Eventi e cultura
Riprendere a incontrarsi, superando le difficoltà ideologiche
Il presidente Mattarella al Meeting per l’amicizia
Italia - domenica 21 agosto 2016
8.21
L'incontro inaugurale della XXVII Edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli si è aperto con lettura del messaggio di Papa Francesco. "Rivolgo un sentito ringraziamento al Santo Padre che ha voluto anche quest'anno indicarci la strada da battere. Nulla come il titolo del Meeting di quest'anno racchiude l'esperienza fatta nel tempo: la certezza che l'altro è bene per me, per noi. Il valore di ogni persona consiste nel fatto che c'è, che esiste". La presidente del Meeting Emilia Guarnieri ha messo in evidenza il valore della convivenza umana, citando lo stesso presidente Mattarella, indicando il 2 giugno come la Festa della libertà di scelta, con le ricorrenza più importanti dei settant'anni della Repubblica. "Cosa ci insegna la storia? Oggi siamo abituati a una vita pubblica fatta di scontro e delegittimazione continui. Non è sempre stato così. C'è stata una strada alternativa all'origine della nascita della Repubblica, segnata da persone che non si sono sottratte dal creare, sostenere e dirigere, pur appartenendo a culture politiche diverse. La forza di quelle classi dirigenti è stata coinvolgere il popolo, permettendo l'impegno di gente diversa per il bene comune" .Tale forza serve anche alla nostra comunità locale per ristabilire il giusto equilibrio fra le forze politiche e la partecipazione dei cittadini alla costruzione del bene comune. Resta il giudizio sulla correzione di cui il Paese ha bisogno oggi. "Dagli anni Novanta – aggiunge – si è introdotta nella cultura politica una logica paralizzante, fatta di scetticismo e delusione che ha impedito la ricerca del bene comune". Se non recuperiamo "l'evidenza elementare che l'altro è un bene – sottolinea Vittadini citando Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione – è difficile uscirne. Riprendere a incontraci, superando le difficoltà ideologiche: questa è la strada che vogliamo fare e il contributo che vogliamo dare a tutta la società italiana".
Il primo messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è rivolto agli organizzatori del Meeting e ai volontari: "Siete una risorsa preziosa per la nostra società, nel ringraziarvi voglio inviare tutti i giovani a mettersi in azione per una passione, per un ideale. La Repubblica è giovane e ha attraversato e superato tante prove impegnative. Per andare avanti ha bisogno dell'attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia. Questo fattore vale di più di qualsiasi indice di borsa". E' chiaro che l'invito va esteso anche a tutte le associazioni e gruppi locali che si impegnano nella nostra città per la costruzione di una convivenza umana giusta e solidale. Il capo dello Stato affronta l'analisi della situazione in cui si trova la società italiana: "Sta invecchiando e ha bisogno di dare spazio alla visione dei giovani, senza lasciarsi vincere dalle paure dei cambiamenti, ma creando piuttosto ponti, condividendo benefici e difficoltà, diritti e doveri". Accogliamo questo monito perché nella nostra città maturi un senso di condivisione maggiore tra le diverse generazioni per creare una nuova civiltà. Il Presidente Mattarella, citando esplicitamente don Giussani, intravede il punto cruciale della ripresa nella consapevolezza che "l'io non è autosufficiente; per realizzarsi ha bisogno di un 'tu' e contiene l'esigenza di diventare un 'noi'. Qui c'è la comunità, la storia, la democrazia. Senza il percorso che porta al noi, l'io diventa debole. È perciò importante dar valore al dialogo, mettere insieme le speranze e l'amicizia. L'egoismo non genera riscatto civile". È il rischio che si corre a partire dall'esplosione di egoismo cui abbiamo assistito in questi mesi e da cui deriva la tentazione dell'isolamento. "Invece la Costituzione ci impegna a lavorare per rendere il popolo italiano più robusto nel rapporto un'Europa che non ci soddisfa sempre, ma che non può realizzarsi altrimenti. Anche in Europa la strada da percorrere è quella dell'umanità, della sicurezza e dell'accoglienza per combattere chi vuole e provoca la guerra. Senza Europa nessun Paese da solo può contrastare il problema dell'immigrazione. Dobbiamo impedire che la paura contrasti il nostro futuro. Questo è il destino migliore per noi è per i nostri giovani". Siamo riconoscenti e grati per la lezione del nostro Presidente, convinti che muri e divisioni non salveranno nessuno.
Prof. Leonardo Di Nunno
Il primo messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è rivolto agli organizzatori del Meeting e ai volontari: "Siete una risorsa preziosa per la nostra società, nel ringraziarvi voglio inviare tutti i giovani a mettersi in azione per una passione, per un ideale. La Repubblica è giovane e ha attraversato e superato tante prove impegnative. Per andare avanti ha bisogno dell'attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia. Questo fattore vale di più di qualsiasi indice di borsa". E' chiaro che l'invito va esteso anche a tutte le associazioni e gruppi locali che si impegnano nella nostra città per la costruzione di una convivenza umana giusta e solidale. Il capo dello Stato affronta l'analisi della situazione in cui si trova la società italiana: "Sta invecchiando e ha bisogno di dare spazio alla visione dei giovani, senza lasciarsi vincere dalle paure dei cambiamenti, ma creando piuttosto ponti, condividendo benefici e difficoltà, diritti e doveri". Accogliamo questo monito perché nella nostra città maturi un senso di condivisione maggiore tra le diverse generazioni per creare una nuova civiltà. Il Presidente Mattarella, citando esplicitamente don Giussani, intravede il punto cruciale della ripresa nella consapevolezza che "l'io non è autosufficiente; per realizzarsi ha bisogno di un 'tu' e contiene l'esigenza di diventare un 'noi'. Qui c'è la comunità, la storia, la democrazia. Senza il percorso che porta al noi, l'io diventa debole. È perciò importante dar valore al dialogo, mettere insieme le speranze e l'amicizia. L'egoismo non genera riscatto civile". È il rischio che si corre a partire dall'esplosione di egoismo cui abbiamo assistito in questi mesi e da cui deriva la tentazione dell'isolamento. "Invece la Costituzione ci impegna a lavorare per rendere il popolo italiano più robusto nel rapporto un'Europa che non ci soddisfa sempre, ma che non può realizzarsi altrimenti. Anche in Europa la strada da percorrere è quella dell'umanità, della sicurezza e dell'accoglienza per combattere chi vuole e provoca la guerra. Senza Europa nessun Paese da solo può contrastare il problema dell'immigrazione. Dobbiamo impedire che la paura contrasti il nostro futuro. Questo è il destino migliore per noi è per i nostri giovani". Siamo riconoscenti e grati per la lezione del nostro Presidente, convinti che muri e divisioni non salveranno nessuno.
Prof. Leonardo Di Nunno