Amministrazioni ed Enti
Riordino sanità : non approvazione relazione finale
COR: "Emiliano incassi la sonora batosta"
Puglia - martedì 20 settembre 2016
18.37
Non approvazione della relazione conclusiva con cui l'Ufficio di presidenza della III commissione consiliare (Pino Romano e Paolo Pellegrino) si è espresso in ordine ai riscontri del Presidente Michele Emiliano e del Direttore generale del Dipartimento Salute Giovanni Gorgoni sugli emendamenti prodotti dai commissari sul Piano di riordino ospedaliero. E' stato questo l'epilogo della riunione odierna della III commissione che ha visto il voto contrario del rappresentante di Noi a Sinistra Cosimo Borracino aggiungersi a quello delle opposizioni, con il risultato di un pareggio con cinque voti per parte. A termini di regolamento il pareggio nella votazione è da considerarsi come una non approvazione. Decisione che sul piano pratico non inficia l'iter della delibera, essendo quello della commissione un parere obbligatorio ma non vincolante per il Governo, ma non altrettanto sul piano politico, come ancora prima della votazione finale, aveva posto il vice presidente della III commissione Paolo Pellegrino, sottolineando l'esigenza di un chiarimento nella maggioranza che guida la Regione Puglia, dopo il voto contrario di Borracino. Già in precedenza Mario Pendinelli (PD), pur preannunciando il voto favorevole, aveva espresso qualche perplessità sulle metodologia di lavoro adottata, sia pure stemperata dalla dichiarazione del presidente Emiliano circa la possibilità di poter procedere a ulteriori modifiche in corso d'opera. Il capogruppo di Noi a Sinistra per la Puglia Borracino, pur dando atto dell'attenzione data alla provincia di Taranto, ha lamentato la scarsa partecipazione e ha parlato di "un piano gestito male che ha tolto spazio alla democrazia partecipata".
Critiche da parte di Nino Marmo (FI) (mancata reale partecipazione alla stesura del provvedimento, già discusso con il ministero, che si sarebbe potuta fare negli ultimi 4 mesi con linee di indirizzo fissate dal Consiglio regionale) e Mario Conca (M5S) (si poteva lavorare per tempo; vani tutti i tentativi di spalmare i servizi in maniera uniforme su tutto il territorio per le resistenze dei poteri forti).Voto favorevole di Marco Lacarra (PD) che ha evidenziato il grosso lavoro svolto dalla commissione su un provvedimento dinamico assunto sulla base del DM 70 e della legge di stabilità. Prendendo atto della disponibilità del governo regionale a recepire le osservazioni dei consiglieri , ha espresso apprezzamento per lo sforzo fatto per ottenere le deroghe che tengono conto della specificità della situazione sanitaria e ambientale di Taranto. Infine il presidente Romano ha ricordato i sacrifici imposti all'ospedale di San Pietro Vernotico (suo paese natio e di residenza). "Ci credo in questo provvedimento" - ha detto -, che va nella direzione della fase post acuzie e della medicina territoriale. In precedenza il D.G. Gorgoni si era espresso sugli emendamenti presentati dalla commissione per le ASL BA, FG, BR e Le, accogliendone parzialmente alcuni. L'opposizione ha chiesto in particolare un impegno politico forte per il nuovo ospedale di Andria, come hub di 2° livello nella ASL BAT che dovrà assorbire i P.O. di Canosa, Trani, l'attuale nosocomio di Andria e Bisceglie. Il presidente Emiliano ha dato la sua disponibilità in prospettiva con la previsione di una deroga. Attualmente, infatti, il P.O. di Andria presenta una dotazione di p.l. inferiore a quella prevista dal D.M. 70 che è di 600 p.l.
Il gruppo dei Conservatori e Riformisti composto da Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola ha rilasciato la seguente dichiarazione:"La democrazia postuma genera sempre distorsioni. Il Piano di Riordino Ospedaliero - preconfezionato dal presidente Emiliano con pochi intimi; redatto in modo ragionieristico e a priori senza ascoltare i territori; la presunzione di dargli una parvenza di "partecipazione" portandolo in Commissione senza far votare gli emendamenti - è stato sonoramente rispedito al mittente. Con l'aggravante di aprire anche una crisi politica all'interno della maggioranza. Noi a Sinistra ha votato contro. Mentre alcuni esponenti della stessa non hanno neppure partecipato al voto. Risultato finale: 5 a 5. Già ieri, all'apertura dei lavori, come Conservatori e Riformisti avevamo deciso di non partecipare alla Fiera degli Emendamenti di un Governo, Emiliano-Gorgoni, che recitava la parte di chi da un orecchio faceva finta di ascoltare e con la mano non modificava neppure un numero. O meglio a qualche cambiamento abbiamo assistito a seconda del "peso politico" in maggioranza del proponente. Contentini per zittire qualche malpancista, ma evidentemente erano in tanti ad avere problemi di pancia. E così ci siamo ritrovati di fronte a una coalizione di centrosinistra che non ha fatto suo e difeso il Piano di Riordino e che in modo campanilistico si è accontentata di qualche briciola territoriale per poi mandare al macero il Documento nel complesso. Ora ci auguriamo che il presidente Emiliano, incassata la sonora batosta, cambi rotta e non prosegua nell'iter di andare alla conta in Consiglio regionale sfidando parti della sua maggioranza. La Salute è una cosa seria, che non può essere palcoscenico di vendette politiche e partitiche.Questa è l'occasione di rivedere il tutto, proprio nell'ottica che il Piano non può essere emendato, ma va riscritto completamente. E' l'occasione perché vengano fatte quelle analisi demografiche ed epidemiologiche, quelle valutazioni strutturali e tecnologiche, così come quelle di sostenibilità economica. La Sanità pugliese per l'ennesima volta si armerà di pazienza, facendo slittare di qualche mese l'approvazione, ma alla fine avremo, tutti insieme, contribuito a renderla migliore. Questa volta per davvero"
Critiche da parte di Nino Marmo (FI) (mancata reale partecipazione alla stesura del provvedimento, già discusso con il ministero, che si sarebbe potuta fare negli ultimi 4 mesi con linee di indirizzo fissate dal Consiglio regionale) e Mario Conca (M5S) (si poteva lavorare per tempo; vani tutti i tentativi di spalmare i servizi in maniera uniforme su tutto il territorio per le resistenze dei poteri forti).Voto favorevole di Marco Lacarra (PD) che ha evidenziato il grosso lavoro svolto dalla commissione su un provvedimento dinamico assunto sulla base del DM 70 e della legge di stabilità. Prendendo atto della disponibilità del governo regionale a recepire le osservazioni dei consiglieri , ha espresso apprezzamento per lo sforzo fatto per ottenere le deroghe che tengono conto della specificità della situazione sanitaria e ambientale di Taranto. Infine il presidente Romano ha ricordato i sacrifici imposti all'ospedale di San Pietro Vernotico (suo paese natio e di residenza). "Ci credo in questo provvedimento" - ha detto -, che va nella direzione della fase post acuzie e della medicina territoriale. In precedenza il D.G. Gorgoni si era espresso sugli emendamenti presentati dalla commissione per le ASL BA, FG, BR e Le, accogliendone parzialmente alcuni. L'opposizione ha chiesto in particolare un impegno politico forte per il nuovo ospedale di Andria, come hub di 2° livello nella ASL BAT che dovrà assorbire i P.O. di Canosa, Trani, l'attuale nosocomio di Andria e Bisceglie. Il presidente Emiliano ha dato la sua disponibilità in prospettiva con la previsione di una deroga. Attualmente, infatti, il P.O. di Andria presenta una dotazione di p.l. inferiore a quella prevista dal D.M. 70 che è di 600 p.l.
Il gruppo dei Conservatori e Riformisti composto da Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola ha rilasciato la seguente dichiarazione:"La democrazia postuma genera sempre distorsioni. Il Piano di Riordino Ospedaliero - preconfezionato dal presidente Emiliano con pochi intimi; redatto in modo ragionieristico e a priori senza ascoltare i territori; la presunzione di dargli una parvenza di "partecipazione" portandolo in Commissione senza far votare gli emendamenti - è stato sonoramente rispedito al mittente. Con l'aggravante di aprire anche una crisi politica all'interno della maggioranza. Noi a Sinistra ha votato contro. Mentre alcuni esponenti della stessa non hanno neppure partecipato al voto. Risultato finale: 5 a 5. Già ieri, all'apertura dei lavori, come Conservatori e Riformisti avevamo deciso di non partecipare alla Fiera degli Emendamenti di un Governo, Emiliano-Gorgoni, che recitava la parte di chi da un orecchio faceva finta di ascoltare e con la mano non modificava neppure un numero. O meglio a qualche cambiamento abbiamo assistito a seconda del "peso politico" in maggioranza del proponente. Contentini per zittire qualche malpancista, ma evidentemente erano in tanti ad avere problemi di pancia. E così ci siamo ritrovati di fronte a una coalizione di centrosinistra che non ha fatto suo e difeso il Piano di Riordino e che in modo campanilistico si è accontentata di qualche briciola territoriale per poi mandare al macero il Documento nel complesso. Ora ci auguriamo che il presidente Emiliano, incassata la sonora batosta, cambi rotta e non prosegua nell'iter di andare alla conta in Consiglio regionale sfidando parti della sua maggioranza. La Salute è una cosa seria, che non può essere palcoscenico di vendette politiche e partitiche.Questa è l'occasione di rivedere il tutto, proprio nell'ottica che il Piano non può essere emendato, ma va riscritto completamente. E' l'occasione perché vengano fatte quelle analisi demografiche ed epidemiologiche, quelle valutazioni strutturali e tecnologiche, così come quelle di sostenibilità economica. La Sanità pugliese per l'ennesima volta si armerà di pazienza, facendo slittare di qualche mese l'approvazione, ma alla fine avremo, tutti insieme, contribuito a renderla migliore. Questa volta per davvero"