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Ritorno al Futuro 2013, ma il passato era meglio

Sale la protesta degli esclusi, finanziato un solo master su tre

La Regione Puglia ha stanziato in luglio 18 milioni di euro per la formazione post-laurea dei giovani pugliesi. Questo il senso del quinto bando Ritorno al Futuro Puglia edizione 2013, il programma regionale nato per finanziare master e scuole post laurea . Dei 18 milioni, a fronte di 5.103 domande pervenute entro il 20 settembre, di cui 3.900 circa ammesse a valutazione, solo 1.284 sono state accolte: e questo è il non-sense del bando. Il maggior numero di candidature era arrivato dalla provincia di Bari, con 1.746 domande. 570 le candidature giunte invece dalla provincia Barletta-Andria-Trani, mentre in seconda posizione c'è Lecce (923), seguita da Foggia (745) e Taranto (590): fanalino di coda Brindisi con 430 domande. Tra i richiedenti, 1.598 (31%) erano i ragazzi che avevano fatto richiesta per un Master in Puglia, 2.889 (58%) avevano espresso la volontà di seguire un Master in Italia ma fuori dalla nostra regione e 616 (12%) avevano scelto l'estero. Le graduatorie sono pubblicate nei primi giorni di novembre.

Si è quindi passati dal 65% di domande accolte nel 2011, data dell'ultimo bando, al 33% del 2013: un'inversione a U- come università- dei dati, un autentico fuori programma per tanti giovani pugliesi che sognavano di proseguire gli studi grazie a borse di studio il cui valore balla tra i 7.500 e i 25.000 euro, a seconda che il corso sia in Puglia o all'estero. Una polemica quasi annunciata, inficiata anche dall'assenza di un sistema di monitoraggio sul post-master, che ha presto raggiunto il web, dove è nato un gruppo chiuso dal nome "Ritorno al Futuro 2013… Ammessi non finanziati. Diamoci da fare!". Ai nostri microfoni la portavoce Francesca Martines, 28 anni, laureata a Bari in Scienze della Comunicazione con specialistica in Informazione e Sistemi Editoriali, ha raccontato il polso della situazione: «Abbiamo voluto esprimere le nostre ragioni all'assessore regionale al Diritto allo Studio Alba Sasso, che abbiamo incontrato lunedì scorso. Lei è stata molto disponibile ma ci ha confermato l'assenza di ulteriori fondi da destinare a Ritorno al Futuro. Successivamente abbiamo deciso di rivolgerci al governatore Vendola: lo abbiamo contattato via mail ma al momento non abbiamo avuto risposte da circa una settimana».

Ritorno al Futuro, finanziato da 80 milioni, fondi detratti al Programma operativo Fesr 2007/2013., ha avuto un finanziamento complessivo di 80 milioni. Somme distribuite in due avvisi separati: a fine 2009 i milioni dedicati furono 28, scesi a 20 e poi saliti a 25 per coprire il bando del 2011. Allora furono 1.764 laureati che ebbero la possibilità di continuare gli studi su una base di 2.682 candidature, il 65% rispetto al 33% di oggi. «Percentuali capovolte - spiega Martines - sono numeri che fanno molto pensare, parlano quasi da soli». Dati che alimentano la spaccatura tra università del Nord e del meridione anche nel percorso post-laurea: «Quando abbiamo parlato con l'assessore Sasso - sottolinea Francesca - ci è stato spiegato che il bando non è cosa dovuta, anzi che è stata quasi una cortesia nei nostri confronti permettere a 1.284 ragazzi di ricevere la borsa di studio: ma questo non è in discussione. Piuttosto stranisce il fatto che ragazzi con il nostro punteggio nel 2011 erano ammessi e ora questo non accade». Francesca è stata a Bruxelles dopo la laurea: certamente episodi come questi, inevitabilmente non fanno che alimentare la voglia di tornare in altre eccellenze europee, dove oggi l'Italia non è. Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti, diceva Hector Berlioz. Speriamo non accada in Puglia.
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