Scuola e Lavoro
Primavera culturale a Canosa
I progetti della professoressa Rosanna Valerio al Fermi
Canosa - sabato 12 marzo 2016
14.45
Stagione culturale impegnativa quella che si vivendo al Liceo "E. Fermi" di Canosa di Puglia(BT), con i progetti della professoressa Rosanna Valerio, docente di Filosofia che sono stati presentati all'Oratorio della Parrocchia Santa Teresa del B.G.: lo scorso 7 marzo, la costituzione di un presidio di "LIBERA ANTIMAFIA"; il 4 e l'8 marzo, con due incontri per dar seguito al seminario "FILOSOFIAMO per FILOSOFARE". Il progetto, ha accolto come in passato quanti, motivati dal tema hanno voluto partecipare offrendo il proprio contributo, da interessati all'ascolto o partecipativo in chiave critico/riflessiva. Il progetto è stato finalizzato e realizzato per promuovere la riflessione, attraverso modalità specifiche e fondamentali della ragione umana, sui temi esistenziali e gnoseologici più urgenti, al fine di acquisire una conoscenza organica. Per promuovere la crescita civile della nostra società, attraverso il riconoscimento della valenza formativa degli argomenti analizzati in chiave filosofica, in quanto sfida di civiltà. Per promuovere "l'apertura problematica" attraverso la riflessione e la rilettura delle esperienze, nella prospettiva di eventuali correzioni, finalizzate a dare un contributo alla costruzione "egoica" dell'unità della coscienza e dell'identità, interpretando e costruendo il proprio IO.
Il tema dal titolo "Sogni e bisogni, cultura e identità" ha affrontato in chiave critica, l'affermazione di Feuerbach: "l'uomo è ciò che mangia", infatti l'uomo è innanzi tutto bisogno naturale che se non viene soddisfatto, ne risulta compromessa ogni funzione vitale, come è accaduto già in passato ad un'umanità, abbrutita per generazioni, dalla fame e dalla miseria. L'intento di Feuerbach è sicuramente politico e sociale ma il dibattito proposto nel Seminario di Filosofia sul cibo ha proposto temi e riflessioni proposti dalla prof.ssa Rosanna Valerio, in cui sono stati messi in evidenza i contributi di singoli filosofi, da Platone a Nietzsche passando per Kant, che nello scritto del 1786 (Congetture sull'origine della storia) rilesse il primo libro della Genesi in una chiave razionalistica in cui l'uscita dell'uomo dal paradiso fu determinata dalla famosa scelta della mela, cioè dal desiderio di estendere la conoscenza degli alimenti e non in un processo in cui anche il cibo aveva la sua parte. Aristotele, Heidegger, Wittgenstein, parola e cibo modi di dire, ricette, anoressia, bulimia, meccanismi biochimici cultura vegana, pubblicità e business, cibo ed estetica, golosità e ingordigia, ricerca della felicità solo per citare alcuni degli argomenti citati dalla professoressa Rosanna Valerio e dai suoi alunni/filosofi che con impegno e dedizione hanno saputo padroneggiare argomenti e contenuti. L'uomo quindi è ciò che mangia, o meglio è ciò che fa per procurarsi il cibo per il corpo e la salute dell'anima. A seconda di come risolve questi problemi, l'uomo determina e rispecchia la sua personalità morale, sicché la differenza tra il cibo crudo e il cibo cotto è, per esempio, un parametro importante per comprendere il cammino stesso della civiltà. Insomma: dimmi come mangi e ti dirò chi sei.
La stagione culturale continua con il primo appuntamento per il progetto "PRODROMI E STIGMA" nelle relazioni interpersonali della professoressa Rosanna Valerio, che si è tenuta l'11 marzo, sempre presso l'Oratorio della Parrocchia "Santa Teresa del B.G." di Canosa, gentilmente ospitati da Don Vito Zinfollino. Il progetto, in via sperimentale è rivolto alle classi della professoressa R.Valerio con monitoraggio e feedback costante, è quindi ad un'utenza numericamente contenuta e successivamente potrà essere esteso ad altre classi dell'Istituto. Ci sono persone il cui percorso di vita entra in un certo momento, in un labirinto pauroso nel quale rimane per molto tempo e la loro mente resta intrappolata in una realtà grigia dove la malinconia e la tristezza e altri stati emotivi, alterano la percezione della realtà vissuta come ostile e ostacolante. E' un rafforzamento negativo di quel processo di selezione naturale della specie ideato da Charles Darwin, visto qui in chiave psicologica. La malattia psichica è una condizione di rottura con l'esperienza vissuta prima, ed è diffusissima in tutte le sue varianti (schizofrenia, disturbo bipolare, depressione, ecc.) nella popolazione mondiale. A differenza delle malattie fisiche, quella psichiatrica è ancora vista come innaturale e come motivo di scandalo non tanto verso il comportamento in sè di chi è colpito, ma per quanto riguarda la relazione con essi. Si temono le reazioni, i pensieri e le intenzioni che sono state propagandate da un immaginario collettivo, che colloca il paziente psichiatrico in un non luogo o meglio, in un luogo di mezzo fra la diversità e l'alienazione. Una parola che può definirli è: anormali. Non importa il grado di recupero individuale e per questo motivo la riabilitazione, se pur totale, di alcuni individui, viene considerata con sospetto. Lo stigma non è altro che l'allontanamento di certe persone che perdono valore sociale in tutti i settori competitivi dove l'uomo sano è privilegiato. I portatori di handicap fisici e mentali, nonostante una facciata di integrazione nel mondo normale, convivono con lo spettro del fallimento. Non solo quello interiore, ma soprattutto quello additato dagli altri verso di loro in una società produttiva e competitiva come la nostra. L' ipocrisia sociale la considera di secondo livello o meglio ancora, una sorta di stravaganza o stranezza e se pur emerge un talento da un animo provato dall'esperienza di malattia mentale, lo sforzo per renderlo autonomo e fonte di gratificazione personale, deve superare le gravissime prove dello stigma che diviene un soffocamento delle risorse psichiche riemerse e una vera e propria seconda malattia. Gli obiettivi che si intendono perseguire sono: lotta allo stigma nel suo esordio; prevenzione e dei disturbi psichici; individuazione dei Prodromi; esordio psichico/dipendenza; riconoscimento precoce degli atteggiamenti derivanti da assunzione di sostanze;creazione sportello di ascolto sperimentale I relatori: dott.ssa Antonella Di Noia, Psicologa, Psicoterapeuta, Direttore Unità Operativa, Psicologa Clinica ASL BT-Andria; dott. Nicola Latrofa, Psicologo, Psicoterapeuta, in servizio presso il Centro di Salute Mentale ASL BT – Canosa; dott.ssa Sabina Damiani, Assistente Sociale Specialista, sociologa, in servizio presso il Centro di Salute Mentale ASL BT - Canosa. Non sarà superfluo sottolineare che sia la professoressa Rosanna Valerio, che i vari relatori dei diversi progetti, che don Vito Zinfollino offrono le rispettive competenze e disponibilità a costo zero.
La stagione culturale continuerà dopo le vacanze pasquali con il secondo appuntamento aperto alla cittadinanza per la presentazione del presidio Libera, che sarà effettuato il 12 Aprile, il secondo incontro per il progetto PRODROMI E STIGMA nelle relazioni interpersonali si terrà il 1 aprile e l'intero progetto di Storia Locale dal tema: "Gli Anarchici di Canosa" e la "Damnatio memoriae" della città.Il progetto vuole recuperare una pagina di storia locale sull'Anarchia e sugli anarchici di Canosa che hanno rappresentato, con i loro fiocchi neri al collo, con le loro idee, agli inizi del '900 a buona parte degli ideali delle masse diseredate di affrancarsi dallo sfruttamento dei "padroni". Sono stati antifascisti, alcuni di loro sono andati al confino. Hanno avuto scontri durissimi con i fascisti, con i comunisti, con il clero cittadino. Sono stati tra i protagonisti dei turbolenti, difficili, drammatici anni del dopoguerra, poi sono scomparsi. Non solo inghiottititi dal buco nero della memoria che ha risucchiato il '900 della nostra città. Peggio, a loro è stata riservata la "damnatio memoriae" della città, la distruzione di qualsiasi cosa potesse in qualche modo ricordare la loro presenza. Messi al bando, dimenticati, reietti. Una società non basata su individui liberi, su i loro sogni, le loro speranze e le loro idee, sarà vuota e morta: "la crescita di un essere umano è un processo collettivo, un processo nel quale partecipano sia la comunità sia l'individuo." (Murray Bookchin - 1986, p.79)
Il tema dal titolo "Sogni e bisogni, cultura e identità" ha affrontato in chiave critica, l'affermazione di Feuerbach: "l'uomo è ciò che mangia", infatti l'uomo è innanzi tutto bisogno naturale che se non viene soddisfatto, ne risulta compromessa ogni funzione vitale, come è accaduto già in passato ad un'umanità, abbrutita per generazioni, dalla fame e dalla miseria. L'intento di Feuerbach è sicuramente politico e sociale ma il dibattito proposto nel Seminario di Filosofia sul cibo ha proposto temi e riflessioni proposti dalla prof.ssa Rosanna Valerio, in cui sono stati messi in evidenza i contributi di singoli filosofi, da Platone a Nietzsche passando per Kant, che nello scritto del 1786 (Congetture sull'origine della storia) rilesse il primo libro della Genesi in una chiave razionalistica in cui l'uscita dell'uomo dal paradiso fu determinata dalla famosa scelta della mela, cioè dal desiderio di estendere la conoscenza degli alimenti e non in un processo in cui anche il cibo aveva la sua parte. Aristotele, Heidegger, Wittgenstein, parola e cibo modi di dire, ricette, anoressia, bulimia, meccanismi biochimici cultura vegana, pubblicità e business, cibo ed estetica, golosità e ingordigia, ricerca della felicità solo per citare alcuni degli argomenti citati dalla professoressa Rosanna Valerio e dai suoi alunni/filosofi che con impegno e dedizione hanno saputo padroneggiare argomenti e contenuti. L'uomo quindi è ciò che mangia, o meglio è ciò che fa per procurarsi il cibo per il corpo e la salute dell'anima. A seconda di come risolve questi problemi, l'uomo determina e rispecchia la sua personalità morale, sicché la differenza tra il cibo crudo e il cibo cotto è, per esempio, un parametro importante per comprendere il cammino stesso della civiltà. Insomma: dimmi come mangi e ti dirò chi sei.
La stagione culturale continua con il primo appuntamento per il progetto "PRODROMI E STIGMA" nelle relazioni interpersonali della professoressa Rosanna Valerio, che si è tenuta l'11 marzo, sempre presso l'Oratorio della Parrocchia "Santa Teresa del B.G." di Canosa, gentilmente ospitati da Don Vito Zinfollino. Il progetto, in via sperimentale è rivolto alle classi della professoressa R.Valerio con monitoraggio e feedback costante, è quindi ad un'utenza numericamente contenuta e successivamente potrà essere esteso ad altre classi dell'Istituto. Ci sono persone il cui percorso di vita entra in un certo momento, in un labirinto pauroso nel quale rimane per molto tempo e la loro mente resta intrappolata in una realtà grigia dove la malinconia e la tristezza e altri stati emotivi, alterano la percezione della realtà vissuta come ostile e ostacolante. E' un rafforzamento negativo di quel processo di selezione naturale della specie ideato da Charles Darwin, visto qui in chiave psicologica. La malattia psichica è una condizione di rottura con l'esperienza vissuta prima, ed è diffusissima in tutte le sue varianti (schizofrenia, disturbo bipolare, depressione, ecc.) nella popolazione mondiale. A differenza delle malattie fisiche, quella psichiatrica è ancora vista come innaturale e come motivo di scandalo non tanto verso il comportamento in sè di chi è colpito, ma per quanto riguarda la relazione con essi. Si temono le reazioni, i pensieri e le intenzioni che sono state propagandate da un immaginario collettivo, che colloca il paziente psichiatrico in un non luogo o meglio, in un luogo di mezzo fra la diversità e l'alienazione. Una parola che può definirli è: anormali. Non importa il grado di recupero individuale e per questo motivo la riabilitazione, se pur totale, di alcuni individui, viene considerata con sospetto. Lo stigma non è altro che l'allontanamento di certe persone che perdono valore sociale in tutti i settori competitivi dove l'uomo sano è privilegiato. I portatori di handicap fisici e mentali, nonostante una facciata di integrazione nel mondo normale, convivono con lo spettro del fallimento. Non solo quello interiore, ma soprattutto quello additato dagli altri verso di loro in una società produttiva e competitiva come la nostra. L' ipocrisia sociale la considera di secondo livello o meglio ancora, una sorta di stravaganza o stranezza e se pur emerge un talento da un animo provato dall'esperienza di malattia mentale, lo sforzo per renderlo autonomo e fonte di gratificazione personale, deve superare le gravissime prove dello stigma che diviene un soffocamento delle risorse psichiche riemerse e una vera e propria seconda malattia. Gli obiettivi che si intendono perseguire sono: lotta allo stigma nel suo esordio; prevenzione e dei disturbi psichici; individuazione dei Prodromi; esordio psichico/dipendenza; riconoscimento precoce degli atteggiamenti derivanti da assunzione di sostanze;creazione sportello di ascolto sperimentale I relatori: dott.ssa Antonella Di Noia, Psicologa, Psicoterapeuta, Direttore Unità Operativa, Psicologa Clinica ASL BT-Andria; dott. Nicola Latrofa, Psicologo, Psicoterapeuta, in servizio presso il Centro di Salute Mentale ASL BT – Canosa; dott.ssa Sabina Damiani, Assistente Sociale Specialista, sociologa, in servizio presso il Centro di Salute Mentale ASL BT - Canosa. Non sarà superfluo sottolineare che sia la professoressa Rosanna Valerio, che i vari relatori dei diversi progetti, che don Vito Zinfollino offrono le rispettive competenze e disponibilità a costo zero.
La stagione culturale continuerà dopo le vacanze pasquali con il secondo appuntamento aperto alla cittadinanza per la presentazione del presidio Libera, che sarà effettuato il 12 Aprile, il secondo incontro per il progetto PRODROMI E STIGMA nelle relazioni interpersonali si terrà il 1 aprile e l'intero progetto di Storia Locale dal tema: "Gli Anarchici di Canosa" e la "Damnatio memoriae" della città.Il progetto vuole recuperare una pagina di storia locale sull'Anarchia e sugli anarchici di Canosa che hanno rappresentato, con i loro fiocchi neri al collo, con le loro idee, agli inizi del '900 a buona parte degli ideali delle masse diseredate di affrancarsi dallo sfruttamento dei "padroni". Sono stati antifascisti, alcuni di loro sono andati al confino. Hanno avuto scontri durissimi con i fascisti, con i comunisti, con il clero cittadino. Sono stati tra i protagonisti dei turbolenti, difficili, drammatici anni del dopoguerra, poi sono scomparsi. Non solo inghiottititi dal buco nero della memoria che ha risucchiato il '900 della nostra città. Peggio, a loro è stata riservata la "damnatio memoriae" della città, la distruzione di qualsiasi cosa potesse in qualche modo ricordare la loro presenza. Messi al bando, dimenticati, reietti. Una società non basata su individui liberi, su i loro sogni, le loro speranze e le loro idee, sarà vuota e morta: "la crescita di un essere umano è un processo collettivo, un processo nel quale partecipano sia la comunità sia l'individuo." (Murray Bookchin - 1986, p.79)