Scuola e Lavoro
Ricordare non per soffrire ma per costruire
Di Giulio tra gli alunni della “Carella”
Canosa - giovedì 9 febbraio 2017
23.09
Nell'ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, gli alunni delle sezioni IV A- B-C-G dell'Istituto Comprensivo "Mauro Carella" di Canosa di Puglia(BT) con le insegnanti Marirosa Cafaro, Rosa Terrone, Daniela Massari, Luciana Liuzzi e Emanuela Marchetta hanno condiviso un momento dedicato al "ricordo" grazie all'intervento del signor Nunzio Di Giulio, Ispettore Capo della Digos in pensione e nonno di un alunno, il cui padre, fante Michele Di Giulio fu fatto prigioniero dai tedeschi, vivendo la triste l'esperienza dei lager nazisti, un trauma per tutta la civiltà umana. Durante le operazioni di guerra infatti egli fu ferito da un arma da fuoco, eroicamente si rifiutò di rientrare in patria per continuare a dare il suo contributo a favore della stessa, infatti dal suo foglio matricolare si rileva la ferita causata "da un proiettile di entrata nella regione sottoclavicolare destra con un uscita dalla spalla destra". Con il 207° Reggimento Fanteria ha partecipato alle operazioni belliche sulla frontiera greco albanese e nel Mar Mediterraneo. Fu fatto prigioniero dai tedeschi presso l'isola di Creta il 17 settembre del 1943, e poi, fu trasferito in un lager nazista, ivi rimase fino alla fine della guerra. Il fante Michele Di Giulio per il suo atto eroico fu insignito di due croci di guerra dal Comando Generale dell'Esercito Italiano. Rientrato nella città natale, segnato dalle ferite della guerra, morì a soli 37 anni lasciando la moglie, Pastore Costanza, vedova a soli 29 anni e in malsana salute ed i figli Nunzio di 8 anni, Cosimo di 4 e Giuseppe di soli nove mesi. Commovente e coinvolgente è stato il racconto e le parole sciorinate dal signor Di Giulio per descrivere alcuni momenti della vita del padre e soprattutto delle conseguenze che questa esperienza ha avuto sulla propria vita. Gli alunni hanno ascoltato con interesse e attenzione e si sono fatti coinvolgere, infatti tante sono state le domande poste, curiosi nel vivere questa testimonianza.
Toccante il momento in cui il signor Di Giulio ha letto un passo del diario di Anna Frank, profonda ed emozionante la lettura della poesia tratta dal capolavoro letterario "Se questo è un uomo" di Primo Levi che racconta la vita dei prigionieri nei campi di concentramento. Uomini e donne che hanno perso la propria identità a causa della follia umana. Il signor Di Giulio, scrittore per hobby, ha saputo raggiungere il cuore dei nostri piccoli alunni, spiegando e e trasmettendo loro il messaggio profondo che fa riflettere sullo sterminio di milioni di esseri umani nei lager nazisti, mirando a far comprendere l'importanza del rispetto nei confronti di tutti gli uomini e al rispetto delle diversità. Un momento importante soprattutto "per noi educatrici, far ricordare non per soffrire ma per costruire, saper inculcare nei cuori dei nostri piccoli il senso di appartenenza, di fratellanza, di rispetto, di legalità". Poter imparare che dalla sofferenza si può anche costruire il proprio futuro, come Nunzio Di Giulio, piccolo orfanello, ha saputo fare grazie alla sua perseveranza, forza d'animo e caparbietà. Al termine è un coro unanime: """Grazie nonno Nunzio, la tua saggezza ci ha conquistato!""" Una testimonianza significativa che serve a far riflettere sulla tragedia e a sottolineare l'importanza del non dimenticare.
Antonella Pierno
Toccante il momento in cui il signor Di Giulio ha letto un passo del diario di Anna Frank, profonda ed emozionante la lettura della poesia tratta dal capolavoro letterario "Se questo è un uomo" di Primo Levi che racconta la vita dei prigionieri nei campi di concentramento. Uomini e donne che hanno perso la propria identità a causa della follia umana. Il signor Di Giulio, scrittore per hobby, ha saputo raggiungere il cuore dei nostri piccoli alunni, spiegando e e trasmettendo loro il messaggio profondo che fa riflettere sullo sterminio di milioni di esseri umani nei lager nazisti, mirando a far comprendere l'importanza del rispetto nei confronti di tutti gli uomini e al rispetto delle diversità. Un momento importante soprattutto "per noi educatrici, far ricordare non per soffrire ma per costruire, saper inculcare nei cuori dei nostri piccoli il senso di appartenenza, di fratellanza, di rispetto, di legalità". Poter imparare che dalla sofferenza si può anche costruire il proprio futuro, come Nunzio Di Giulio, piccolo orfanello, ha saputo fare grazie alla sua perseveranza, forza d'animo e caparbietà. Al termine è un coro unanime: """Grazie nonno Nunzio, la tua saggezza ci ha conquistato!""" Una testimonianza significativa che serve a far riflettere sulla tragedia e a sottolineare l'importanza del non dimenticare.
Antonella Pierno