sport
Ritratto di un vescovo servitore del Vangelo
Tutta la sua vita fu impegnata per la gloria di Dio. Carità verso i poveri disoccupati ed affamati di Andria, Canosa e Minervino
Canosa - martedì 12 giugno 2012
18.09
"Spirito di mortificazione e amore incessante alla croce". Chi è costui? Nemico acerrimo del minimismo e del formalismo, Mons. Giuseppe Di Donna è stato servo del Vangelo da missionario in Madagascar,dove ha dato vita a una rilevante opera di evangelizzazione e carità. Lo è stato anche ad Andria con le sue catechesi,i suoi scritti,il suo apostolato sociale. La sua vita è stata un autentico servizio al Vangelo dei poveri. Vero filantropo,andò incontro alle necessità di centinaia di cittadini e non sottilizzò nella fede politica dei bisognosi. Di lui parlavano di più gli atti che le parole. Parco di discorsi,abbondava di Carità verso i poveri disoccupati ed affamati di Andria, Canosa e Minervino.
Alcuni suoi fedeli narrano che donava tutto ai poveri,anche le sue lenzuola e che una volta camminò con la sottana abbassata,per non farsi vedere senza scarpe,perché le sue le aveva appena donate all'ultimo povero che aveva bussato alla sua porta. La sua vita di unione con il Signore traluceva dal volto e dal portamento. Il suo volto era normalmente impostato a moderato sorriso,segno della sua gioia intima; quel "sorriso" che a distanza di 31 anni dalla sua morte, potette ancora essere osservato dagli addetti al delicato compito di ricognizione del cadavere,quando la Bara con la Venerata Salma fu trasferita nella tomba appositamente fatta costruire dal compianto Vescovo Mons. Giuseppe Lanave.
Tutta la sua vita fu impegnata per la gloria di Dio uno e trino e per la liberazione dell'uomo da ogni forma di schiavitù, adempiendo al motto del suo stemma episcopale: "Gloria Tibi Trinitas Et Captivis Libertas (Gloria a Te Trinità e libertà per i prigionieri)".Non a caso la cornice disegnata riprende l'elemento geometrico del triangolo simbolo della S.S. Trinità , unito al cerchio simbolo della perfezione. Lo stemma vescovile riporta in alto la croce a 2 colori l'azzurro e il rosso,quale insegna specifica dell'Ordine dei Padri Trinitari. In basso,distinti su 2 bande reca un "Giglio" simbolo della purezza e una "Fiaccola accesa" indicativa del mandato Vescovile che doveva svilupparsi come luce e guida per le popolazioni della Diocesi di Andria.
La catena simbolo della schiavitù, agganciata a destra e sinistra, circonda per intero lo Scudo, legandosi alla parte inferiore della croce in alto. Impostosi con umiltà e per l'austerità della sua vita,il Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna governò più con l'esempio,che con la parola e il Comando. L'esempio delle sue virtù possa schiudere nuovi orizzonti di rinascita cristiana e diventi per noi ragazzi del XXI secolo luce e guida nel cammino della vita.
Giuseppe Cascone
Classe 1 C - Liceo Scientifico Enrico Fermi - Canosa di Puglia
Alcuni suoi fedeli narrano che donava tutto ai poveri,anche le sue lenzuola e che una volta camminò con la sottana abbassata,per non farsi vedere senza scarpe,perché le sue le aveva appena donate all'ultimo povero che aveva bussato alla sua porta. La sua vita di unione con il Signore traluceva dal volto e dal portamento. Il suo volto era normalmente impostato a moderato sorriso,segno della sua gioia intima; quel "sorriso" che a distanza di 31 anni dalla sua morte, potette ancora essere osservato dagli addetti al delicato compito di ricognizione del cadavere,quando la Bara con la Venerata Salma fu trasferita nella tomba appositamente fatta costruire dal compianto Vescovo Mons. Giuseppe Lanave.
Tutta la sua vita fu impegnata per la gloria di Dio uno e trino e per la liberazione dell'uomo da ogni forma di schiavitù, adempiendo al motto del suo stemma episcopale: "Gloria Tibi Trinitas Et Captivis Libertas (Gloria a Te Trinità e libertà per i prigionieri)".Non a caso la cornice disegnata riprende l'elemento geometrico del triangolo simbolo della S.S. Trinità , unito al cerchio simbolo della perfezione. Lo stemma vescovile riporta in alto la croce a 2 colori l'azzurro e il rosso,quale insegna specifica dell'Ordine dei Padri Trinitari. In basso,distinti su 2 bande reca un "Giglio" simbolo della purezza e una "Fiaccola accesa" indicativa del mandato Vescovile che doveva svilupparsi come luce e guida per le popolazioni della Diocesi di Andria.
La catena simbolo della schiavitù, agganciata a destra e sinistra, circonda per intero lo Scudo, legandosi alla parte inferiore della croce in alto. Impostosi con umiltà e per l'austerità della sua vita,il Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna governò più con l'esempio,che con la parola e il Comando. L'esempio delle sue virtù possa schiudere nuovi orizzonti di rinascita cristiana e diventi per noi ragazzi del XXI secolo luce e guida nel cammino della vita.
Giuseppe Cascone
Classe 1 C - Liceo Scientifico Enrico Fermi - Canosa di Puglia