Scuola e Lavoro
Ritorno al Futuro 2013, ma il passato era meglio
Sale la protesta degli esclusi, finanziato un solo master su tre
Puglia - giovedì 14 novembre 2013
11.31
La Regione Puglia ha stanziato in luglio 18 milioni di euro per la formazione post-laurea dei giovani pugliesi. Questo il senso del quinto bando Ritorno al Futuro Puglia edizione 2013, il programma regionale nato per finanziare master e scuole post laurea . Dei 18 milioni, a fronte di 5.103 domande pervenute entro il 20 settembre, di cui 3.900 circa ammesse a valutazione, solo 1.284 sono state accolte: e questo è il non-sense del bando. Il maggior numero di candidature era arrivato dalla provincia di Bari, con 1.746 domande. 570 le candidature giunte invece dalla provincia Barletta-Andria-Trani, mentre in seconda posizione c'è Lecce (923), seguita da Foggia (745) e Taranto (590): fanalino di coda Brindisi con 430 domande. Tra i richiedenti, 1.598 (31%) erano i ragazzi che avevano fatto richiesta per un Master in Puglia, 2.889 (58%) avevano espresso la volontà di seguire un Master in Italia ma fuori dalla nostra regione e 616 (12%) avevano scelto l'estero. Le graduatorie sono pubblicate nei primi giorni di novembre.
Si è quindi passati dal 65% di domande accolte nel 2011, data dell'ultimo bando, al 33% del 2013: un'inversione a U- come università- dei dati, un autentico fuori programma per tanti giovani pugliesi che sognavano di proseguire gli studi grazie a borse di studio il cui valore balla tra i 7.500 e i 25.000 euro, a seconda che il corso sia in Puglia o all'estero. Una polemica quasi annunciata, inficiata anche dall'assenza di un sistema di monitoraggio sul post-master, che ha presto raggiunto il web, dove è nato un gruppo chiuso dal nome "Ritorno al Futuro 2013… Ammessi non finanziati. Diamoci da fare!". Ai nostri microfoni la portavoce Francesca Martines, 28 anni, laureata a Bari in Scienze della Comunicazione con specialistica in Informazione e Sistemi Editoriali, ha raccontato il polso della situazione: «Abbiamo voluto esprimere le nostre ragioni all'assessore regionale al Diritto allo Studio Alba Sasso, che abbiamo incontrato lunedì scorso. Lei è stata molto disponibile ma ci ha confermato l'assenza di ulteriori fondi da destinare a Ritorno al Futuro. Successivamente abbiamo deciso di rivolgerci al governatore Vendola: lo abbiamo contattato via mail ma al momento non abbiamo avuto risposte da circa una settimana».
Ritorno al Futuro, finanziato da 80 milioni, fondi detratti al Programma operativo Fesr 2007/2013., ha avuto un finanziamento complessivo di 80 milioni. Somme distribuite in due avvisi separati: a fine 2009 i milioni dedicati furono 28, scesi a 20 e poi saliti a 25 per coprire il bando del 2011. Allora furono 1.764 laureati che ebbero la possibilità di continuare gli studi su una base di 2.682 candidature, il 65% rispetto al 33% di oggi. «Percentuali capovolte - spiega Martines - sono numeri che fanno molto pensare, parlano quasi da soli». Dati che alimentano la spaccatura tra università del Nord e del meridione anche nel percorso post-laurea: «Quando abbiamo parlato con l'assessore Sasso - sottolinea Francesca - ci è stato spiegato che il bando non è cosa dovuta, anzi che è stata quasi una cortesia nei nostri confronti permettere a 1.284 ragazzi di ricevere la borsa di studio: ma questo non è in discussione. Piuttosto stranisce il fatto che ragazzi con il nostro punteggio nel 2011 erano ammessi e ora questo non accade». Francesca è stata a Bruxelles dopo la laurea: certamente episodi come questi, inevitabilmente non fanno che alimentare la voglia di tornare in altre eccellenze europee, dove oggi l'Italia non è. Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti, diceva Hector Berlioz. Speriamo non accada in Puglia.
Si è quindi passati dal 65% di domande accolte nel 2011, data dell'ultimo bando, al 33% del 2013: un'inversione a U- come università- dei dati, un autentico fuori programma per tanti giovani pugliesi che sognavano di proseguire gli studi grazie a borse di studio il cui valore balla tra i 7.500 e i 25.000 euro, a seconda che il corso sia in Puglia o all'estero. Una polemica quasi annunciata, inficiata anche dall'assenza di un sistema di monitoraggio sul post-master, che ha presto raggiunto il web, dove è nato un gruppo chiuso dal nome "Ritorno al Futuro 2013… Ammessi non finanziati. Diamoci da fare!". Ai nostri microfoni la portavoce Francesca Martines, 28 anni, laureata a Bari in Scienze della Comunicazione con specialistica in Informazione e Sistemi Editoriali, ha raccontato il polso della situazione: «Abbiamo voluto esprimere le nostre ragioni all'assessore regionale al Diritto allo Studio Alba Sasso, che abbiamo incontrato lunedì scorso. Lei è stata molto disponibile ma ci ha confermato l'assenza di ulteriori fondi da destinare a Ritorno al Futuro. Successivamente abbiamo deciso di rivolgerci al governatore Vendola: lo abbiamo contattato via mail ma al momento non abbiamo avuto risposte da circa una settimana».
Ritorno al Futuro, finanziato da 80 milioni, fondi detratti al Programma operativo Fesr 2007/2013., ha avuto un finanziamento complessivo di 80 milioni. Somme distribuite in due avvisi separati: a fine 2009 i milioni dedicati furono 28, scesi a 20 e poi saliti a 25 per coprire il bando del 2011. Allora furono 1.764 laureati che ebbero la possibilità di continuare gli studi su una base di 2.682 candidature, il 65% rispetto al 33% di oggi. «Percentuali capovolte - spiega Martines - sono numeri che fanno molto pensare, parlano quasi da soli». Dati che alimentano la spaccatura tra università del Nord e del meridione anche nel percorso post-laurea: «Quando abbiamo parlato con l'assessore Sasso - sottolinea Francesca - ci è stato spiegato che il bando non è cosa dovuta, anzi che è stata quasi una cortesia nei nostri confronti permettere a 1.284 ragazzi di ricevere la borsa di studio: ma questo non è in discussione. Piuttosto stranisce il fatto che ragazzi con il nostro punteggio nel 2011 erano ammessi e ora questo non accade». Francesca è stata a Bruxelles dopo la laurea: certamente episodi come questi, inevitabilmente non fanno che alimentare la voglia di tornare in altre eccellenze europee, dove oggi l'Italia non è. Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti, diceva Hector Berlioz. Speriamo non accada in Puglia.