Associazioni
Scuola, niente più precari
Cgil Bat vince ricorsi contro il Ministero dell'Istruzione. Tribunale di Trani dà ragione ai lavoratori Flc Cgil Bat
BAT - giovedì 24 novembre 2011
18.16
Dopo i ricorsi, in quattro non saranno più precari "usa e getta".
Otterranno il "posto fisso", d'ora in poi non saranno più dei precari e sul loro contratto ci sarà scritto "a tempo indeterminato". Il Tribunale di Trani ha dato ragione a quattro lavoratori, due collaboratori scolastici, un assistente amministrativo e un'insegnante di sostegno, che hanno presentato ricorso contro il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), l'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I quattro hanno ottenuto così il riconoscimento di un loro diritto: la conversione a tempo indeterminato del loro rapporto di lavoro dopo aver prestato oltre 36 mesi di servizio in istituti scolastici della provincia di Barletta – Andria – Trani.
Il Giudice del Lavoro spiega che nel settore privato un lavoro "a termine" diventa automaticamente a tempo indeterminato quando il rapporto tra datore e lavoratore supera i trentasei mesi tra proroghe e rinnovi. Nella storica sentenza, infatti, si legge che "se il ricorrente fosse stato dipendente di un'impresa, le conseguenze dell'incredibile sequela contrattuale, sarebbero state ovvie e nessuno avrebbe contestato il buon diritto ad essere stabilizzato".
"Altri settanta ricorsi, che riguardano il futuro di docenti e amministrativi con alle spalle molti anni di precariato, sono stati presentati – spiega il segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil Bat, Francesco Dambra – al Tribunale di Trani dalla Flc della provincia. Solo negli ultimi tre anni nel nostro territorio i tagli del Ministero hanno lasciato a casa 800 docenti e 200 amministrativi. Fino all'anno scorso erano in servizio 1400 unità di personale ATA, quest'anno sono solo 800. Parliamo di quasi il 40% in meno di lavoratori. Numeri che – conclude Dambra – si traducono nei fatti in classi affollate e mancanza di controllo sugli studenti.
Il Giudice del Lavoro ha riconosciuto ai quattro precari il diritto all'ammissione in ruolo e ha condannato il Ministero dell'Istruzione al risarcimento dei danni. Non solo, ai ricorrenti sarà riconosciuta anche l'anzianità di servizio maturata.
"Pur nella consapevolezza che si tratta solo di un primo grado di giudizio, siamo davanti – commenta Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – ad un piccolo successo verso il riconoscimento dei diritti dei precari al fine di sottrarre i lavoratori dalla logica dell'usa e getta. Siamo fiduciosi del fatto che queste sentenze possano riuscire ad aprire spiragli a livello nazionale affinchè il Ministero dell'Istruzione attui dei passi indietro rispetto alla politica dei tagli che evidentemente, come dimostrano i fatti, non paga. La Flc Cgil sta portando avanti in tutta Italia oltre 30.000 ricorsi. Se tutti i lavoratori, così come noi ci auguriamo, dovessero vincere le cause, il Ministero – conclude Antonucci – si troverebbe a dover affrontare notevoli spese per le stabilizzazioni, sborsando certamente molti più soldi di quelli che ha pensato di risparmiare con i tagli decisi dall'ex Ministro Mariastella Gelmini".
Ufficio Stampa CGIL BAT
328.9570666
cgilbat@gmail.com
Otterranno il "posto fisso", d'ora in poi non saranno più dei precari e sul loro contratto ci sarà scritto "a tempo indeterminato". Il Tribunale di Trani ha dato ragione a quattro lavoratori, due collaboratori scolastici, un assistente amministrativo e un'insegnante di sostegno, che hanno presentato ricorso contro il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), l'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I quattro hanno ottenuto così il riconoscimento di un loro diritto: la conversione a tempo indeterminato del loro rapporto di lavoro dopo aver prestato oltre 36 mesi di servizio in istituti scolastici della provincia di Barletta – Andria – Trani.
Il Giudice del Lavoro spiega che nel settore privato un lavoro "a termine" diventa automaticamente a tempo indeterminato quando il rapporto tra datore e lavoratore supera i trentasei mesi tra proroghe e rinnovi. Nella storica sentenza, infatti, si legge che "se il ricorrente fosse stato dipendente di un'impresa, le conseguenze dell'incredibile sequela contrattuale, sarebbero state ovvie e nessuno avrebbe contestato il buon diritto ad essere stabilizzato".
"Altri settanta ricorsi, che riguardano il futuro di docenti e amministrativi con alle spalle molti anni di precariato, sono stati presentati – spiega il segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil Bat, Francesco Dambra – al Tribunale di Trani dalla Flc della provincia. Solo negli ultimi tre anni nel nostro territorio i tagli del Ministero hanno lasciato a casa 800 docenti e 200 amministrativi. Fino all'anno scorso erano in servizio 1400 unità di personale ATA, quest'anno sono solo 800. Parliamo di quasi il 40% in meno di lavoratori. Numeri che – conclude Dambra – si traducono nei fatti in classi affollate e mancanza di controllo sugli studenti.
Il Giudice del Lavoro ha riconosciuto ai quattro precari il diritto all'ammissione in ruolo e ha condannato il Ministero dell'Istruzione al risarcimento dei danni. Non solo, ai ricorrenti sarà riconosciuta anche l'anzianità di servizio maturata.
"Pur nella consapevolezza che si tratta solo di un primo grado di giudizio, siamo davanti – commenta Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – ad un piccolo successo verso il riconoscimento dei diritti dei precari al fine di sottrarre i lavoratori dalla logica dell'usa e getta. Siamo fiduciosi del fatto che queste sentenze possano riuscire ad aprire spiragli a livello nazionale affinchè il Ministero dell'Istruzione attui dei passi indietro rispetto alla politica dei tagli che evidentemente, come dimostrano i fatti, non paga. La Flc Cgil sta portando avanti in tutta Italia oltre 30.000 ricorsi. Se tutti i lavoratori, così come noi ci auguriamo, dovessero vincere le cause, il Ministero – conclude Antonucci – si troverebbe a dover affrontare notevoli spese per le stabilizzazioni, sborsando certamente molti più soldi di quelli che ha pensato di risparmiare con i tagli decisi dall'ex Ministro Mariastella Gelmini".
Ufficio Stampa CGIL BAT
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