisogno di tempo per dimenticare la violenza; ma, soprattutto attende gli aiuti internazionali, per ripristinare le coscienze di chi ancora cammina per strada e guarda un suo concittadino con gli occhi di chi lo vorrebbe morto, solo perché appartenente ad un'etnia diversa. Un libro che affronta temi scottanti, parla dei sopravvissuti, della speranza e della voglia di ricominciare, anche perché dalle catastrofi bisogna continuare a cercare quel mattone su cui cominciare a ricostruire, fuori e dentro di sé.
La cittadinanza è invitata.
Un libro ambientato in un tempo e in un luogo ostili alle storie a lieto fine, in una cornice troppo imponente che sembra prendere il sopravvento sulle storie delle singole persone. Il genocidio in Ruanda del 1994 rappresenta una delle pagine più crudeli e drammatiche della storia del novecento, in cento giorni circa, da aprile a luglio, vennero massacrate oltre 500mila persone, secondo alcune stime attendibili, un numero elevatissimo di vite umane e altrettanto di feriti con molte vittime di stupro. La tragedia è filtrata attraverso gli occhi della protagonista Stasy che, tramite i dialoghi con suo padre e con la sua migliore amica, fornisce i dettagli sui tragici avvenimenti. A distanza di vent'anni il Paese cerca di trasformare il ricordo della tragedia in sentimento costruttivo, nonostante abbia ancora bisogno di tempo per dimenticare la violenza; ma, soprattutto attende gli aiuti internazionali, per ripristinare le coscienze di chi ancora cammina per strada e guarda un suo concittadino con gli occhi di chi lo vorrebbe morto, solo perché appartenente ad un'etnia diversa. Un libro che affronta temi scottanti, parla dei sopravvissuti, della speranza e della voglia di ricominciare, anche perché dalle catastrofi bisogna continuare a cercare quel mattone su cui cominciare a ricostruire, fuori e dentro di sé.
La cittadinanza è invitata.